Friuli
7-9 dicembre 2019
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Resoconto
VIAGGIO IN FRIULI
Una regione con due diverse entità storiche, culturali, linguistiche, architettoniche e gastronomiche: siamo stati a Trieste nella Venezia Giulia e a Udine, Gorizia e Pordenone nel Friuli.
Accompagnati da Costanzo, supportati da Ornella e Giorgio, con la presenza del Presidente Antonio e anche di Padre Massimo, abbiamo raggiunto Trieste (porto marittimo sin dal 1° secolo a.c.) ed incontrato la dotta guida Robert.
Prima tappa la triste e angosciante Risiera di San Sabba: unico campo di concentramento in Italia dotato di forno crematorio.
Qui non venivano impiegate le camere a gas ma i “camion a gas” e, incredibilmente, la gente dei dintorni sapeva, immaginava ma taceva.
Vedere le cellette e pensare che ognuna ospitava sei persone toglie il fiato.
Raggiungiamo poi il colle dove sorgono il castello e la chiesa di San Giusto (patrono di Trieste) costruita su quello che era un tempio pagano e poi ampliata nel 1300 inglobando due chiesette dove nel 1400 furono traslate le spoglie di San Giusto (martire sotto Diocleziano).
I confini con l’Austria e la Slovenia rendono Trieste una città multi etnica con una stratificazione di culture, religioni e lingue.
La sua architettura richiama quella mittel-europea ed è ricca di fontane per l’acqua pubblica, volute da Leopoldo 1° d’Asburgo, prima che venisse realizzato l’acquedotto.
Alla sera la splendida spettacolare piazza Unità d’Italia ricca di addobbi natalizi.
La guida Antonella ci conduce domenica a Venzone, uno dei borghi medioevali d’Italia racchiuso da due fila di mura che si trova poco distante da Gemona.
Sono luoghi andati distrutti dai due terremoti del 1976.
Il duomo, in stile gotico, è dedicato a Sant’ Andrea ed è stato completamente ricostruito impiegando le 12.000 pietre originali che furono poste sulle rive del Tagliamento per verificare la loro posizione e che ci fossero tutte.
Solo la chiesa di San Giovanni non è stata ricostruita e le sue rovine rimangono a ricordare come fosse il paese dopo il sisma.
Visita al salumificio Dall’Ava con le sue rastrelliere di prosciutti ed un buon pranzo a base di San Daniele per tutti.
Giro a Cividale, voluta da Giulio Cesare, con visita alla cattedrale, al ponte del diavolo e al monastero delle Orsoline con il suo presepio.
Di qui passarono i Longobardi che si convertirono al cristianesimo all’inizio del 7° secolo.
Tutti all’assalto della pasticceria / gastronomia che fa gli strucchi (fagottini dolci ripieni derivanti dalla gubana) ed il frico (frittata di patate e formaggio senza uova): troppo buoni!
Ed eccoci in serata a Udine con la cattedrale dedicata a Santa Maria Annunziata e il bellissimo loggiato di San Giovanni.
Qui si parla il friulano che non è un dialetto ma una lingua derivata da quella romanza con varie contaminazioni.
L’architettura è veneziana.
Lunedì visitiamo Aquileia, bellissima nonostante le nuvole e la pioggia.
La sua origine risale al 181 a.c. e fu porto fluviale di collegamento fra quelli di Trieste e di Grado e l’entroterra, Vienna compresa.
Aquileia rappresentava un baluardo contro le possibili invasioni da est.
Il fiume Natissa venne in parte interrato intorno al 1930 per realizzare il viale d’ingresso alla basilica.
La chiesa romanico/gotica risale al 4° secolo d.c. e ha un soffitto ligneo del XIV° secolo che richiama lo scafo di una nave e fornisce un’acustica eccezionale.
Abbiamo avuto il privilegio di sentire il bel canto di seminaristi ucraini in visita.
Poi abbiamo ammirato i mosaici incredibilmente sopravvissuti fino a noi e sconosciuti fino al 1909 perché la basilica fu ricostruita ben quattro volte coprendo il pavimento a mosaico originario che una passerella in vetro permette di godere appieno con tutta la loro simbologia cristiana.
Tre università italiane sono ancora al lavoro con gli scavi per portare alla luce nuovi reperti archeologici: un immenso tesoro!
