Stazione Centrale di Milano
19 aprile 2024
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Resoconto
LA STAZIONE CENTRALE: LA STORIA DI TUTTI
Prima d'iniziare a raccontare il tour del 17 aprile, sento il piacere di ringraziare le persone che pensano e programmano questi tour cittadini.
Io toccai il suolo milanese scendendo da un treno circa alle 2 del mattino nel febbraio del 1956 ed eravamo in cinque perché il sesto componente della famiglia si era fermato a Padova per … amore.
Dal treno all'arrivo avevo osservato il grande arco in struttura di profilati e la copertura trasparente.
Il papà in testa, gli altri in coda e io per ultimo, prendemmo l'ampia scalinata che ci portò in piazza duca d'Aosta.
Sui fianchi della scalinata i due stretti piani inclinati in marmo permettevano alle valigie di scivolare fino al piano terra.
La costruzione della stazione ferroviaria Centrale di Milano si rese necessaria già nel 1800 e nel 1911 furono presentati 43 progetti tra i quali fu scelto quello dell'architetto toscano Ulisse Stacchini.
La sua inaugurazione avvenne nel luglio del 1931.
La rete ferroviaria che vi parte permette il collegamento con quasi tutte le capitali europee.
Il suo stile si può considerare neoclassico ... con molte varianti.
Per lo spirito commerciale milanese, il tragitto che si percorre sopra al lungo cavalcavia interno alla città, si può considerare come una rapida carrellata tra le attività e le imprese cittadine.
La stazione ha al suo interno una ricca collezione d'opere d’arte composta da sculture, bassorilievi, dipinti, mosaici e pannelli rivestiti in piastrelle di maiolica che sfuggono al viaggiatore impegnato a percorrere nel tempo più breve possibile il suo tragitto.
E' questa una regola che viene quasi automatica al contatto con la dinamicità tipica milanese.
Sotto l'aspetto tecnico, le grandi arcate costruite in profilati d'acciaio controventati e accoppiati con chiodi a caldo, furono per quel tempo un lavoro importante al pari di quello della copertura, rivestita in materiale trasparente, con le aperture verticali a unghietta poste, nella parte alta delle arcate, nel senso longitudinale per permettere a tutt'oggi un buon giro d'aria (indispensabile ai tempi delle locomotive).
Dalla costruzione originale su due piani alle forme attuali su tre livelli, sono stati inseriti dei nastri inclinati mobili elettrici (tapis roulant) che facilitano sia la salita che discesa ai viaggiatori permettendo loro di trasportarsi a mano anche le valigie ormai tutte munite di rotelle.
Anche l'insieme dei negozi si è molto arricchito nelle varie tabelle merceologiche.
Mentre passavamo al secondo piano abbiamo visto una coda ordinata di persone che sfruttavano il cambio automatico.
Dall'entrata dei tornelli della stazione al secondo piano, girandosi verso l'entrata, nella parte alta, si sono notati dei pannelli in mattonelle di ceramica che riportano diversi paesaggi nazionali: quattro sono vedute di Milano dai quattro punti cardinali e altre, riportano viste di Firenze, Roma e Venezia.
Sono però viste ormai nel secolo scorso e hanno quindi una immagine … antica.
Dal pianerottolo della scala del secondo piano, osservando la parte alta del muro dell'entrata, vi si notano sculture in bassorilievo e, nella parte destra, c’è quella dell'architetto Ulisse Stacchini, riconoscibile per la sua bella barba, rappresentato seduto come fosse a un congresso.
Anche la nostra guida Monica Torri, che ringraziamo per l'ottima e precisa spiegazione, è laureata in architettura e per due buone ore ci ha spiegato, con calma e precisione, date, riferimenti e dettagli narrandoci anche del trattamento riservato dai tedeschi agli ebrei di Milano che, su carri bestiame, venivano spediti da qui ai campi di concentramento forniti solo di un pacchetto di gallette per tutta la durata del viaggio che, a volte, raggiungeva anche i sette giorni.
Un particolare che ha colpito è che il fronte della stazione é orientato direttamente verso il Duomo.
Il nome di “Centrale” deriva dal fatto che Milano aveva (e ha tutt'ora) anche altre stazioni ferroviarie: la Nord che va verso l'aereoporto di Malpensa, quella di porta Vittoria, di Porta Romana, di porta Genova e di porta Garibaldi.
Durante l'applauso che abbiamo fatto come segno di ringraziamento e di gradimento alla nostra guida, ho fatto con Anna una riflessione e ci siamo ripromessi di non perderci il prossimo giro perché … è storia che abbiamo vissuto tutti.
