Madrid
dal 28 settembre al 1 ottobre e dal 5 all'8 ottobre 2018
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Resoconto
MADRID CITTA’ DALLE MILLE PIAZZE
Arrivati in perfetto orario all’aeroporto Suaréz Madrid-Barajas, incontriamo la nostra simpatica guida in Plaza de Toros per un primo giro panoramico della città.
Inevitabile fermata allo storico stadio Barnabeu, sede del Real Madrid, per proseguire poi verso il centro, nell’inevitabile traffico caotico del venerdì pomeriggio, fotografando dai finestrini piazze, fontane, monumenti e palazzi storici fino ad arrivare al nuovo quartiere finanziario.
Il nuovo skyline ci si presenta inatteso, avvenieristico, disegnato da architetti di fama internazionale.
Emerge fra tutti, in Plaza de Castilla, l’obelisco di Calatrava e i due grattaceli più alti di Madrid detti “storti” per la loro caratteristica inclinazione dell’uno verso l’altro.
Soddisfatti da questa prima infarinatura, raggiungiamo il nostro hotel che, trovandosi in zona centrale, ci permette nel dopo cena di buttarci nel cuore della movida.
L’indomani mattina il nostro entusiasmo è alle stelle, la città ci intriga e non vediamo l’ora di perderci nei suoi quartieri più caratteristici.
La passeggiata inizia dal Monastero de Los Descalsas, la chiesa di San Ginés e il Barrio de La Letras (dove ancora esiste una libreria che risale al 1600), il Teatro Calderon, la piazza con la statua di Garcia Lorca e così via fino a raggiungere la Puerta del Sol.
Storicamente questa è la piazza più significativa della città, centro delle rappresentazioni nazionali e luogo perfetto per l’esplorazione dell’animo madrileno.
Qui la nostra guida si supera con notizie serie e facete sul Palazzo delle Poste (Casa de Correos), sulla Torre dell’Orologio (che batte i 12 rintocchi per annunciare il nuovo anno), sul Km 0 della rete stradale e sulla storia della statua dell’Orso che abbraccia il corbezzolo (simbolo della città).
A pochi passi Plaza Mayor (il cuore del quartiere de Los Austrias): enorme, maestosa, con archi e loggiati e, al centro, la statua equestre del re Filippo III°.
Proseguiamo verso Hatocha, la stazione teatro del terribile attentato terroristico del 2007, trasformata in giardino tropicale: un luogo magico che ci ha lasciati a bocca aperta.
Dopo la pausa caffè, raggiungiamo il Museo del Prado (la pinacoteca con la più grande collezione al mondo del pittore fiammingo H. Bosch) dove abbiamo potuto ammirare anche le meravigliose opere di: Tiziano, El Greco, Tintoretto, Velasques, Caravaggio, Rubens e Goya (anche se, detto tra noi, gli Uffizi a Firenze o Brera a Milano non hanno nulla da invidiare).
Pranzo libero al Parco del Buen Retiro, un’oasi dove ci siamo rifocillati e riposati.
Uno spettacolare polmone verde con laghetti, statue, roseti e fontane: nato come giardino di corte e poi aperto al pubblico, è considerato uno dei simboli della città e del suo stile di vita.
Passeggiando tra giardini botanici e opere architettoniche, incontriamo il Palazzo di Cristallo, il Palazzo Velasquez, la fontana dell’Angelo e il laghetto con il mastodontico monumento al re Alfonso III°.
Stanchi ma felici tentiamo di raggiungere l’hotel (i km percorsi ormai sono parecchi) percorrendo la Gran Via che, con i sui storici palazzi dai molteplici stili, ci mostra un insieme armonico di splendide opere architettoniche.
Ma non è finita: la serata ci riserva una gradita sorpresa con lo spettacolo di Flamenco pensato ed organizzato dalla nostra efficientissima Eleonora.
Bello, ne valeva la pena, non solo per la bravura dei ballerini ma soprattutto per l’assolo del bravissimo chitarrista.