Gemma
Una regione con due diverse entità storiche, culturali, linguistiche, architettoniche e gastronomiche: siamo stati a Trieste nella Venezia Giulia e a Udine, Gorizia e Pordenone nel Friuli.
Accompagnati da Costanzo, supportati da Ornella e Giorgio, con la presenza del Presidente Antonio e anche di Padre Massimo, abbiamo raggiunto Trieste (porto marittimo sin dal 1° secolo a.c.) ed incontrato la dotta guida Robert.
Prima tappa la triste e angosciante Risiera di San Sabba: unico campo di concentramento in Italia dotato di forno crematorio.
Qui non venivano impiegate le camere a gas ma i “camion a gas” e, incredibilmente, la gente dei dintorni sapeva, immaginava ma taceva.
Vedere le cellette e pensare che ognuna ospitava sei persone toglie il fiato.
Raggiungiamo poi il colle dove sorgono il castello e la chiesa di San Giusto (patrono di Trieste) costruita su quello che era un tempio pagano e poi ampliata nel 1300 inglobando due chiesette dove nel 1400 furono traslate le spoglie di San Giusto (martire sotto Diocleziano).
I confini con l’Austria e la Slovenia rendono Trieste una città multi etnica con una stratificazione di culture, religioni e lingue.
La sua architettura richiama quella mittel-europea ed è ricca di fontane per l’acqua pubblica, volute da Leopoldo 1° d’Asburgo, prima che venisse realizzato l’acquedotto.
Alla sera la splendida spettacolare piazza Unità d’Italia ricca di addobbi natalizi.
La guida Antonella ci conduce domenica a Venzone, uno dei borghi medioevali d’Italia racchiuso da due fila di mura che si trova poco distante da Gemona.
Sono luoghi andati distrutti dai due terremoti del 1976.
Il duomo, in stile gotico, è dedicato a Sant’ Andrea ed è stato completamente ricostruito impiegando le 12.000 pietre originali che furono poste sulle rive del Tagliamento per verificare la loro posizione e che ci fossero tutte.
Solo la chiesa di San Giovanni non è stata ricostruita e le sue rovine rimangono a ricordare come fosse il paese dopo il sisma.
Visita al salumificio Dall’Ava con le sue rastrelliere di prosciutti ed un buon pranzo a base di San Daniele per tutti.
Giro a Cividale, voluta da Giulio Cesare, con visita alla cattedrale, al ponte del diavolo e al monastero delle Orsoline con il suo presepio.
Di qui passarono i Longobardi che si convertirono al cristianesimo all’inizio del 7° secolo.
Tutti all’assalto della pasticceria / gastronomia che fa gli strucchi (fagottini dolci ripieni derivanti dalla gubana) ed il frico (frittata di patate e formaggio senza uova): troppo buoni!
Ed eccoci in serata a Udine con la cattedrale dedicata a Santa Maria Annunziata e il bellissimo loggiato di San Giovanni.
Qui si parla il friulano che non è un dialetto ma una lingua derivata da quella romanza con varie contaminazioni.
L’architettura è veneziana.
Lunedì visitiamo Aquileia, bellissima nonostante le nuvole e la pioggia.
La sua origine risale al 181 a.c. e fu porto fluviale di collegamento fra quelli di Trieste e di Grado e l’entroterra, Vienna compresa.
Aquileia rappresentava un baluardo contro le possibili invasioni da est.
Il fiume Natissa venne in parte interrato intorno al 1930 per realizzare il viale d’ingresso alla basilica.
La chiesa romanico/gotica risale al 4° secolo d.c. e ha un soffitto ligneo del XIV° secolo che richiama lo scafo di una nave e fornisce un’acustica eccezionale.
Abbiamo avuto il privilegio di sentire il bel canto di seminaristi ucraini in visita.
Poi abbiamo ammirato i mosaici incredibilmente sopravvissuti fino a noi e sconosciuti fino al 1909 perché la basilica fu ricostruita ben quattro volte coprendo il pavimento a mosaico originario che una passerella in vetro permette di godere appieno con tutta la loro simbologia cristiana.
Tre università italiane sono ancora al lavoro con gli scavi per portare alla luce nuovi reperti archeologici: un immenso tesoro!
Gemma