Paesi Baschi e Castiglia
15-22 settembre 2024
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Resoconto
Dalla Castiglia ai Paesi Baschi
15-22 Settembre 2024
Finalmente è arrivato il giorno della partenza!
Emozionati come bimbi arriviamo puntualissimi in aeroporto e in un batter d’occhio raggiungiamo Madrid che ci accoglie con un tiepido sole.
Ad aspettarci c’è Juan, la nostra guida, che ci accompagnerà durante il nostro tour, raccontandoci di storia, tradizioni, usanze e anche divertenti gossip sui reali spagnoli presenti e passati.
La nostra prima tappa è Covarrubias, comune spagnolo di meno di 600 abitanti, situato nella comunità autonoma di Castiglia e León e caratterizzato da un’architettura tipica castigliana con strade porticate e case con intelaiatura in legno.
Dopo esserci rifocillati con una buona minestra di lenticchie, chorizo, morcilla e un buon bicchiere di vino rosso locale, andiamo a visitare il Monastero di Santo Domingo de Silos, abbazia benedettina nella quale si trova un chiostro, in stile romanico e a pianta quadrata, con due ordini di archi.
I capitelli del chiostro basso sono abbelliti da una ricca decorazione simbolica con draghi, centauri, motivi geometrici e sirene.
Gli angoli del chiostro sono invece arricchiti da bassorilievi che raffigurano scene della vita di Gesù e da un bellissimo soffitto a cassettoni mudéjar del XIV secolo con raffigurazioni della vita nel Medioevo.
Il monastero, gestito da monaci benedettini che celebrano messe gregoriane, possiede anche una ricca biblioteca e una farmacia del XVIII secolo che contiene una collezione di barattoli di Talavera e un laboratorio con strumenti antichi.
In serata arriviamo a Burgos, dove riusciamo a farci una passeggiata dopo cena ma è il giorno seguente che iniziamo a visitarla e ad apprezzarla.
Capitale provinciale della comunità autonoma di Castiglia e León, la città è caratterizzata da un'architettura medievale perfettamente conservata.
Il monumento più celebre è la cattedrale gotica francese di Santa Maria le cui tre porte sono fiancheggiate da campanili decorati.
Al suo interno si trovano la Cappella del Contestabile (decorata con figure di santi) e la tomba del Cid (Rodrigo Díaz de Vivar), comandante militare dell'XI secolo.
Ma anche l’adiacente Basilica di San Nicola di Bari merita una visita, soprattutto per la pala dell’altare maggiore in pietra.
La città è davvero graziosa e, nonostante la tiepida giornata, ci consente di visitarla in lungo e in largo.
Ci raccontano che il clima non è sempre piacevole, tanto è vero che dicono: “9 mesi d’inverno e 3 d’inferno”… i riscaldamenti sono presenti addirittura nelle chiese!
Il terzo giorno, prima di raggiungere Bilbao, visitiamo l'Abbazia di Las Huelgas, magnifico capolavoro in stile gotico.
Il maggiore dei due chiostri, detto di San Fernando, è del XIII secolo come la magnifica sala capitolare mentre quello minore, il Claustillas, è del XII secolo.
La chiesa del monastero ospita le tombe di Alfonso VIII e di sua moglie Eleonora e di numerosi membri della famiglia reale.
L'abbazia conserva anche la croce innalzata nel 1212 durante la battaglia di Las Navas de Tolosa e lo stendardo moresco preso alle schiere nemiche.
Nel pomeriggio arriviamo a Bilbao, la città più grande dei Paesi Baschi e capoluogo della provincia di Biscaglia, che ci colpisce subito per il suo stile moderno.
A darci il benvenuto è il Puppy, una scultura posta davanti al museo Guggenheim, realizzata dall'artista americano Jeff Koons nel 1992.
Rappresenta un cucciolo canino della razza West Highland White Terrier ed è costituito da una struttura in acciaio inossidabile ricoperta di piante e fiori.
Dalla costruzione del Guggenheim, avvenuta nel 1997, Bilbao si è trasformata per sempre.
Tuttavia colpisce la combinazione dell'avanguardia con il sapore tradizionale del suo centro storico caratterizzato da vie incantevoli e da bar con banconi pieni di pintxos, la versione basca delle tapas spagnole, che ovviamente assaggiamo, accompagnate dal fresco vino bianco locale, il tzakoli.
Il quarto giorno lo trascorriamo a San Sebastian, incantevole località sulla costa che rappresentava la dimora estiva dei reali spagnoli, di cui conserva l'eleganza.
