Casa di Manzoni
26 settembre 2023
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Resoconto
Un pomeriggio manzoniano
Cielo di Milano splendido, Casa Manzoni che stramerita di essere visitata non solo da chi è manzoniano.
Una guida interna, con molta chiarezza e competenza, ci ha condotto tra la vita e l'opera del sommo scrittore attraverso i vari ambienti.
Dal cortile interno raggiungiamo la camera in cui visse per una quindicina di anni l'amico Tommaso Grossi, avvocato e scrittore.
Alle pareti, tra i vari dipinti, spicca una grande tela raffigurante il Grossi al capezzale di Carlo Porta sofferente: colpisce la coperta con i tre colori, richiamo per nulla velato al tricolore bandito al tempo degli Austriaci.
Passiamo allo studio, il cuore del Manzoni scrittore, patriota, uomo di grande cultura e senatore del neonato Regno d'Italia.
La biblioteca alle pareti ospita un migliaio di volumi di vario genere e ci sono la scrivania e le poltroncine, di fronte al camino, su cui sedettero i Grandi del Risorgimento.
L'arredamento è sobrio ed essenziale senza ostentazione e, come nel resto della casa, riflette lo stile e la personalità del proprietario.
Gli ambienti si affacciano su uno splendido giardino, un tempo di proprietà della casa, ora non più.
Di questo vasto giardino si occupava personalmente il Manzoni: studioso esperto di botanica e di agricoltura.
Dei piani superiori è visitabile solo il primo mentre l'ultimo è occupato dal Centro Studi Manzoniani.
Troviamo ampie sale familiari con dipinti legati alla sua biografia, alla sua Milano, ad alcuni momenti salienti del Romanzo, a ritratti e fotografie del Manzoni dalla gioventù fino alla vecchiaia quando era ormai nel pantheon.
Una camera matrimoniale grande da ospitare i dieci figli nati dal primo matrimonio con Enrichetta Blondel figlia di un ricco imprenditore serico ginevrino; accanto una spaziosa camera da letto semplicemente arredata con un tavolino delle poltroncine e un letto singolo in cui lo scrittore morì.
Le teche sono ricche di manoscritti e delle varie versioni del Romanzo da quella del 1827 all'edizione del 1840/42, uscita in dispense, riscritta dopo il lungo soggiorno fiorentino.
All'esterno la nostra Chiara, eccellente guida, ci ha condotto da Piazza Belgioioso (con il Palazzo omonimo e il monumento a Cristina di Belgioso) a Piazza San Fedele con la chiesa omonima in cui Manzoni, fervente cattolico, assisteva quotidianamente alla Santa Messa.
Al centro della piazza sorge il monumento allo scrittore; ai lati Palazzo Marino in cui visse Marianna De Leiva, la Monaca di Monza, di fronte si ergeva l'Hotel Bella Venezia che ospitava i Personaggi Illustri di passaggio in Città.
Da qui ci siamo diretti a Piazza Mercanti con il Palazzo dei Giureconsulti accanto a quello del Podestà (lo spagnolo Ferrer ai tempi della rivolta del pane) fino a quella che era la Corsia de' Servi col Prestin di scansc, forno delle grucce, delle pale o della famiglia Scanzi dove ebbe inizio la rivolta del pane che vide Renzo protagonista involontario.
Ora c'è una targa sul muro della galleria che ci ricorda dov'era il forno.
Qui ci siamo salutati... e vi saluto anch'io. Grazie per l'attenzione
Maurizio Besozzi
Cielo di Milano splendido, Casa Manzoni che stramerita di essere visitata non solo da chi è manzoniano.
Una guida interna, con molta chiarezza e competenza, ci ha condotto tra la vita e l'opera del sommo scrittore attraverso i vari ambienti.
Dal cortile interno raggiungiamo la camera in cui visse per una quindicina di anni l'amico Tommaso Grossi, avvocato e scrittore.
Alle pareti, tra i vari dipinti, spicca una grande tela raffigurante il Grossi al capezzale di Carlo Porta sofferente: colpisce la coperta con i tre colori, richiamo per nulla velato al tricolore bandito al tempo degli Austriaci.
Passiamo allo studio, il cuore del Manzoni scrittore, patriota, uomo di grande cultura e senatore del neonato Regno d'Italia.
La biblioteca alle pareti ospita un migliaio di volumi di vario genere e ci sono la scrivania e le poltroncine, di fronte al camino, su cui sedettero i Grandi del Risorgimento.
L'arredamento è sobrio ed essenziale senza ostentazione e, come nel resto della casa, riflette lo stile e la personalità del proprietario.
Gli ambienti si affacciano su uno splendido giardino, un tempo di proprietà della casa, ora non più.
Di questo vasto giardino si occupava personalmente il Manzoni: studioso esperto di botanica e di agricoltura.
Dei piani superiori è visitabile solo il primo mentre l'ultimo è occupato dal Centro Studi Manzoniani.
Troviamo ampie sale familiari con dipinti legati alla sua biografia, alla sua Milano, ad alcuni momenti salienti del Romanzo, a ritratti e fotografie del Manzoni dalla gioventù fino alla vecchiaia quando era ormai nel pantheon.
Una camera matrimoniale grande da ospitare i dieci figli nati dal primo matrimonio con Enrichetta Blondel figlia di un ricco imprenditore serico ginevrino; accanto una spaziosa camera da letto semplicemente arredata con un tavolino delle poltroncine e un letto singolo in cui lo scrittore morì.
Le teche sono ricche di manoscritti e delle varie versioni del Romanzo da quella del 1827 all'edizione del 1840/42, uscita in dispense, riscritta dopo il lungo soggiorno fiorentino.
All'esterno la nostra Chiara, eccellente guida, ci ha condotto da Piazza Belgioioso (con il Palazzo omonimo e il monumento a Cristina di Belgioso) a Piazza San Fedele con la chiesa omonima in cui Manzoni, fervente cattolico, assisteva quotidianamente alla Santa Messa.
Al centro della piazza sorge il monumento allo scrittore; ai lati Palazzo Marino in cui visse Marianna De Leiva, la Monaca di Monza, di fronte si ergeva l'Hotel Bella Venezia che ospitava i Personaggi Illustri di passaggio in Città.
Da qui ci siamo diretti a Piazza Mercanti con il Palazzo dei Giureconsulti accanto a quello del Podestà (lo spagnolo Ferrer ai tempi della rivolta del pane) fino a quella che era la Corsia de' Servi col Prestin di scansc, forno delle grucce, delle pale o della famiglia Scanzi dove ebbe inizio la rivolta del pane che vide Renzo protagonista involontario.
Ora c'è una targa sul muro della galleria che ci ricorda dov'era il forno.
Qui ci siamo salutati... e vi saluto anch'io. Grazie per l'attenzione
Maurizio Besozzi