Bologna
2 marzo 2024
Foto cliccate sulle foto per una visualizzazione ottimale
Resoconto
BOLOGNA LA DOTTA
Pioviggina: il pullman ci lascia in piazza Malpighi, attraversiamo il porticato e ci avviamo, un po’ scoraggiati, verso piazza Maggiore cuore della vita civile, sociale e politica della città e, da sempre, punto d’incontro dei bolognesi per manifestazioni ed eventi di vario genere.
Su piazza Maggiore si affacciano gli edifici e i palazzi civici più importanti; tutti di origine Medievale, dal Palazzo Comunale (ora sede del Municipio) al Palazzo del Podestà (XIII sec.) con la Torre dell’Arengo (1212) che appartiene al nucleo più antico dell’edificio poi riedificato nel XV° secolo dalla famiglia Bentivoglio che erano Signori della città.
Palazzo Re Renzo, re di Sardegna e figlio dell’imperatore Federico II° di Svevia che vi fu imprigionato dal 1249 fino alla morte.
Palazzo dei Notai e Palazzo dei Banchi, sedi delle più importanti e potenti corporazioni Medievali e il cui nome deriva dalle botteghe dei cambiavalute un tempo situate sotto il portico.
Ed eccoci davanti alla Basilica tardogotica di San Petronio (1390), dedicata al patrono di Bologna che, secondo la leggenda, definì il perimetro della città con l’ausilio di quattro croci ancora oggi visibili all’interno.
E’ la chiesa più amata dai bolognesi e la sua facciata purtroppo è incompiuta, la parte bassa è rivestita da marmi bianchi e rossi (i colori del comune) mentre la bellissima lunetta centrale, scolpita dal Della Quercia, rappresenta la Madonna con bambino e San Petronio, Sant’Ambrogio fu aggiunto nel 1510 dal Varignana.
Il Portale in bronzo, sempre del Della Quercia, rappresenta scene del Vecchio e Nuovo Testamento.
L’interno della basilica, in stile gotico, è diviso in tre navate con 22 cappelle ricche di preziosi affreschi e antiche vetrate.
Nella navata di sinistra si trova la linea Meridiana, progettata dall’astronomo G.D. Cassini nel 1655, che indica sul pavimento il moto solare.
La Cappella Bolognini è famosa per il grande affresco del Giudizio Universale con ben visibile l’inferno e il paradiso dantesco e Lucifero al centro.
Questo affresco ha creato negli anni scorsi problemi di sicurezza alla città per una citazione alla figura di Maometto ben visibile e non gradita agli integralisti islamici.
Al centro, la statua di San Petronio con in mano la riproduzione in miniatura della città e poi l’organo del 1400, il polittico di scuola lombarda, gli affreschi del XV secolo, la reliquia del capo di San Petronio e tantissime altre opere bellissime di pittori e scultori più o meno famosi ci lasciano ancora una volta a bocca aperta.
Alla fine della visita ci rimane la profonda emozione d’aver ancora una volta scoperto un’altra delle tante meraviglie della nostra splendida Italia.
Ma non finisce qui, la nostra guida, passeggiando lungo il Portico del Pavaglione nel cuore di Bologna, ci conduce al Palazzo dell’Archiginnasio, prima sede dell’antica Università, costruita nel 1563.
Salendo le scale, decorate con iscrizioni commemorative, troviamo circa 7000 stemmi di studenti provenienti da tutta Europa.
Raggiungiamo il primo piano per entrare nell’Aula Magna degli Artisti e dei Legisti, oggi sala di lettura della Biblioteca Comunale chiamata anche Sabat Mater in memoria della prima esecuzione di G. Rossini.
La Biblioteca è una delle maggiori d’Europa con 700.000 volumi, 15.000 edizioni rare, 12.000 manoscritti, disegni, stampe e codici miniati.
Ma il gioiello dell’Archiginnasio è il Teatro Anatomico del XIII secolo: ci siamo potuti sedere in questa grande sala lignea, ricca di sculture e di statue di medici dell’antichità e, mentre la nostra guida ci narrava i fatti storici, abbiamo potuto osservare con un po’ d’apprensione la tavola anatomica dove si svolgevano le dissezioni dei cadaveri.