È una città unica, che vanta un’invidiabile posizione su una baia affacciata sul mar Cantabrico, circondata da verdi montagne e che combina in maniera originalissima zone dalla distinta personalità e dalle atmosfere diversissime.
Ci divertiamo a esplorare la città e ad andare nuovamente nei bar tradizionali alla ricerca dei pintxos più appetitosi, annaffiati da un bicchiere di sidro o di vino Tzakoli.
Davvero incantevole!
Un gioiello impreziosito dalla bellissima spiaggia "la Concha", così chiamata proprio perché ricorda la forma di una conchiglia.
Il quinto giorno partiamo per Oviedo, passando prima per Santander, capitale della Cantabria e da Santillana del Mar, caratteristica cittadina nota per i nobili palazzi dal sapore medievale.
Scherzosamente è detta la "città delle tre bugie" perché scomponendo il nome non è santa (Santi), non è piana (llana) e non ha il mare (del Mar) perché è senza spiagge nel territorio comunale.
L'arrivo a Oviedo ci emoziona perché costellata da numerose chiese medievali e da importanti edifici barocchi.
Molti di questi monumenti nel loro insieme sono stati dichiarati Patrimonio dell'umanità.
La Cattedrale di Oviedo, con la sua splendida torre gotica, è il monumento simbolo della città: si tratta di un edificio religioso dalla storia millenaria che ha rivestito un ruolo primario nella cristianità spagnola del Medioevo.
Tra i tesori della Cattedrale ha un profondo significato religioso il Santo Sudario, il lenzuolo che avrebbe coperto il volto del Cristo morto.
Siamo un po’ sfortunati, purtroppo, perché l'ostensione del sudario avviene solo 3 volte l'anno: oltre al Venerdì Santo, il 14 Settembre e il 22 Settembre... purtroppo oggi è il 19 Settembre, ce lo perdiamo per poco... ma l'emozione di entrare nella Camera Santa è comunque molto forte!
Inoltre è il giorno di San Matteo, patrono della città, che di giorno ospita una pittoresca sfilata di carri che celebra gli emigrati spagnoli verso il Sud America e la sera si trasforma in un magnifico teatro di festa!
Il sesto giorno si parte per Leon, capitale dell'omonima regione, la cui cattedrale gotica, sorta su antiche rovine romane, affascina per i suoi 1.800 metri quadrati di vetrate.
Non meno piacevole è visitare il resto della deliziosa cittadina, con la Basilica di San Isidoro e la casa Botinas, il capolavoro di un giovane Gaudì che ora ospita un museo.
Il tempo scorre veloce e in un attimo siamo arrivati al settimo giorno della nostra splendida vacanza.
Arriviamo a Salamanca: ci avevano detto che saremmo rimasti affascinati da questa magnifica cittadina ma che fosse così bella forse non se lo aspettava nessuno di noi!
E' una città universitaria, meta di migliaia di studenti spagnoli e stranieri, che è riuscita a conservare tutto il suo sapore medievale, impreziosita dall'illuminazione notturna che la valorizza ancora di più.
Ricca di simbologia, è rappresentata da una simpatica rana, che solo dopo abbiamo capito a cosa si riferisse: sulla magnifica facciata dell'università, decorata così sapientemente che sembra ricamata, si nasconde una ranocchia... la leggenda narra che gli studenti che l'avessero trovata avrebbero superato con successo il loro esame universitario... noi l'abbiamo trovata (con qualche suggerimento di Juan) e chissà se ci porterà fortuna!
In un attimo arriva l'ottavo e ultimo giorno che ci riserva ancora una piacevolissima sorpresa con Avila, la famosa città natale di Santa Teresa caratterizzata da una strepitosa cinta muraria che racchiude edifici religiosi e strade acciottolate e che ci regala anche gustose tipicità gastronomiche come le Yemas de Santa Teresa, caratteristici dolcetti all'uovo.
Dopo pranzo ci dirigiamo verso l'aeroporto di Madrid, tristi per la fine della nostra avventura, ma profondamente arricchiti dall'unicità e dal fascino della storia, della cultura e delle tradizioni del nord della Spagna; di una Spagna inaspettatamente diversa dall’immaginario comune, impreziosita dalle dominazioni e dalle influenze dei popoli che l’hanno occupata nel corso dei secoli.
Ci sarebbe ancora tantissimo da raccontare, ma preferiamo serbarlo tra i nostri ricordi e lasciarlo scoprire a chi deciderà di intraprendere questo fantastico viaggio dopo di noi.