Il giorno successivo, in una Madrid semideserta e silenziosa, il nostro giro prosegue nella zona storica della città.
L’obiettivo è Palazzo Reale ma prima l’appuntamento è con altre affascinanti piazze, vie e dimore, prima fra tutte la Plaza de Espana.
Immensa, avvolta nel verde, con al centro la statua di Cervantes e dei due personaggi del suo famoso romanzo Don Chisciotte e Sancho Panza e, come cornice, due famosi grattaceli: la Torre di Madrid e l’Edificio de Espana.
Poi il Colle De La Montanà (teatro di un sanguinoso episodio della guerra civile), il Tempio di Debod (edificio religioso egizio del II° sec. a.c.), il Parco de Casa de Campo (antica riserva di caccia della famiglia reale e ora parco pubblico) fino al Belvedere da dove riusciamo ad avere un splendida panoramica di Palazzo Reale e della Cattedrale.
Dopo una piccola sosta con foto davanti Palazzo Reale, raggiungiamo la splendida Cattedrale di Santa Maria de la Almudena, costruita nell’XI secolo sulla Moschea di Maiyrit, dove, oltre alla visita, possiamo assistere alla S. Messa.
Primo pomeriggio dedicato a Palazzo Reale, complesso barocco imponente, sontuoso con appartamenti immensi e riccamente addobbati, sale da pranzo, sale da ballo, opere d’arte raccolte in gallerie e in un numero di stanze infinito (2000 pare), simbolo della potenza e della ricchezza della Spagna imperiale.
Con gli occhi ancora abbagliati da tanta bellezza, proseguiamo verso quartieri più modesti ma storicamente molto interessanti e intensamente vissuti come il Quartiere Cristiano (con la leggenda della madonnina nera ritrovata dai cristiani dopo la sconfitta dei mussulmani), la Muraglia Araba, il Ponte dei Suicidi (che unisce il Quartiere Cristiano a Calle de la Moreria) e il Quartiere Mussulmano (esempio di una reale integrazione fra due culture apparentemente contrapposte).
Ci coglie inaspettata la visita al museo Reina Sophia, proposta dall’impagabile Eleonora.
La possibilità di vedere Guernica dal vivo in tutta la sua imponenza ci elettrizza e la stanchezza viene superata dalla curiosità per l’opera capolavoro di Picasso.
L’emozione violenta che provoca in tutti noi questo universale simbolo della lotta contro la sopraffazione e l’oppressione è indescrivibile e ancora ce la portiamo nel cuore.
Il rientro è altrettanto perfetto e privo di contrattempi: la nostra vacanza è finita ma ci resta l’amicizia e la solidarietà nata tra noi in questi giorni da viaggiatori.
Paola
Arrivati in perfetto orario all’aeroporto Suaréz Madrid-Barajas, incontriamo la nostra simpatica guida in Plaza de Toros per un primo giro panoramico della città.
Inevitabile fermata allo storico stadio Barnabeu, sede del Real Madrid, per proseguire poi verso il centro, nell’inevitabile traffico caotico del venerdì pomeriggio, fotografando dai finestrini piazze, fontane, monumenti e palazzi storici fino ad arrivare al nuovo quartiere finanziario.
Il nuovo skyline ci si presenta inatteso, avvenieristico, disegnato da architetti di fama internazionale.
Emerge fra tutti, in Plaza de Castilla, l’obelisco di Calatrava e i due grattaceli più alti di Madrid detti “storti” per la loro caratteristica inclinazione dell’uno verso l’altro.
Soddisfatti da questa prima infarinatura, raggiungiamo il nostro hotel che, trovandosi in zona centrale, ci permette nel dopo cena di buttarci nel cuore della movida.
L’indomani mattina il nostro entusiasmo è alle stelle, la città ci intriga e non vediamo l’ora di perderci nei suoi quartieri più caratteristici.
