Villa Arconati
23 marzo 2019
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Resoconto
VILLA ARCONATI VILLA DI DELIZIA
Nel 1700 si definivano Ville di Delizia le residenze che le famiglie nobili del tempo si facevano erigere in campagna, da famosi architetti del tempo, per aumentare il loro prestigio.
Erano residenze di rappresentanza dove il “signore” si dilettava a ricevere e mostrare ai suoi ospiti tutta la sua ricchezza, potenza e grandezza.
Nel 1610 Galeazzo Arconati, importante nobile milanese, acquistò una proprietà che sorgeva nel nucleo medioevale del Castellazzo ed era formata dal Borgo e dalla Villa situati nel Parco delle Groane e la trasformò nel complesso che ancora oggi abbiamo il piacere di ammirare.
Dallo scalone principale, riccamente affrescato, raggiungiamo l’Atrio del Podesti: un ambiente che ospita uno dei fondi bibliotecari presenti in villa, ricollocato e catalogato dal FAR.
Vi sono presenti inoltre due monocromi dipinti su muro del Podesti che rappresentano un bellissimo Ecce Homo e un Gesù Bambino con la Madonna.
La villa è immensa e conserva alcuni capolavori come la colossale statua di Tiberio (situata nel Museo), l’enorme affresco nel Salone delle Feste (che rappresenta la caduta di Fetonte), la Stanza dei Paesaggi Marini (con affreschi e soffitto a cassettoni) e la Galleria dei Ritratti per arrivare, infine, alla Stanza delle Donne (con busti di matrone romane) dove, si racconta, nacquero con Gaetana Agnesi i primi sentimenti femministi.
Non ultima si annovera anche la grande Sala da Ballo ed il Teatro che ebbe, a suo tempo, un grande rilievo.
Tutte stanze di rappresentanza di gusto e moda alla francese (specchi, candelabri, etc…) che nel 1700 ne dettava i comportamenti.
All’esterno si possono ammirare la Corte dei Nobili (da cui è possibile vedere in lontananza il Teatro di Diana in ristrutturazione), la Limonaia (che è uno dei simboli delle Delizie del Parco), la Fontana del Delfino e il Parco Storico.
Dei giardini alla francese è rimasto poco ma la giornata volgeva al termine e noi, soddisfatti di questa nuova scoperta, ringraziando la nostra guida, abbiamo raggiunto il pulman per il rientro.
Susanna Rossini
Nel 1700 si definivano Ville di Delizia le residenze che le famiglie nobili del tempo si facevano erigere in campagna, da famosi architetti del tempo, per aumentare il loro prestigio.
Erano residenze di rappresentanza dove il “signore” si dilettava a ricevere e mostrare ai suoi ospiti tutta la sua ricchezza, potenza e grandezza.
Nel 1610 Galeazzo Arconati, importante nobile milanese, acquistò una proprietà che sorgeva nel nucleo medioevale del Castellazzo ed era formata dal Borgo e dalla Villa situati nel Parco delle Groane e la trasformò nel complesso che ancora oggi abbiamo il piacere di ammirare.
Dallo scalone principale, riccamente affrescato, raggiungiamo l’Atrio del Podesti: un ambiente che ospita uno dei fondi bibliotecari presenti in villa, ricollocato e catalogato dal FAR.
Vi sono presenti inoltre due monocromi dipinti su muro del Podesti che rappresentano un bellissimo Ecce Homo e un Gesù Bambino con la Madonna.
La villa è immensa e conserva alcuni capolavori come la colossale statua di Tiberio (situata nel Museo), l’enorme affresco nel Salone delle Feste (che rappresenta la caduta di Fetonte), la Stanza dei Paesaggi Marini (con affreschi e soffitto a cassettoni) e la Galleria dei Ritratti per arrivare, infine, alla Stanza delle Donne (con busti di matrone romane) dove, si racconta, nacquero con Gaetana Agnesi i primi sentimenti femministi.
Non ultima si annovera anche la grande Sala da Ballo ed il Teatro che ebbe, a suo tempo, un grande rilievo.
Tutte stanze di rappresentanza di gusto e moda alla francese (specchi, candelabri, etc…) che nel 1700 ne dettava i comportamenti.
All’esterno si possono ammirare la Corte dei Nobili (da cui è possibile vedere in lontananza il Teatro di Diana in ristrutturazione), la Limonaia (che è uno dei simboli delle Delizie del Parco), la Fontana del Delfino e il Parco Storico.
Dei giardini alla francese è rimasto poco ma la giornata volgeva al termine e noi, soddisfatti di questa nuova scoperta, ringraziando la nostra guida, abbiamo raggiunto il pulman per il rientro.
Susanna Rossini