Smette di piovere… il ristorante ci aspetta e, dopo un lauto pranzo, nel pomeriggio, attraversiamo i pittoreschi viali del Mercato di Mezzo e le caratteristiche Botteghe alimentari per arrivare al Palazzo della Mercanzia (XIII sec.) e, a pochi passi, le due Torri simbolo della Città ci accolgono.
La Torre degli Asinelli, costruita tra il 1109 e il 1119, è alta 97,20 metri ed era utilizzata a scopi militari mentre la Torre Garisenda, sempre dello stesso secolo, prende il nome da due nobili ghibellini ed è ricordata anche da Dante nella Divina Commedia.
Proseguiamo verso piazza di Santo Stefano con il complesso omonimo chiamato anche “Le sette chiese” o “Piccola Gerusalemme “, che è formato da quattro chiese risalenti al 392 d.c. quando, Ambrogio vescovo di Milano, vi pose delle reliquie di martiri bolognesi e, mezzo secolo dopo, Petronio fece costruire una piccola riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Verso la fine del X secolo invece, i frati Benedettini iniziarono a ristrutturare creando una basilica simile a un gioco di scatole cinesi fatte di chiese e cortili, chiostri e passaggi: un complesso che ancora oggi affascina molto ed è meta turistica molto ambita.
Lasciate le Sette Chiese raggiungiamo la Basilica di San Domenico, sull’omonima piazza pavimentata con sassi di fiume secondo l’uso medievale ed eretta in stile tardo-romanico.
Centro religioso/culturale e culla dell’ordine Domenicano, che custodisce gelosamente tesori d’arte e d’architettura come il grande Chiostro dei Morti, il Coro ligneo nel transetto sinistro dell’altare maggiore intarsiato da Fra Domenico da Bergamo nel 1528 e, la Cappella di San Domenico dove si trova la splendida Arca del Santo, morto a Bologna nel 1221, opera dello scultore Nicola Pisano (1267) e arricchita da statue di Michelangelo (1494).
La giornata è giunta al termine e il pullman ci aspetta per il rientro: la stanchezza inizia a farsi sentire ma il cuore è leggero e felice d’aver ancora una volta scoperto e partecipato a quanto di più prezioso e magnifico il nostro Paese ci offre.
Susanna Rossini
Pioviggina: il pullman ci lascia in piazza Malpighi, attraversiamo il porticato e ci avviamo, un po’ scoraggiati, verso piazza Maggiore cuore della vita civile, sociale e politica della città e, da sempre, punto d’incontro dei bolognesi per manifestazioni ed eventi di vario genere.
Su piazza Maggiore si affacciano gli edifici e i palazzi civici più importanti; tutti di origine Medievale, dal Palazzo Comunale (ora sede del Municipio) al Palazzo del Podestà (XIII sec.) con la Torre dell’Arengo (1212) che appartiene al nucleo più antico dell’edificio poi riedificato nel XV° secolo dalla famiglia Bentivoglio che erano Signori della città.
Palazzo Re Renzo, re di Sardegna e figlio dell’imperatore Federico II° di Svevia che vi fu imprigionato dal 1249 fino alla morte.
Palazzo dei Notai e Palazzo dei Banchi, sedi delle più importanti e potenti corporazioni Medievali e il cui nome deriva dalle botteghe dei cambiavalute un tempo situate sotto il portico.
Ed eccoci davanti alla Basilica tardogotica di San Petronio (1390), dedicata al patrono di Bologna che, secondo la leggenda, definì il perimetro della città con l’ausilio di quattro croci ancora oggi visibili all’interno.
E’ la chiesa più amata dai bolognesi e la sua facciata purtroppo è incompiuta, la parte bassa è rivestita da marmi bianchi e rossi (i colori del comune) mentre la bellissima lunetta centrale, scolpita dal Della Quercia, rappresenta la Madonna con bambino e San Petronio, Sant’Ambrogio fu aggiunto nel 1510 dal Varignana.
Il Portale in bronzo, sempre del Della Quercia, rappresenta scene del Vecchio e Nuovo Testamento.
L’interno della basilica, in stile gotico, è diviso in tre navate con 22 cappelle ricche di preziosi affreschi e antiche vetrate.
Nella navata di sinistra si trova la linea Meridiana, progettata dall’astronomo G.D. Cassini nel 1655, che indica sul pavimento il moto solare.
