Articoli del giornalino n.5/2024 - Novembre/Dicembre
Questa parola che oggi ti do,
ti stia fissa nel tuo cuore Guerra preventiva. Guerra difensiva. Guerra per difendere i nostri valori. Guerra santa. Ritornano le guerre, ritorna il nome di Dio sulle labbra degli uomini. Pur con sfumature diverse, cristiani, musulmani, ebrei invocano Dio per giustificare distruzioni e massacri. Dio è con noi. Quante volte questa frase è risuonata nella storia. Quante volte ci siamo fatti interpreti della volontà di Dio per imporre la nostra volontà. Il discrimine tra Dio e io è sottile, basta cancellare una lettera. Mentre passeggio meditando queste cose, lo sguardo cade su una pietra rotonda, al centro del sentiero. Dove qualcuno ha scritto: DIO è AMORE. Una pietra nel cammino, che mi rammenta l’essenza del mio cammino. Nel 1990 mi trovavo in Giappone per un congresso. Là feci conoscenza di un ricercatore giapponese, Takeshi. Poiché ci occupavamo dello stesso argomento, avemmo occasione di parlare più volte insieme. Alla fine del congresso, durante la cena di gala, mi si avvicinò, sorrise e disse: avrei una domanda per te, questa volta non su argomenti di lavoro. Forse è difficile rispondere: qual è il cuore della vostra religione? La risposta affiorò dal cuore: “Che Dio è amore e che noi dobbiamo amarci come Dio ci ha amati”. Mi guardò stupito ed esclamò: “Oh!” poi prese un tovagliolo di carta, me lo porse e disse: puoi scrivermelo? La mano mi tremava leggermente quando scrissi: God is love. Gli porsi il tovagliolo; lo prese tra le mani, con delicatezza, lo guardò per un lungo istante e annuì con il capo. Poi, lentamente, lo posò sul cuore e lo ripose nel taschino della giacca. Qualche giorno dopo, Takeshi mi invitò a casa sua. Seduto sul tappeto, intorno a una tavola imbandita, con Takeshi e Jan, un ricercatore di Praga, si ragionava sulla possibilità che persone di razze, culture e religioni diverse potessero vivere insieme, in un mondo senza guerre. Il muro di Berlino era caduto da qualche mese… DIO è AMORE. Oggi, crollata la speranza di un mondo nuovo sotto le macerie delle guerre, spogliata degli ideologismi e sentimentalismi, questa parola risuona nella sua nuda verità. I confini della speranza si sono solo spostati un poco oltre, un poco più in alto. Tra le pietre del Golgota, dove sono impresse le parole di un uomo che ha dato la vita per i suoi amici. Un Dio che si fa dio. Un Dio che si fa nulla ed è puro dono. DIO è AMORE. Questa parola ti condurrà un poco oltre, un poco più in alto, là sul Golgota accanto al tuo Signore, per essere anche tu dono. Questa parola la ripeterai ai tuoi figli, quando sarai nella tua casa, quando camminerai per via, quando ti coricherai e ti alzerai. La scriverai sulle pietre, la scolpirai nel tuo cuore; perché sgorghi dalle tue labbra come sorgente e diventi Vita. Pietro Pinacci |
Una vacanza bellissima
Domenica 7 luglio all’aeroporto di Malpensa ci ha accolto un nubifragio ma fortunatamente, dopo un tranquillo volo, siamo arrivati al villaggio sulle splendide coste cagliaritane dove ci aspettava una settimana di sole e un bellissimo mare. Un gruppo di 40 persone affiatate ha trovato un accogliente struttura immersa nella macchia mediterranea con un’area della spiaggia e del ristorante riservate per condividere i piaceri del mare e della cucina sarda e non solo. Per raggiugere la spiaggia ci attendeva un piacevole percorso immerso nella vegetazione che ombreggiava lo spazio che divideva le nuove strutture abitative e le diverse aree comuni fino alla sabbia e al mare con l’acqua cristallina. Ma la nostra vacanza non è stata solamente sole e mare; non potevamo non visitare uno dei più imponenti nuraghi inserito nell’area archeologica di Barumini patrimonio dell’Unesco. Non è stato facile addentraci nei cunicoli di questa imponente costruzione opera ingegnosa dell’antichità, risalente a circa 3.500 anni fa, che ci ha trasformati in arditi Indiana Jones. Due giorni dopo una nuova e sorprendente esperienza visitando il paesino di San Sperate che non deve mancare nei percorsi di chi vuole conoscere la Sardegna. Qui è nato e ha lavorato Pinuccio Sciola, personalità vivace e grande mediatore culturale, che ha portato la cultura sarda nel mondo realizzando prima l’ambizioso progetto di trasformare il paesino di San Sperate in una sorta di borgo-museo. Qui Sciola ha collocato numerosi murales, la città ne conta diverse centinaia prodotti anche da altri artisti, statue e le cosiddette Pietre Sonore, oltre 800, in un immenso giardino. Tale attività lo ha fatto diventare celebre nel mondo. Le pietre, opportunamente trasformate con lavorazioni, riproducono suoni rendendo la pietra animata. Non possiamo elencare le personalità e gli artisti che hanno collaborato e i musei in cui sono presenti le sue opere. Vorrei condividere le cose che abbiamo visto e sentito attraverso la testimonianza della figlia ma lo spazio qui non è sufficiente e pertanto vi invito a consultare internet e se pensate di passare dalla Sardegna non fatevi scappare questa esperienza. Durante gli spostamenti verso il villaggio l’autista ha scelto di percorrere la litoranea soffermandoci in splendide vedute panoramiche della costa dove abbiamo immortalato stupendi paesaggi. Per concludere l’ultima escursione con la visita di Cagliari, gli stagni e le saline con i fenicotteri rosa che vi nidificano oltre alla città antica e medioevale. Tre giornate arricchite da una preparatissima e simpatica guida locale. Una bella vacanza in piacevole compagnia, in posto stupendo. Giorgio Telesi |
Incontri, foto e ‘capolavori’ al nostro stand per la festa di Segrate!