La passeggiata inizia dal Monastero de Los Descalsas, la chiesa di San Ginés e il Barrio de La Letras (dove ancora esiste una libreria che risale al 1600), il Teatro Calderon, la piazza con la statua di Garcia Lorca e così via fino a raggiungere la Puerta del Sol.
Storicamente questa è la piazza più significativa della città, centro delle rappresentazioni nazionali e luogo perfetto per l’esplorazione dell’animo madrileno.
Qui la nostra guida si supera con notizie serie e facete sul Palazzo delle Poste (Casa de Correos), sulla Torre dell’Orologio (che batte i 12 rintocchi per annunciare il nuovo anno), sul Km 0 della rete stradale e sulla storia della statua dell’Orso che abbraccia il corbezzolo (simbolo della città).
A pochi passi Plaza Mayor (il cuore del quartiere de Los Austrias): enorme, maestosa, con archi e loggiati e, al centro, la statua equestre del re Filippo III°.
Proseguiamo verso Hatocha, la stazione teatro del terribile attentato terroristico del 2007, trasformata in giardino tropicale: un luogo magico che ci ha lasciati a bocca aperta.
Dopo la pausa caffè, raggiungiamo il Museo del Prado (la pinacoteca con la più grande collezione al mondo del pittore fiammingo H. Bosch) dove abbiamo potuto ammirare anche le meravigliose opere di: Tiziano, El Greco, Tintoretto, Velasques, Caravaggio, Rubens e Goya (anche se, detto tra noi, gli Uffizi a Firenze o Brera a Milano non hanno nulla da invidiare).
Pranzo libero al Parco del Buen Retiro, un’oasi dove ci siamo rifocillati e riposati.
Uno spettacolare polmone verde con laghetti, statue, roseti e fontane: nato come giardino di corte e poi aperto al pubblico, è considerato uno dei simboli della città e del suo stile di vita.
Passeggiando tra giardini botanici e opere architettoniche, incontriamo il Palazzo di Cristallo, il Palazzo Velasquez, la fontana dell’Angelo e il laghetto con il mastodontico monumento al re Alfonso III°.
Stanchi ma felici tentiamo di raggiungere l’hotel (i km percorsi ormai sono parecchi) percorrendo la Gran Via che, con i sui storici palazzi dai molteplici stili, ci mostra un insieme armonico di splendide opere architettoniche.
Ma non è finita: la serata ci riserva una gradita sorpresa con lo spettacolo di Flamenco pensato ed organizzato dalla nostra efficientissima Eleonora.
Bello, ne valeva la pena, non solo per la bravura dei ballerini ma soprattutto per l’assolo del bravissimo chitarrista.
Il giorno successivo, in una Madrid semideserta e silenziosa, il nostro giro prosegue nella zona storica della città.
L’obiettivo è Palazzo Reale ma prima l’appuntamento è con altre affascinanti piazze, vie e dimore, prima fra tutte la Plaza de Espana.
Immensa, avvolta nel verde, con al centro la statua di Cervantes e dei due personaggi del suo famoso romanzo Don Chisciotte e Sancho Panza e, come cornice, due famosi grattaceli: la Torre di Madrid e l’Edificio de Espana.
Poi il Colle De La Montanà (teatro di un sanguinoso episodio della guerra civile), il Tempio di Debod (edificio religioso egizio del II° sec. a.c.), il Parco de Casa de Campo (antica riserva di caccia della famiglia reale e ora parco pubblico) fino al Belvedere da dove riusciamo ad avere un splendida panoramica di Palazzo Reale e della Cattedrale.
Dopo una piccola sosta con foto davanti Palazzo Reale, raggiungiamo la splendida Cattedrale di Santa Maria de la Almudena, costruita nell’XI secolo sulla Moschea di Maiyrit, dove, oltre alla visita, possiamo assistere alla S. Messa.
Primo pomeriggio dedicato a Palazzo Reale, complesso barocco imponente, sontuoso con appartamenti immensi e riccamente addobbati, sale da pranzo, sale da ballo, opere d’arte raccolte in gallerie e in un numero di stanze infinito (2000 pare), simbolo della potenza e della ricchezza della Spagna imperiale.