Armandanna
Prima d'iniziare a raccontare il tour del 17 aprile, sento il piacere di ringraziare le persone che pensano e programmano questi tour cittadini.
Io toccai il suolo milanese scendendo da un treno circa alle 2 del mattino nel febbraio del 1956 ed eravamo in cinque perché il sesto componente della famiglia si era fermato a Padova per … amore.
Dal treno all'arrivo avevo osservato il grande arco in struttura di profilati e la copertura trasparente.
Il papà in testa, gli altri in coda e io per ultimo, prendemmo l'ampia scalinata che ci portò in piazza duca d'Aosta.
Sui fianchi della scalinata i due stretti piani inclinati in marmo permettevano alle valigie di scivolare fino al piano terra.
La costruzione della stazione ferroviaria Centrale di Milano si rese necessaria già nel 1800 e nel 1911 furono presentati 43 progetti tra i quali fu scelto quello dell'architetto toscano Ulisse Stacchini.
La sua inaugurazione avvenne nel luglio del 1931.
La rete ferroviaria che vi parte permette il collegamento con quasi tutte le capitali europee.
Il suo stile si può considerare neoclassico ... con molte varianti.
Per lo spirito commerciale milanese, il tragitto che si percorre sopra al lungo cavalcavia interno alla città, si può considerare come una rapida carrellata tra le attività e le imprese cittadine.
La stazione ha al suo interno una ricca collezione d'opere d’arte composta da sculture, bassorilievi, dipinti, mosaici e pannelli rivestiti in piastrelle di maiolica che sfuggono al viaggiatore impegnato a percorrere nel tempo più breve possibile il suo tragitto.
E' questa una regola che viene quasi automatica al contatto con la dinamicità tipica milanese.
Sotto l'aspetto tecnico, le grandi arcate costruite in profilati d'acciaio controventati e accoppiati con chiodi a caldo, furono per quel tempo un lavoro importante al pari di quello della copertura, rivestita in materiale trasparente, con le aperture verticali a unghietta poste, nella parte alta delle arcate, nel senso longitudinale per permettere a tutt'oggi un buon giro d'aria (indispensabile ai tempi delle locomotive).
Dalla costruzione originale su due piani alle forme attuali su tre livelli, sono stati inseriti dei nastri inclinati mobili elettrici (tapis roulant) che facilitano sia la salita che discesa ai viaggiatori permettendo loro di trasportarsi a mano anche le valigie ormai tutte munite di rotelle.
Anche l'insieme dei negozi si è molto arricchito nelle varie tabelle merceologiche.
Mentre passavamo al secondo piano abbiamo visto una coda ordinata di persone che sfruttavano il cambio automatico.
Dall'entrata dei tornelli della stazione al secondo piano, girandosi verso l'entrata, nella parte alta, si sono notati dei pannelli in mattonelle di ceramica che riportano diversi paesaggi nazionali: quattro sono vedute di Milano dai quattro punti cardinali e altre, riportano viste di Firenze, Roma e Venezia.
Sono però viste ormai nel secolo scorso e hanno quindi una immagine … antica.
Dal pianerottolo della scala del secondo piano, osservando la parte alta del muro dell'entrata, vi si notano sculture in bassorilievo e, nella parte destra, c’è quella dell'architetto Ulisse Stacchini, riconoscibile per la sua bella barba, rappresentato seduto come fosse a un congresso.
Anche la nostra guida Monica Torri, che ringraziamo per l'ottima e precisa spiegazione, è laureata in architettura e per due buone ore ci ha spiegato, con calma e precisione, date, riferimenti e dettagli narrandoci anche del trattamento riservato dai tedeschi agli ebrei di Milano che, su carri bestiame, venivano spediti da qui ai campi di concentramento forniti solo di un pacchetto di gallette per tutta la durata del viaggio che, a volte, raggiungeva anche i sette giorni.
Un particolare che ha colpito è che il fronte della stazione é orientato direttamente verso il Duomo.
Il nome di “Centrale” deriva dal fatto che Milano aveva (e ha tutt'ora) anche altre stazioni ferroviarie: la Nord che va verso l'aereoporto di Malpensa, quella di porta Vittoria, di Porta Romana, di porta Genova e di porta Garibaldi.
Durante l'applauso che abbiamo fatto come segno di ringraziamento e di gradimento alla nostra guida, ho fatto con Anna una riflessione e ci siamo ripromessi di non perderci il prossimo giro perché … è storia che abbiamo vissuto tutti.
Armandanna