Sabato 7 settembre si è svolta la Festa Cittadina, evento annuale di tutte le associazioni segratesi alla quale abbiamo partecipato con il nostro stand . Abbiamo incontrato tanti soci e tanto nuovi amici che hanno sottoscritto volentieri la loro adesione In tanti si sono fatti fotografare all’interno della cornice colorata che abbiamo preparato per l’occasione. Tante persone si sono avvicinate per avere informazioni sulle nostre attività, molti erano nonni con i nipoti, piccoli e grandi. L’idea quindi, per coinvolgere i bambini, è stata quella di chiedere a loro di lasciarci un disegno che raffigurasse nonni e nipoti. Con pastelli e pennarelli alla mano hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa e hanno disegnato lasciandoci le loro opere o, meglio, i loro ‘capolavori'! Qui ve ne mostriamo solo alcuni e uno lo abbiamo messo nella prima pagina di questo giornalino, ma per vederli tutti e a colori lanciate il link relativo dalla Bacheca o dalla Galleria del nostro sito. Per vedere tutte le foto cliccate qui. |
Il valore della matematica
Il 9°Congresso Europeo di Matematica (9ECM), che si è svolto dal 15 al 19 luglio 2024 a Siviglia (Spagna), ha celebrato non solo la matematica contemporanea ma anche i giovani talenti europei. Tra i riconoscimenti più prestigiosi, i premi EMS, assegnati a ricercatori under 35 per i loro contributi eccezionali, hanno visto trionfare, con un riconoscimento da 5.000 euro, due ricercatrici italiane: Cristiana De Filippis, 31 anni, nata a Bari e docente all’Università di Parma e Maria Colombo, 35 anni, originaria di Luino (Varese) e docente al Politecnico di Losanna. Maria Colombo, professoressa ordinaria presso l'École Polytechnique Fédérale de Lausanne, è stata premiata "per i suoi risultati innovativi in fluidodinamica, trasporto ottimale e teoria cinetica e per il suo impatto sull'analisi matematica in generale". Cristiana De Filippis, professoressa associata presso l'Università di Parma, ha ricevuto il premio "per i suoi contributi eccezionali alla regolarità ellittica, in particolare per le stime di Schauder per equazioni ellittiche non uniformi e integrali variazionali non differenziabili nonché per i minimi di integrali quasi convessi". Il premio EMS, istituito nel 1992, è un riconoscimento molto ambito nel campo della matematica europea. In molti casi è il "prologo" per la Medaglia Fields, il più importante premio mondiale per la matematica, spesso paragonato al Premio Nobel. Fino ad oggi è stato assegnato a 13 donne. Tra i vincitori italiani si contano Guido De Philippis (2016), Alessio Figalli e Corinna Ulcigrai (2012), e Stefano Bianchini (2004). L’Italia ha ottenuto un ulteriore riconoscimento con la selezione di Bologna come sede del prossimo congresso previsto per il 2028. Cristiana De Filippis, nell’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno del 24 luglio 2024, ha detto: “La matematica non si riduce solo alla carriera accademica o all’insegnamento ma ad oggi i laureati in questa disciplina sono i più richiesti, sia per una questione di rigore che di flessibilità. Soprattutto ora che emergono discipline come il machine learning” (il machine learning fa parte dell’intelligenza artificiale). Maria Colombo nell’intervista rilasciata a MaddMaths Il 15 luglio 2024 ha detto: “Le equazioni di Naviers-Stokes descrivono la evoluzione dei fluidi incomprimibili e sono anche fonte di tanti problemi matematici interessanti… Per me comunque questo tipo di idee hanno a che fare con un ambito molto bello e molto poco compreso che è quello della turbolenza... Questa secondo me è una direzione che sarebbe bello capire meglio”. Ancor prima del successo degli italiani alle Olimpiadi di Parigi, la notizia che due italiane hanno vinto le “olimpiadi della matematica” mi ha fatto piacere ma quello che invece mi ha sorpreso amaramente è stata la consistenza del premio: solo 5.000 euro! Probabilmente all’incirca quanto il loro stipendio mensile. Mi viene spontaneo pensare allo “stipendio” di un calciatore di serie A e concludere che la matematica, anche se di serie A, purtroppo è considerata ben poco! Enrico Sciarini |
Bella vacanza, what else ?