Con gli occhi ancora abbagliati da tanta bellezza, proseguiamo verso quartieri più modesti ma storicamente molto interessanti e intensamente vissuti come il Quartiere Cristiano (con la leggenda della madonnina nera ritrovata dai cristiani dopo la sconfitta dei mussulmani), la Muraglia Araba, il Ponte dei Suicidi (che unisce il Quartiere Cristiano a Calle de la Moreria) e il Quartiere Mussulmano (esempio di una reale integrazione fra due culture apparentemente contrapposte).
Ci coglie inaspettata la visita al museo Reina Sophia, proposta dall’impagabile Eleonora.
La possibilità di vedere Guernica dal vivo in tutta la sua imponenza ci elettrizza e la stanchezza viene superata dalla curiosità per l’opera capolavoro di Picasso.
L’emozione violenta che provoca in tutti noi questo universale simbolo della lotta contro la sopraffazione e l’oppressione è indescrivibile e ancora ce la portiamo nel cuore.
Il rientro è altrettanto perfetto e privo di contrattempi: la nostra vacanza è finita ma ci resta l’amicizia e la solidarietà nata tra noi in questi giorni da viaggiatori.
Paola
LE MIE FOTO DI MADRID
Ho tra le mani le foto del nostro viaggio a Madrid: le allineo sul tavolo e le guardo bene.
Sono belle, luminose e mi riportano a quei giorni di vacanza tanto attesi.
Madrid è bella, solare, viva ed anche se non ha il fascino delle grandi Capitali Europee come Vienna, Praga o Parigi, ha grandi vie dove troviamo bei palazzi, curati giardini e bellissime piazze.
C’è l’Arena dei famosi toreri, ma penso ai tori e non mi piace mentre invece mi esalto davanti allo Stadio Bernabeu rivivendo la grande edizione della Coppa vintavi dalla mia amata Inter.
Rivisito poi il Palazzo Reale, ricco di arredi, con la favolosa la Sala del Trono dai meravigliosi lampadari naturalmente italiani (di Murano); rivedo i famosi quadri del Museo del Prado, conosciuto in tutto il mondo; arrivo alla Porta del Sol (noto punto di riferimento cittadino) e vi trovo un mare di gente che cammina, passeggia e mangia.
Gli spagnoli mangiano a tutte le ore e … anche i turisti!
Poi grande successo per il flamenco: ballo forte, artistico che esprime vita e passione.
Quella sera, tornando in albergo, sul pullman, si parlava, si scherzava e si rideva forse anche per le parecchie sangrie bevute ma il pensiero tornava all’affascinante, bravissimo e conturbante ballerino.
Gli uomini tacevano.
Grande attesa, al Museo Reina Sofia, per il “Guernica” di Picasso: quest’opera è stupefacente ed esprime il dolore dell’uomo davanti alla guerra in un modo incredibile: ti fa soffrire, ti fa piangere.
Il genio di Picasso gli ha fatto porre, in un angolino del dipinto, un piccolissimo fiore che inizia a sbocciare come segno della vita che rinasce sempre.
Poi di corsa fuori: c’è Eleonora che ci aspetta per un altro giro.
Lei è un mare di idee e di opportunità.
Siamo sfiniti, abbiamo camminato in quei giorni per 45 Km ma ora, a casa, mi sento appagata e felice: amo Madrid e poi la stanchezza chi la sente più?
Alla prossima.
Lydia
Ho tra le mani le foto del nostro viaggio a Madrid: le allineo sul tavolo e le guardo bene.
Sono belle, luminose e mi riportano a quei giorni di vacanza tanto attesi.
Madrid è bella, solare, viva ed anche se non ha il fascino delle grandi Capitali Europee come Vienna, Praga o Parigi, ha grandi vie dove troviamo bei palazzi, curati giardini e bellissime piazze.
