Chioggia e Venezia
14-15 marzo 2024
Foto cliccate sulle foto per una visualizzazione ottimale
Resoconto
LE EMOZIONI PIU’ BELLE
GITA A VENEZIA E CHIOGGIA
Partenza all’alba e arrivo a Mira verso le ore 9 pronti per l’imbarco sul battello che ci avrebbe portati a Venezia.
Fatta colazione immersi in una molto suggestiva nebbia autunnale, abbiamo poi navigato il canale di Fusina, la foce del Brenta e il canale della Giudecca dove abbiamo ammirato il Molino Stucky e la chiesa del Redentore di fronte alla quale a giugno si svolge la festa più importante di Venezia (quella detta appunto del Redentore) con spettacolo pirotecnico in notturna.
Ecco le Bricole fedeli guardiani per una sicura navigazione nella laguna.
Sbarco sulla riva di San Biagio e, percorrendo la Riva degli Schiavoni (soldati provenienti dalle terre conquistate dai Veneziani), ci siamo immersi nel profumo di storia, arte, natura e vita della città chiamata anche la Serenissima.
Venezia è divisa in sestrieri (quartieri) tre per ogni lato del Canal Grande: Canareggio, Castello, San Marco, San Polo, Santa Croce e Dorsoduro.
Arrivati a Piazza San Marco abbiamo visitato la Cattedrale con i suoi mosaici e i suoi dipinti in cui è raccontata la storia di come due furbi veneziani abbiano sottratto il corpo di san Marco ai Bizantini nascondendolo dentro una cesta ricoperta da carne di maiale (invisa ai musulmani) e ricollocandolo poi nella Cattedrale.
La Piazza era colma di gente, di lingue e culture differenti, venute a godere dei nostri tesori e delle nostre ricchezze culturali uniche al mondo.
Un esempio nella Piazza è anche il caffè Florian: uno dei più antichi e visitati, sulle cui sedie hanno trovato posto nei decenni della sua storia persone comuni, attori, politici e intellettuali provenienti da ogni parte del mondo.
Il pranzo si è svolto a bordo della motonave ed è stato particolarmente piacevole sia da un punto di vista culinario che per i luoghi che si potevano scorgere e ammirare durante la navigazione in Laguna.
Nel pomeriggio, passeggiando attraverso suggestive calli, abbiamo ammirato l’ingegno dei veneziani nel costruire camini anti scintille e pozzi per la raccolta d’acqua dolce.
Siamo giunti infine alla chiesa di san Sebastiano dove siamo rimasti incantati ammirando le opere di Paolo “il Veronese”.
Ultima tappa del primo giorno è stata la visita allo “Squero di San Trovaso”, piccolo cantiere navale ove si riparano e costruiscono le gondole veneziane.
La gondola è un’imbarcazione, unica e affascinante, lunga 15 metri che è sempre di colore nero e ha una forma a banana asimmetrica per poter utilizzare un solo remo.
Per costruirla vengono utilizzati cinque diversi tipi di legno e per stabilizzarla viene collocato il “pettine”, (in veneziano “fero da prova o dolfin”).
La forma del pettine “racconta“ Venezia: il Cappello del Doge, il Ponte di Rialto, i sei sestrieri, le tre isole di Murano, Burano eTorcello, il canale della Giudecca e il Canal Grande.
Lo Squero di san Trovaso utilizza solo metodi tradizionali per la riparazione e la costruzione di queste imbarcazioni.
Al termine della giornata ci siamo trasferiti a Sottomarina di Chioggia.
Chioggia è il secondo porto Italiano (dopo Mazzara Del Vallo) per la flotta peschereccia.
Il suo centro storico, visto in pianta, ha una forma di spina di pesce e la leggenda narra che fu fondata da Clodio, un esule troiano che scelse come stemma un leone rampante rosso a ricordo della città di Troia.
Nei secoli il nome cambiò in Cluza, Clugia, Chiozza e infine Chioggia.
Attraverso la Bocca di Porto siamo entrati in città visitando le calli sino a Porta Garibaldi da cui si sviluppa corso del Popolo: la via centrale e principale della città.
Subito abbiamo visitato il Duomo dedicato a santa Maria Assunta dove sono custodite le spoglie dei santi martiri Felice e Fortunato patroni della città.
Sullo stesso viale c’è la Torre di Sant’Andrea, opera millenaria che custodisce l’orologio medievale attualmente ancora in funzione.
La torre è alta circa 30 metri e nel passato fu un faro e un punto di avvistamento dei pirati dal mare.
Solo in seguito, dal medioevo, è diventata una torre campanaria con l’orologio.
Lungo il viale abbiamo visto la casa in cui il commediografo Goldoni ha vissuto e scritto le sue commedie dialettali, ispirato dalla sua professione di avvocato civilista.
Una simpatica tappa è stata la visita al mercato storico del pesce ove, oltre a essere colpiti dalla freschezza della merce, abbiamo guardato i divertenti gabbiani che camminavano indisturbati fra i clienti che acquistava il pesce.
Nei pressi di calle Ponte Zitelle Vecchie, abbiamo avuto la fortuna di ammirare un antico Bragozzo, imbarcazione a fondo piatto, divenuta il simbolo della marineria chioggiotta e, per concludere, una divertente escursione in laguna a bordo del “moderno” bragozzo Ulisse.
Vogliamo riportare una frase scritta su una parete di un ristorante a Sottomarina, dove tutta la compagnia ha cenato “...le emozioni più belle sono quelle che non puoi spiegare. Esse van rispettate, ascoltate e coltivate...”