Montagnes mon amour dal 18 al 30 giugno a Fiera di Primiero Ripenso a quei giorni sorridendo. Oh, non è tutto oro! All’inizio qualche malumore, sensazione di abbandono, nostalgia: ma domani cosa si fa, a che ora, l’accompagnatrice, quando siamo andati a… c’è stato. Ci siamo chiariti e organizzati in fretta, improvvisando, poi tutto è andato per il meglio. A partire dall’hotel, i servizi, il ristorante… il maso, quella spa! Chapeau all’hotel Isola Bella. Anche il meteo una mano ce l’ha data: qualche temporale ma in montagna si sa… Con la cornice delle Dolomiti abbiamo visitato: Mezzano nella lista dei Borghi più belli d’Italia, San Martino di Castrozza, Feltre, Villa Welsperg con il suo parco e la meravigliosa biblioteca e fisioteca, Tonadico e palazzo Scopoli casa del Cibo, la storica Ceseta de Transacqua, il Palazzo delle Miniere e della storia dell’antica attività mineraria nelle valli. Qualche camminata: al ponte tibetano, alla Madonna del Sass e al Passo Cereda. Abbiamo avuto il tempo di festeggiare compleanni e anniversari di matrimonio e… poteva mancare un torneo di bocce? Armando l’ha organizzato. Un bel gruppo e una bella vacanza, what else? Maurizio Besozzi |
VISITA ALLA STAZIONE CENTRALE DI MILANO
Recentemente siamo andati a scoprire la stazione centrale e trovo strano dire che "abbiamo scoperto un luogo" che tutti noi abbiamo visto quante volte? 10? 100? 1000 volte? Ma durante la visita organizzata ci siamo resi conto di non averla mai " vista" nella sua vera bellezza. Sorprende sapere che questa stazione ha avuto 2 "sorelle": la prima, che era stata inaugurata nel 1840 e che doveva collegare Milano a Monza, si trovava in fondo a via Melchiorre Gioia (oggi è un hotel). Venne sostituita dopo solo 10 anni dalla seconda stazione inaugurata in piazza della Repubblica (poi demolita) ma non passarono tanti anni che il progresso e la crescita vorticosa della città la rese non all'altezza delle necessità. Fu così che nel 1912 fu indetto un concorso vinto dall'architetto Ulisse Stacchini che la descrisse come la “cattedrale del movimento” e dal 1931, anno dell’inaugurazione, questa definizione le calza a pennello. Struttura imponente, molto bella al suo interno, con la caratteristica copertura ad arco, unica nel suo genere. La stazione non ha uno stile architettonico definito ma è una miscela di diversi stili: Neoclassico, Liberty e Art Deco uniti alla monumentalità dell'architettura fascista, riscontrabile in particolare nei grandi ambienti pubblici (galleria di testa, biglietteria centrale e “galleria delle Carrozze”). Vi sorprenderà sapere che è stata realizzata in economia di mezzi: solo le parti inferiori del rivestimento sono in marmo mentre quelle superiori sono realizzate in cemento decorativo che imita il materiale più nobile. Anche gli elementi decorativi sono in gesso o in cemento. Sono molti i particolari che dovrebbero catturare la nostra attenzione partendo dalla facciata esterna in alto dove troviamo i cavalli, simbolo del movimento e del progresso. Sotto troviamo dei leoni, simbolo della forza e poi gli anelli che rappresentano la corona ferrea e quindi rappresentano i Savoia re d'Italia. Nella galleria delle Carrozze sono incisi i nomi dei personaggi che hanno portato il progresso in Italia (T. Edison, A.Volta, G.Marconi e Fulton): se vi capita di andarci, alzate gli occhi e cercateli. Qui si trovano anche molti simboli dell'era fascista come i fasci littori. Poi, nell'ingresso di quello che era la biglietteria centrale, alzate gli occhi: venendo dall'esterno per andare a prendere il treno, troverete tre medaglioni dove l'architetto ha voluto mandare un messaggio "state andando verso il futuro" rappresentando i mezzi di trasporto (il treno, la nave, l'aereo). Se, invece, state uscendo dalla stazione il messaggio è "state tornando nel passato" con tre medaglioni che rappresentano la città di Milano. Saliamo al piano dei binari e notiamo i mosaici che rappresentano le maggiori città d’Italia e quelli del