C’è l’Arena dei famosi toreri, ma penso ai tori e non mi piace mentre invece mi esalto davanti allo Stadio Bernabeu rivivendo la grande edizione della Coppa vintavi dalla mia amata Inter.
Rivisito poi il Palazzo Reale, ricco di arredi, con la favolosa la Sala del Trono dai meravigliosi lampadari naturalmente italiani (di Murano); rivedo i famosi quadri del Museo del Prado, conosciuto in tutto il mondo; arrivo alla Porta del Sol (noto punto di riferimento cittadino) e vi trovo un mare di gente che cammina, passeggia e mangia.
Gli spagnoli mangiano a tutte le ore e … anche i turisti!
Poi grande successo per il flamenco: ballo forte, artistico che esprime vita e passione.
Quella sera, tornando in albergo, sul pullman, si parlava, si scherzava e si rideva forse anche per le parecchie sangrie bevute ma il pensiero tornava all’affascinante, bravissimo e conturbante ballerino.
Gli uomini tacevano.
Grande attesa, al Museo Reina Sofia, per il “Guernica” di Picasso: quest’opera è stupefacente ed esprime il dolore dell’uomo davanti alla guerra in un modo incredibile: ti fa soffrire, ti fa piangere.
Il genio di Picasso gli ha fatto porre, in un angolino del dipinto, un piccolissimo fiore che inizia a sbocciare come segno della vita che rinasce sempre.
Poi di corsa fuori: c’è Eleonora che ci aspetta per un altro giro.
Lei è un mare di idee e di opportunità.
Siamo sfiniti, abbiamo camminato in quei giorni per 45 Km ma ora, a casa, mi sento appagata e felice: amo Madrid e poi la stanchezza chi la sente più?
Alla prossima.
Lydia
Da un reporter particolare...
Mi è stato chiesto di scrivere un breve articolo a commento del recente viaggio a Madrid ma, più che farvene un resoconto turistico, io desidero darvene le mie impressioni perché per me questa è stata la prima trasferta internazionale con i soci del nostro Movimento.
Alla fortuna di un viaggio senza grossi inconvenienti, di un volo tranquillo e di un tempo bellissimo, si è subito affiancata la certezza di poter godere di un’organizzazione perfetta: pullman all’altezza, guida competente e simpatica, albergo di livello, etc… Il tutto impreziosito dalla sicurezza di poter contare sulla continua presenza e assistenza dei due magnifici Eleonora e Costanzo. Ciononostante il ricco programma ed una non preventivabile alta temperatura, al sabato hanno messo a dura prova la nostra resistenza fisica facendo anche levare qualche lamento restato peraltro sempre nei limiti di un civile confronto d’opinioni.
Con un abbinato intervento, Eleonora ed io abbiamo cercato di rimotivare il gruppo sottolineando l’importanza del provare ad andar oltre i limiti fisici che ciascuno di noi si è abituato ad avere nella vita di tutti i giorni.
Il resto, specie per il gentil sesso, l’ha ottenuto la fisicità di un ballerino di flamenco il cui “spettacolo” ha chiuso la giornata.
Eleonora aveva comunque programmato per la domenica la possibilità di affiancare al programma (ancor più impegnativo di quello del sabato) anche un itinerario ridotto con possibilità di rientro in hotel anticipato.
Quando, all’uscita dal Reina Sofia, ho chiesto (non senza una certa apprensione) ad Eleonora quanti avessero scelto di tornare in hotel e lei mi ha risposto che anche chi le aveva preannunciato quest’intenzione aveva poi scelto di continuare a “restare in gruppo”, mi sono accorto d’avere gli occhi lucidi!
Ancora adesso non so quanto, in questo montare a valanga dei sentimenti, abbiano giocato le emozioni derivanti dal poter sostare davanti al Guernica e quanto invece dall’essermi reso conto della forza d’animo di persone che, nonostante l’età e gli acciacchi di ciascuno, mi avevano regalato un indimenticabile gesto di fiducia ascoltando ed accettando la mia richiesta e scoprendo, alla fine e con meravigliata gioia, d’aver coperto a piedi in poco più di due giorni una distanza superiore a quella della maratona olimpica (42,195 Km).
