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MACCHÈ ANZIANI D'EGITTO!!! CMTE SEGRATE

Langhe
15 ottobre 2022

Foto

RESOCONTO
UNA GIORNATA NELLE LANGHE

Abbiamo visitato la città di Alba un sabato di ottobre, in un periodo particolarmente ricco di manifestazioni collegate alla Fiera del Tartufo che si tiene nei mesi di ottobre e novembre e che ha assunto le caratteristiche di un evento nazionale.
Si era appena tenuto nella cornice storica di Piazza del Duomo il divertente Palio degli Asini che ricorda l’antica rivalità con Asti e le case erano ancora tutte imbandierate.
La città è ricca di cultura, storia e tradizioni: ce lo testimoniano i resti sotterranei, gli scorci medievali del centro e alcune delle cento torri, erette nel passato sia per difesa che per ostentazione di potere delle famiglie importanti, che poi furono abbassate e inglobate negli edifici circostanti.
Il centro storico ha dimensioni raccolte e offre una atmosfera calda ed elegante.
Nella zona pedonale si incontrano chiese molto belle come quella della Maddalena del XVIII secolo che, con la sobria facciata di mattoni rossi in stile barocco piemontese, racchiude un interno ricchissimo e colorato.
Anche il Duomo, in stile gotico più volte ristrutturato, ha un interno caratterizzato da splendidi colori che vanno dall’oro al blu delle volte e da un bellissimo coro ligneo di trentacinque scanni intarsiati con legni differenti che raffigurano scorci urbani, castelli e strumenti musicali.
Sulla facciata i simboli degli Evangelisti sono messi nell’ordine Angelo, Leone, Bue e Aquila in modo da formare, con le loro iniziali, il nome Alba.
La grande chiesa di San Domenico, anch’essa di struttura gotica, è molto luminosa e più che al culto è riservata a eventi culturali, a mostre e a concerti.
Due nomi in particolare sono legati alla città: Ferrero (notissimo in Italia e nel mondo) e Beppe Fenoglio, lo scrittore partigiano, che qui ha scritto la maggior parte delle sue opere.
La Fondazione Ferrero in ottobre presenta una mostra su di lui nel centenario della nascita. 
Quest’anno il vessillo della Giostra delle Cento Torri, assegnato al vincitore, è dedicato a Fenoglio con una citazione tratta dal suo romanzo La Malora.
Sempre la Fondazione nella rinnovata Piazza Ferrero ha donato alla città una poetica scultura dell’artista Valerio Berruti e proprio davanti a questa novità abbiamo fatto la nostra foto ricordo di gruppo.
Alba è anche una delle capitali della gastronomia piemontese.
Nella via Vittorio Emanuele, che collega le due piazze principali, si incontrano moltissimi negozi dove è possibile acquistare le specialità locali e, in particolare, il famoso tartufo bianco.
Ci siamo tutti fermati a osservare le vetrine dove, su minuscoli piattini, altrettanto piccoli tartufi erano in vendita a prezzi davvero notevoli.
“Cos’è un tartufo? “La nostra guida si è divertita a chiedercelo, ottenendo varie e anche strane definizioni, per concludere invece che si tratta di un fungo della particolare categoria dei “funghi ipogei” che compiono interamente il loro ciclo vitale sottoterra in aree boschive vivendo in rapporto simbiotico con le radici degli alberi in uno scambio reciproco di nutrimenti.
Nella tarda mattinata abbiamo attraversato lo splendido scenario naturale delle Langhe, una fascia di colline tra le province di Cuneo e Asti, sulla destra orografica del Tanaro: un paesaggio dagli ampi orizzonti segnato da torri e castelli e dove la vigna, in ordinati filari paralleli, è ovunque dominante.
L’altezza media è sui 550 metri, ma per la diversa conformazione del terreno si hanno diversità di colture: ci sono la Langa del Barolo, del Barbaresco e quella delle nocciole.
Abbiamo così raggiunto il colle di Barolo per il pranzo e il prezioso vino si è fatto sentire nel risotto, nel brasato e perfino ”in riduzione” sul dessert mentre per pasteggiare abbiamo avuto ottimi vini, anche se meno nobili, prodotti dall’agriturismo stesso.
Il castello di Barolo, che risale all’alto medioevo, ha perso la sua fisionomia militare di difesa pur mantenendo un’imponente struttura ed è diventato una residenza di campagna dei marchesi Falletti, feudatari di queste terre fin dal 1250, fino all’ultima discendente che diede nome e fama al vino Barolo.
Ora il castello appartiene al Comune e vi si trovano il Museo del Vino che propone un viaggio interattivo nella cultura e nella storia del vino e, nelle antiche cantine, l’enoteca regionale del Barolo.
Nell’ultima tappa abbiamo infine risalito le stradine dentro le mura dei bastioni per raggiungere il più suggestivo belvedere delle Langhe: la spianata del castello della Morra.
Ma il pomeriggio era avanzato e una leggera foschia velava i colori delle colline.
Non era più quindi il momento delle foto ma quello degli acquisti di vino e di castagne per concludere la nostra giornata.
Laura Re
 
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