pavimento. Infine scopriamo che, di fronte al binario 21, si trova il padiglione Reale, sala d'attesa della famiglia Savoia, in stile classicheggiante. L’ambiente si divide in sala reale e sala delle armi. Sotto la stazione, a piano strada in corrispondenza del binario 21, si trova il Memoriale della Shoah, area museale nata con lo scopo di realizzare un luogo di memoria per centinaia di deportati ebrei e politici che da qui venivano avviati ai lager. Direi che di spunti ve ne abbiamo dati tanti: ora lasciamo a voi il compito, la prossima volta che vi recherete in stazione per partire, di alzare gli occhi per scoprire questi dettagli che fanno, ancora una volta, la nostra città unica. Claudia Delissandri |
LA SACRA DI SAN MICHELE
Con un cielo terso e un sole splendente, siamo giunti allo stupendo santuario che si erige a picco sul monte Pirchiriano (da Pir=fuoco): uno sperone roccioso a 962 metri s.l.m. dove la leggenda racconta sia comparsa una fiamma, accompagnata da un'intensa luce, percepita fin dall’antichità come presenza sacra. Nei primi secoli del cristianesimo vennero edificate tre cappelle, attualmente inglobate nella chiesa come cripta. La Sacra si trova in val di Susa, in una traiettoria leggendaria chiamata: la via di San Michele Arcangelo, che unirebbe idealmente ben sette santuari dall'Irlanda fino a Israele. L'Arcangelo soldato avrebbe tracciato questa linea con la sua spada, spezzando di netto il percorso delle forze del Male. Nel 1100 arrivarono i monaci benedettini che costruirono dapprima il loro convento e poi vi edificarono la chiesa che sta proprio in cima alla roccia più elevata. Lo stile preponderante è ovviamente il Romanico. Per accedervi è necessario percorrere un lungo e ripido scalone che ha fisicamente provato alcuni di noi. È presente in ogni parte un grande valore simbolico, con segni visibili e chiari, almeno per l'epoca in cui venivano utilizzati. Lo scalone, in cui venivano esposti anche i corpi dei monaci defunti, rappresenta le fatiche, il dolore, le difficoltà dell'esistenza terrena, che conducono a un cammino di purificazione che termina nel portale d'arrivo, scolpito nel medioevo con costellazioni e segni dell'oroscopo, indicanti l'appartenenza universale e che introduce all'aperto, ossia alla spiritualità, al Paradiso, rappresentato dalla chiesa stessa. Dopo il 1300 la Sacra ebbe un declino che culminò con l'abbandono totale nel ‘600, venendo poi definitivamente saccheggiata a fine ‘700 dall'esercito francese. Nel 1800 però, per volontà del sovrano Carlo Felice di Savoia, venne restaurata e messa in sicurezza dai contrafforti di Alfredo D’Andrade e affidata ai Padri Rosminiani, che tutt’ora l'hanno in custodia e vi risiedono. All'interno, a fianco dell'altare, spicca il quadro cinquecentesco di San Michele che brandisce la spada per colpire il Demonio; mentre nell'abside, la statua dell'Arcangelo Gabriele annuncia a Maria il Salvatore, indicando anche la luce che penetra dal finestrone centrale e che inonda puntualmente la navata proprio il giorno della festa dedicata ai tre Arcangeli (29 settembre). Nell'uscita di un'intera giornata non poteva certo mancare un ottimo pranzo, gustato particolarmente perché accompagnato da un duo di bravi musicisti e dalle danze di alcune coppie coraggiose! Infine, visita a un allevamento bovino con piccolo caseificio annesso, per concludere poi con qualche passo sul pontile del vicino lago di Avigliana. Mentre tornavamo, “l'amico sole” ci ha accompagnati fino all'arrivo, regalandoci un magico tramonto. Elisa Vigevano |
Quando andremo al cimitero per la S. Messa per i defunti, ricordiamo anche quelli del nostro gruppo che da tempo ci hanno lasciato e che ai primordi hanno dato tempo, generosità, entusiasmo e intelligenza: senza il loro lavoro e la loro dedizione non sarebbe quello che è. Vorremmo nominarli tutti, uno per uno, ma non è possibile.
Li abbiamo sempre nel cuore. |
Si ringrazia Pianetabambini.it
Ecco qualche battuta presa dalla rete…
Si ringrazia BESTI.IT