Patrizia Vantaggiato
15-22 Settembre 2024
Finalmente è arrivato il giorno della partenza!
Emozionati come bimbi arriviamo puntualissimi in aeroporto e in un batter d’occhio raggiungiamo Madrid che ci accoglie con un tiepido sole.
Ad aspettarci c’è Juan, la nostra guida, che ci accompagnerà durante il nostro tour, raccontandoci di storia, tradizioni, usanze e anche divertenti gossip sui reali spagnoli presenti e passati.
La nostra prima tappa è Covarrubias, comune spagnolo di meno di 600 abitanti, situato nella comunità autonoma di Castiglia e León e caratterizzato da un’architettura tipica castigliana con strade porticate e case con intelaiatura in legno.
Dopo esserci rifocillati con una buona minestra di lenticchie, chorizo, morcilla e un buon bicchiere di vino rosso locale, andiamo a visitare il Monastero di Santo Domingo de Silos, abbazia benedettina nella quale si trova un chiostro, in stile romanico e a pianta quadrata, con due ordini di archi.
I capitelli del chiostro basso sono abbelliti da una ricca decorazione simbolica con draghi, centauri, motivi geometrici e sirene.
Gli angoli del chiostro sono invece arricchiti da bassorilievi che raffigurano scene della vita di Gesù e da un bellissimo soffitto a cassettoni mudéjar del XIV secolo con raffigurazioni della vita nel Medioevo.
Il monastero, gestito da monaci benedettini che celebrano messe gregoriane, possiede anche una ricca biblioteca e una farmacia del XVIII secolo che contiene una collezione di barattoli di Talavera e un laboratorio con strumenti antichi.
In serata arriviamo a Burgos, dove riusciamo a farci una passeggiata dopo cena ma è il giorno seguente che iniziamo a visitarla e ad apprezzarla.
Capitale provinciale della comunità autonoma di Castiglia e León, la città è caratterizzata da un'architettura medievale perfettamente conservata.
Il monumento più celebre è la cattedrale gotica francese di Santa Maria le cui tre porte sono fiancheggiate da campanili decorati.
Al suo interno si trovano la Cappella del Contestabile (decorata con figure di santi) e la tomba del Cid (Rodrigo Díaz de Vivar), comandante militare dell'XI secolo.
Ma anche l’adiacente Basilica di San Nicola di Bari merita una visita, soprattutto per la pala dell’altare maggiore in pietra.
La città è davvero graziosa e, nonostante la tiepida giornata, ci consente di visitarla in lungo e in largo.
Ci raccontano che il clima non è sempre piacevole, tanto è vero che dicono: “9 mesi d’inverno e 3 d’inferno”… i riscaldamenti sono presenti addirittura nelle chiese!
Il terzo giorno, prima di raggiungere Bilbao, visitiamo l'Abbazia di Las Huelgas, magnifico capolavoro in stile gotico.
Il maggiore dei due chiostri, detto di San Fernando, è del XIII secolo come la magnifica sala capitolare mentre quello minore, il Claustillas, è del XII secolo.
La chiesa del monastero ospita le tombe di Alfonso VIII e di sua moglie Eleonora e di numerosi membri della famiglia reale.
L'abbazia conserva anche la croce innalzata nel 1212 durante la battaglia di Las Navas de Tolosa e lo stendardo moresco preso alle schiere nemiche.
Nel pomeriggio arriviamo a Bilbao, la città più grande dei Paesi Baschi e capoluogo della provincia di Biscaglia, che ci colpisce subito per il suo stile moderno.
A darci il benvenuto è il Puppy, una scultura posta davanti al museo Guggenheim, realizzata dall'artista americano Jeff Koons nel 1992.
Rappresenta un cucciolo canino della razza West Highland White Terrier ed è costituito da una struttura in acciaio inossidabile ricoperta di piante e fiori.
Dalla costruzione del Guggenheim, avvenuta nel 1997, Bilbao si è trasformata per sempre.
Tuttavia colpisce la combinazione dell'avanguardia con il sapore tradizionale del suo centro storico caratterizzato da vie incantevoli e da bar con banconi pieni di pintxos, la versione basca delle tapas spagnole, che ovviamente assaggiamo, accompagnate dal fresco vino bianco locale, il tzakoli.
Il quarto giorno lo trascorriamo a San Sebastian, incantevole località sulla costa che rappresentava la dimora estiva dei reali spagnoli, di cui conserva l'eleganza.