Paola e Claudio
GITA A VENEZIA E CHIOGGIA
Partenza all’alba e arrivo a Mira verso le ore 9 pronti per l’imbarco sul battello che ci avrebbe portati a Venezia.
Fatta colazione immersi in una molto suggestiva nebbia autunnale, abbiamo poi navigato il canale di Fusina, la foce del Brenta e il canale della Giudecca dove abbiamo ammirato il Molino Stucky e la chiesa del Redentore di fronte alla quale a giugno si svolge la festa più importante di Venezia (quella detta appunto del Redentore) con spettacolo pirotecnico in notturna.
Ecco le Bricole fedeli guardiani per una sicura navigazione nella laguna.
Sbarco sulla riva di San Biagio e, percorrendo la Riva degli Schiavoni (soldati provenienti dalle terre conquistate dai Veneziani), ci siamo immersi nel profumo di storia, arte, natura e vita della città chiamata anche la Serenissima.
Venezia è divisa in sestrieri (quartieri) tre per ogni lato del Canal Grande: Canareggio, Castello, San Marco, San Polo, Santa Croce e Dorsoduro.
Arrivati a Piazza San Marco abbiamo visitato la Cattedrale con i suoi mosaici e i suoi dipinti in cui è raccontata la storia di come due furbi veneziani abbiano sottratto il corpo di san Marco ai Bizantini nascondendolo dentro una cesta ricoperta da carne di maiale (invisa ai musulmani) e ricollocandolo poi nella Cattedrale.
La Piazza era colma di gente, di lingue e culture differenti, venute a godere dei nostri tesori e delle nostre ricchezze culturali uniche al mondo.
Un esempio nella Piazza è anche il caffè Florian: uno dei più antichi e visitati, sulle cui sedie hanno trovato posto nei decenni della sua storia persone comuni, attori, politici e intellettuali provenienti da ogni parte del mondo.
Il pranzo si è svolto a bordo della motonave ed è stato particolarmente piacevole sia da un punto di vista culinario che per i luoghi che si potevano scorgere e ammirare durante la navigazione in Laguna.
Nel pomeriggio, passeggiando attraverso suggestive calli, abbiamo ammirato l’ingegno dei veneziani nel costruire camini anti scintille e pozzi per la raccolta d’acqua dolce.
Siamo giunti infine alla chiesa di san Sebastiano dove siamo rimasti incantati ammirando le opere di Paolo “il Veronese”.
Ultima tappa del primo giorno è stata la visita allo “Squero di San Trovaso”, piccolo cantiere navale ove si riparano e costruiscono le gondole veneziane.
La gondola è un’imbarcazione, unica e affascinante, lunga 15 metri che è sempre di colore nero e ha una forma a banana asimmetrica per poter utilizzare un solo remo.
Per costruirla vengono utilizzati cinque diversi tipi di legno e per stabilizzarla viene collocato il “pettine”, (in veneziano “fero da prova o dolfin”).
La forma del pettine “racconta“ Venezia: il Cappello del Doge, il Ponte di Rialto, i sei sestrieri, le tre isole di Murano, Burano eTorcello, il canale della Giudecca e il Canal Grande.
Lo Squero di san Trovaso utilizza solo metodi tradizionali per la riparazione e la costruzione di queste imbarcazioni.
Al termine della giornata ci siamo trasferiti a Sottomarina di Chioggia.
Chioggia è il secondo porto Italiano (dopo Mazzara Del Vallo) per la flotta peschereccia.
Il suo centro storico, visto in pianta, ha una forma di spina di pesce e la leggenda narra che fu fondata da Clodio, un esule troiano che scelse come stemma un leone rampante rosso a ricordo della città di Troia.
Nei secoli il nome cambiò in Cluza, Clugia, Chiozza e infine Chioggia.
Attraverso la Bocca di Porto siamo entrati in città visitando le calli sino a Porta Garibaldi da cui si sviluppa corso del Popolo: la via centrale e principale della città.
Subito abbiamo visitato il Duomo dedicato a santa Maria Assunta dove sono custodite le spoglie dei santi martiri Felice e Fortunato patroni della città.
Sullo stesso viale c’è la Torre di Sant’Andrea, opera millenaria che custodisce l’orologio medievale attualmente ancora in funzione.
La torre è alta circa 30 metri e nel passato fu un faro e un punto di avvistamento dei pirati dal mare.
Solo in seguito, dal medioevo, è diventata una torre campanaria con l’orologio.
Lungo il viale abbiamo visto la casa in cui il commediografo Goldoni ha vissuto e scritto le sue commedie dialettali, ispirato dalla sua professione di avvocato civilista.
Una simpatica tappa è stata la visita al mercato storico del pesce ove, oltre a essere colpiti dalla freschezza della merce, abbiamo guardato i divertenti gabbiani che camminavano indisturbati fra i clienti che acquistava il pesce.
Nei pressi di calle Ponte Zitelle Vecchie, abbiamo avuto la fortuna di ammirare un antico Bragozzo, imbarcazione a fondo piatto, divenuta il simbolo della marineria chioggiotta e, per concludere, una divertente escursione in laguna a bordo del “moderno” bragozzo Ulisse.
Vogliamo riportare una frase scritta su una parete di un ristorante a Sottomarina, dove tutta la compagnia ha cenato “...le emozioni più belle sono quelle che non puoi spiegare. Esse van rispettate, ascoltate e coltivate...”
Paola e Claudio