Amici, vi ho scritto nella mia presentazione d’aver accettato l’incarico alla presidenza del Movimento con una certa apprensione: oggi vi dico che sono fiero di voi e di essere il vostro presidente!
E Madrid? Sicuramente una bella città anche se non una vera “capitale”, almeno non come la intendo io: non ai livelli di Praga o di Vienna, per intenderci.
Ammirevoli per ospitalità e cortesia gli spagnoli: tutti i giovani ti cedono il posto a sedere sui mezzi pubblici e tutti gli automobilisti si fermano per far passare i pedoni sulle strisce.
E i ballerini di flamenco? No, grazie!
Antonio
Mi è stato chiesto di scrivere un breve articolo a commento del recente viaggio a Madrid ma, più che farvene un resoconto turistico, io desidero darvene le mie impressioni perché per me questa è stata la prima trasferta internazionale con i soci del nostro Movimento.
Alla fortuna di un viaggio senza grossi inconvenienti, di un volo tranquillo e di un tempo bellissimo, si è subito affiancata la certezza di poter godere di un’organizzazione perfetta: pullman all’altezza, guida competente e simpatica, albergo di livello, etc… Il tutto impreziosito dalla sicurezza di poter contare sulla continua presenza e assistenza dei due magnifici Eleonora e Costanzo. Ciononostante il ricco programma ed una non preventivabile alta temperatura, al sabato hanno messo a dura prova la nostra resistenza fisica facendo anche levare qualche lamento restato peraltro sempre nei limiti di un civile confronto d’opinioni.
Con un abbinato intervento, Eleonora ed io abbiamo cercato di rimotivare il gruppo sottolineando l’importanza del provare ad andar oltre i limiti fisici che ciascuno di noi si è abituato ad avere nella vita di tutti i giorni.
Il resto, specie per il gentil sesso, l’ha ottenuto la fisicità di un ballerino di flamenco il cui “spettacolo” ha chiuso la giornata.
Eleonora aveva comunque programmato per la domenica la possibilità di affiancare al programma (ancor più impegnativo di quello del sabato) anche un itinerario ridotto con possibilità di rientro in hotel anticipato.
Quando, all’uscita dal Reina Sofia, ho chiesto (non senza una certa apprensione) ad Eleonora quanti avessero scelto di tornare in hotel e lei mi ha risposto che anche chi le aveva preannunciato quest’intenzione aveva poi scelto di continuare a “restare in gruppo”, mi sono accorto d’avere gli occhi lucidi!
Ancora adesso non so quanto, in questo montare a valanga dei sentimenti, abbiano giocato le emozioni derivanti dal poter sostare davanti al Guernica e quanto invece dall’essermi reso conto della forza d’animo di persone che, nonostante l’età e gli acciacchi di ciascuno, mi avevano regalato un indimenticabile gesto di fiducia ascoltando ed accettando la mia richiesta e scoprendo, alla fine e con meravigliata gioia, d’aver coperto a piedi in poco più di due giorni una distanza superiore a quella della maratona olimpica (42,195 Km).
Amici, vi ho scritto nella mia presentazione d’aver accettato l’incarico alla presidenza del Movimento con una certa apprensione: oggi vi dico che sono fiero di voi e di essere il vostro presidente!
E Madrid? Sicuramente una bella città anche se non una vera “capitale”, almeno non come la intendo io: non ai livelli di Praga o di Vienna, per intenderci.
Ammirevoli per ospitalità e cortesia gli spagnoli: tutti i giovani ti cedono il posto a sedere sui mezzi pubblici e tutti gli automobilisti si fermano per far passare i pedoni sulle strisce.
E i ballerini di flamenco? No, grazie!
Antonio