Gita a Firenze, 6-8 Maggio 2013
GITA a FIRENZE del 6-7-8 maggio 2013
Partiti all’alba avvolti dalle brume padane di un maggio non proprio primaverile, siamo arrivati nella mattinata stessa a Firenze sul Lungarno della Zecca.
Ed è cominciata la nostra scoperta di questa bellissima città dal punto più centrale, Piazza della Signoria, così antica, ma anche così vivace, brulicante com’era di turisti. E, devo dire, così pulita; io la ricordavo caotica per il traffico disordinato e parecchio sporca. Ci siamo sparpagliati a curiosare in libertà tra la piazza e le vie circostanti, adocchiando negozietti e locali per eventuali acquisti e spuntini, fino al primo pomeriggio, quando siamo stati presi in consegna da Barbara, fiorentina doc e guida eccellente, innamorata del suo lavoro, che ci ha saputo trasmettere la sua passione per l’arte.
Dopo un rapido excursus sulle origini di Firenze, Barbara ci ha illustrato Piazza della Signoria con il medievale Palazzo Vecchio, progettato da Arnolfo di Cambio in pietra forte, la Loggia, ricca di statue, il David di Michelangelo; ci ha portato poi al complesso che comprende la cattedrale, Santa Maria del Fiore, tardo gotica (Arnolfo di Cambio e cupola del Brunelleschi), il campanile quadrangolare di Giotto, il Battistero, il bel San Giovanni di dantesca memoria, con le sue famose porte bronzee (Ghiberti e Andrea Pisano). Il complesso è riccamente decorato di marmi policromi all’esterno, in contrasto con l’interno austero, ravvivato solo dai colori delle vetrate istoriate.
Dopo l‘ultima meta, la visita al Ponte Vecchio, disseminato di negozi di orafi, la sera, tornati all’albergo di Sesto Fiorentino, ci siamo ritrovati a tavola a scambiarci le opinioni della giornata: un gruppo ben affiatato e disponibile, capace di accogliere con cordialità anche chi, come me e mio marito, non ne aveva mai fatto parte.
I due giorni successivi sono stati interamente dedicati all’arte.
Martedì 7, la mattina, visita a Santa Croce, basilica francescana del XIII secolo (Arnolfo di Cambio), con tutti i suoi tesori, tra cui i sepolcri dei “grandi Italiani”, le cappelle giottesche dei Baldi e dei Peruzzi, la cappella Pazzi, il refettorio con il crocefisso di Cimabue (rovinato dall’alluvione del 1966), con la sua piazza a misura per il gioco del tipico calcio fiorentino. Il pomeriggio visita alla Galleria degli Uffizi, che raccoglie tutti i nomi più famosi dei pittori del passato: Duccio da Buoninsegna, Simone Martini, Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio etc…
Mercoledì 8: la mattina salita a Piazzale Michelangelo, da cui si gode una magnifica vista sulla città, e visite a San Miniato, chiesa romanica dell’XI secolo appartenente all’ordine benedettino, e poi a Santa Maria Novella, chiesa domenicana del XII secolo, entrambe con il loro cumulo di tesori; il pomeriggio la collina di Boboli con i suoi giardini all’italiana dietro Palazzo Pitti.
Unici strappi all’arte una cena in una trattoria tipica con la toscanissima “ribollita”, minestra di pane raffermo, cavolo nero e fagioli, e 2-3 orette per andare per negozi a caccia di souvenir.
Infine, mercoledì nel tardo pomeriggio ci siamo lasciati cadere sulle poltrone del pullman, con le ossa un po’ rotte, ma sicuri di ave sfruttato al meglio ogni minuto del nostro soggiorno fiorentino. Eravamo stanchi, ma soddisfatti di quello che avevamo visto e “imparato”, delle amicizie fatte o rinsaldate, ma soprattutto di avere trascorso in buona compagnia tre giorni, che erano volati.
Alba
Partiti all’alba avvolti dalle brume padane di un maggio non proprio primaverile, siamo arrivati nella mattinata stessa a Firenze sul Lungarno della Zecca.
Ed è cominciata la nostra scoperta di questa bellissima città dal punto più centrale, Piazza della Signoria, così antica, ma anche così vivace, brulicante com’era di turisti. E, devo dire, così pulita; io la ricordavo caotica per il traffico disordinato e parecchio sporca. Ci siamo sparpagliati a curiosare in libertà tra la piazza e le vie circostanti, adocchiando negozietti e locali per eventuali acquisti e spuntini, fino al primo pomeriggio, quando siamo stati presi in consegna da Barbara, fiorentina doc e guida eccellente, innamorata del suo lavoro, che ci ha saputo trasmettere la sua passione per l’arte.
Dopo un rapido excursus sulle origini di Firenze, Barbara ci ha illustrato Piazza della Signoria con il medievale Palazzo Vecchio, progettato da Arnolfo di Cambio in pietra forte, la Loggia, ricca di statue, il David di Michelangelo; ci ha portato poi al complesso che comprende la cattedrale, Santa Maria del Fiore, tardo gotica (Arnolfo di Cambio e cupola del Brunelleschi), il campanile quadrangolare di Giotto, il Battistero, il bel San Giovanni di dantesca memoria, con le sue famose porte bronzee (Ghiberti e Andrea Pisano). Il complesso è riccamente decorato di marmi policromi all’esterno, in contrasto con l’interno austero, ravvivato solo dai colori delle vetrate istoriate.
Dopo l‘ultima meta, la visita al Ponte Vecchio, disseminato di negozi di orafi, la sera, tornati all’albergo di Sesto Fiorentino, ci siamo ritrovati a tavola a scambiarci le opinioni della giornata: un gruppo ben affiatato e disponibile, capace di accogliere con cordialità anche chi, come me e mio marito, non ne aveva mai fatto parte.
I due giorni successivi sono stati interamente dedicati all’arte.
Martedì 7, la mattina, visita a Santa Croce, basilica francescana del XIII secolo (Arnolfo di Cambio), con tutti i suoi tesori, tra cui i sepolcri dei “grandi Italiani”, le cappelle giottesche dei Baldi e dei Peruzzi, la cappella Pazzi, il refettorio con il crocefisso di Cimabue (rovinato dall’alluvione del 1966), con la sua piazza a misura per il gioco del tipico calcio fiorentino. Il pomeriggio visita alla Galleria degli Uffizi, che raccoglie tutti i nomi più famosi dei pittori del passato: Duccio da Buoninsegna, Simone Martini, Botticelli, Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio etc…
Mercoledì 8: la mattina salita a Piazzale Michelangelo, da cui si gode una magnifica vista sulla città, e visite a San Miniato, chiesa romanica dell’XI secolo appartenente all’ordine benedettino, e poi a Santa Maria Novella, chiesa domenicana del XII secolo, entrambe con il loro cumulo di tesori; il pomeriggio la collina di Boboli con i suoi giardini all’italiana dietro Palazzo Pitti.
Unici strappi all’arte una cena in una trattoria tipica con la toscanissima “ribollita”, minestra di pane raffermo, cavolo nero e fagioli, e 2-3 orette per andare per negozi a caccia di souvenir.
Infine, mercoledì nel tardo pomeriggio ci siamo lasciati cadere sulle poltrone del pullman, con le ossa un po’ rotte, ma sicuri di ave sfruttato al meglio ogni minuto del nostro soggiorno fiorentino. Eravamo stanchi, ma soddisfatti di quello che avevamo visto e “imparato”, delle amicizie fatte o rinsaldate, ma soprattutto di avere trascorso in buona compagnia tre giorni, che erano volati.
Alba