La Cappella Bolognini è famosa per il grande affresco del Giudizio Universale con ben visibile l’inferno e il paradiso dantesco e Lucifero al centro.
Questo affresco ha creato negli anni scorsi problemi di sicurezza alla città per una citazione alla figura di Maometto ben visibile e non gradita agli integralisti islamici.
Al centro, la statua di San Petronio con in mano la riproduzione in miniatura della città e poi l’organo del 1400, il polittico di scuola lombarda, gli affreschi del XV secolo, la reliquia del capo di San Petronio e tantissime altre opere bellissime di pittori e scultori più o meno famosi ci lasciano ancora una volta a bocca aperta.
Alla fine della visita ci rimane la profonda emozione d’aver ancora una volta scoperto un’altra delle tante meraviglie della nostra splendida Italia.
Ma non finisce qui, la nostra guida, passeggiando lungo il Portico del Pavaglione nel cuore di Bologna, ci conduce al Palazzo dell’Archiginnasio, prima sede dell’antica Università, costruita nel 1563.
Salendo le scale, decorate con iscrizioni commemorative, troviamo circa 7000 stemmi di studenti provenienti da tutta Europa.
Raggiungiamo il primo piano per entrare nell’Aula Magna degli Artisti e dei Legisti, oggi sala di lettura della Biblioteca Comunale chiamata anche Sabat Mater in memoria della prima esecuzione di G. Rossini.
La Biblioteca è una delle maggiori d’Europa con 700.000 volumi, 15.000 edizioni rare, 12.000 manoscritti, disegni, stampe e codici miniati.
Ma il gioiello dell’Archiginnasio è il Teatro Anatomico del XIII secolo: ci siamo potuti sedere in questa grande sala lignea, ricca di sculture e di statue di medici dell’antichità e, mentre la nostra guida ci narrava i fatti storici, abbiamo potuto osservare con un po’ d’apprensione la tavola anatomica dove si svolgevano le dissezioni dei cadaveri.
Smette di piovere… il ristorante ci aspetta e, dopo un lauto pranzo, nel pomeriggio, attraversiamo i pittoreschi viali del Mercato di Mezzo e le caratteristiche Botteghe alimentari per arrivare al Palazzo della Mercanzia (XIII sec.) e, a pochi passi, le due Torri simbolo della Città ci accolgono.
La Torre degli Asinelli, costruita tra il 1109 e il 1119, è alta 97,20 metri ed era utilizzata a scopi militari mentre la Torre Garisenda, sempre dello stesso secolo, prende il nome da due nobili ghibellini ed è ricordata anche da Dante nella Divina Commedia.
Proseguiamo verso piazza di Santo Stefano con il complesso omonimo chiamato anche “Le sette chiese” o “Piccola Gerusalemme “, che è formato da quattro chiese risalenti al 392 d.c. quando, Ambrogio vescovo di Milano, vi pose delle reliquie di martiri bolognesi e, mezzo secolo dopo, Petronio fece costruire una piccola riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Verso la fine del X secolo invece, i frati Benedettini iniziarono a ristrutturare creando una basilica simile a un gioco di scatole cinesi fatte di chiese e cortili, chiostri e passaggi: un complesso che ancora oggi affascina molto ed è meta turistica molto ambita.
Lasciate le Sette Chiese raggiungiamo la Basilica di San Domenico, sull’omonima piazza pavimentata con sassi di fiume secondo l’uso medievale ed eretta in stile tardo-romanico.
Centro religioso/culturale e culla dell’ordine Domenicano, che custodisce gelosamente tesori d’arte e d’architettura come il grande Chiostro dei Morti, il Coro ligneo nel transetto sinistro dell’altare maggiore intarsiato da Fra Domenico da Bergamo nel 1528 e, la Cappella di San Domenico dove si trova la splendida Arca del Santo, morto a Bologna nel 1221, opera dello scultore Nicola Pisano (1267) e arricchita da statue di Michelangelo (1494).
La giornata è giunta al termine e il pullman ci aspetta per il rientro: la stanchezza inizia a farsi sentire ma il cuore è leggero e felice d’aver ancora una volta scoperto e partecipato a quanto di più prezioso e magnifico il nostro Paese ci offre.
Susanna Rossini