È una città unica, che vanta un’invidiabile posizione su una baia affacciata sul mar Cantabrico, circondata da verdi montagne e che combina in maniera originalissima zone dalla distinta personalità e dalle atmosfere diversissime.
Ci divertiamo a esplorare la città e ad andare nuovamente nei bar tradizionali alla ricerca dei pintxos più appetitosi, annaffiati da un bicchiere di sidro o di vino Tzakoli.
Davvero incantevole!
Un gioiello impreziosito dalla bellissima spiaggia "la Concha", così chiamata proprio perché ricorda la forma di una conchiglia.
Il quinto giorno partiamo per Oviedo, passando prima per Santander, capitale della Cantabria e da Santillana del Mar, caratteristica cittadina nota per i nobili palazzi dal sapore medievale.
Scherzosamente è detta la "città delle tre bugie" perché scomponendo il nome non è santa (Santi), non è piana (llana) e non ha il mare (del Mar) perché è senza spiagge nel territorio comunale.
L'arrivo a Oviedo ci emoziona perché costellata da numerose chiese medievali e da importanti edifici barocchi.
Molti di questi monumenti nel loro insieme sono stati dichiarati Patrimonio dell'umanità.
La Cattedrale di Oviedo, con la sua splendida torre gotica, è il monumento simbolo della città: si tratta di un edificio religioso dalla storia millenaria che ha rivestito un ruolo primario nella cristianità spagnola del Medioevo.
Tra i tesori della Cattedrale ha un profondo significato religioso il Santo Sudario, il lenzuolo che avrebbe coperto il volto del Cristo morto.
Siamo un po’ sfortunati, purtroppo, perché l'ostensione del sudario avviene solo 3 volte l'anno: oltre al Venerdì Santo, il 14 Settembre e il 22 Settembre... purtroppo oggi è il 19 Settembre, ce lo perdiamo per poco... ma l'emozione di entrare nella Camera Santa è comunque molto forte!
Inoltre è il giorno di San Matteo, patrono della città, che di giorno ospita una pittoresca sfilata di carri che celebra gli emigrati spagnoli verso il Sud America e la sera si trasforma in un magnifico teatro di festa!
Il sesto giorno si parte per Leon, capitale dell'omonima regione, la cui cattedrale gotica, sorta su antiche rovine romane, affascina per i suoi 1.800 metri quadrati di vetrate.
Non meno piacevole è visitare il resto della deliziosa cittadina, con la Basilica di San Isidoro e la casa Botinas, il capolavoro di un giovane Gaudì che ora ospita un museo.
Il tempo scorre veloce e in un attimo siamo arrivati al settimo giorno della nostra splendida vacanza.
Arriviamo a Salamanca: ci avevano detto che saremmo rimasti affascinati da questa magnifica cittadina ma che fosse così bella forse non se lo aspettava nessuno di noi!
E' una città universitaria, meta di migliaia di studenti spagnoli e stranieri, che è riuscita a conservare tutto il suo sapore medievale, impreziosita dall'illuminazione notturna che la valorizza ancora di più.
Ricca di simbologia, è rappresentata da una simpatica rana, che solo dopo abbiamo capito a cosa si riferisse: sulla magnifica facciata dell'università, decorata così sapientemente che sembra ricamata, si nasconde una ranocchia... la leggenda narra che gli studenti che l'avessero trovata avrebbero superato con successo il loro esame universitario... noi l'abbiamo trovata (con qualche suggerimento di Juan) e chissà se ci porterà fortuna!
In un attimo arriva l'ottavo e ultimo giorno che ci riserva ancora una piacevolissima sorpresa con Avila, la famosa città natale di Santa Teresa caratterizzata da una strepitosa cinta muraria che racchiude edifici religiosi e strade acciottolate e che ci regala anche gustose tipicità gastronomiche come le Yemas de Santa Teresa, caratteristici dolcetti all'uovo.
Dopo pranzo ci dirigiamo verso l'aeroporto di Madrid, tristi per la fine della nostra avventura, ma profondamente arricchiti dall'unicità e dal fascino della storia, della cultura e delle tradizioni del nord della Spagna; di una Spagna inaspettatamente diversa dall’immaginario comune, impreziosita dalle dominazioni e dalle influenze dei popoli che l’hanno occupata nel corso dei secoli.
Ci sarebbe ancora tantissimo da raccontare, ma preferiamo serbarlo tra i nostri ricordi e lasciarlo scoprire a chi deciderà di intraprendere questo fantastico viaggio dopo di noi.
Patrizia Vantaggiato