Mantova
25 novembre 2023
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Resoconti
Mantova: diario dal centro storico
Dopo un ottimo pranzo al ristorante “Materia Prima”, la nostra guida Liliana ci ha raggiunti per condurci alla scoperta del centro storico.
Siamo partiti da Piazza Mantegna dove la nostra bravissima guida ha introdotto la visita con il racconto storico della crescita economica e culturale della città.
Nel 1400, in pieno Medioevo e quando ancora la zona era paludosa e poverissima, i monaci Benedettini si insediarono e iniziarono a lavorare la lana e, più precisamente, i panni di lana da cui poi nacque la congregazione dei Lanaioli.
Quest’ultima nel tempo divenne molto potente e influenzò a tal punto tutta la città che partecipò e si impegnò nella produzione e nel commercio della lana creando ricchezza e benessere per tutta la comunità.
Abbiamo proseguito verso Piazza delle Erbe, vero cuore della città, su cui si affacciano la Basilica di Sant’Andrea, il Palazzo della Ragione con la Torre dell’Orologio, la Rotonda di San Lorenzo e il Palazzo Boniforte.
La Basilica di Sant’Andrea apostolo fu progettata e costruita nel 1472 da Leon Battista Alberti per ordine dei Gonzaga per accogliere le reliquie del Sangue di Cristo.
La facciata è uno dei massimi esempi di architettura rinascimentale, la Cripta e il Presbiterio invece risalgono al 1500 mentre la Cupola è del 1700.
L’interno a croce latina ha un’unica navata con volta a botte e sotto la Cupola si intravede la cripta dove sono custoditi i Sacri Vasi con la reliquia del Sangue di Cristo.
Delle sei cappelle allineate sui fianchi, una è il mausoleo del Mantegna qui sepolto nel 1507.
Nel Palazzo della Ragione (XIII sec.), dove si amministrava la giustizia, spicca la Torre dell’Orologio, primo orologio pubblico (seconda metà del XV secolo) con le fasi lunari, la congiunzione dei pianeti e i segni zodiacali a lettura astrologica.
La Rotonda di San Lorenzo, monumento antico costruito nell’XI secolo per volontà di Matilde di Canossa, è ispirata al modello del Santo Sepolcro di Gerusalemme ed è rimasta per secoli inglobata e oscurata dalle case del Ghetto per essere finalmente riportata alla vista dopo il restauro nel 1926.
Il Palazzo Boniforti, detto anche casa del Mercante Milanese, è uno degli edifici privati più antichi della città ed è situato di fronte alla Basilica di Sant’Andrea.
L’edificio decorato in cotto fu fatto costruire dal mercante brianzolo nel 1455 in stile gotico, con fregi dorati e con un porticato rinascimentale.
Proseguendo verso piazza Sordello (prima fondazione Etrusca) abbiamo percorso i portici animati da locali e bancarelle dove un tempo c’erano le Botteghe e le case degli artigiani affrescate a colori vivaci.
Un passaggio coperto, detto Sottoportico dei Lattonai, collega gli edifici al Palazzo del Podestà eretto nel 1227 dove abbiamo ammirato la statua del poeta latino Virgilio, originario di Mantova e simbolo di giustizia.
Non lontano svetta ben visibile la Torre della Gabbia dove venivano imprigionati e messi alla gogna i malfattori.
Eccoci poi in Piazza Sordello con sul lato sinistro il Palazzo dei Bonacolsi, dimora storica della famiglia che dal Medioevo detenne il potere sulla città fino all’arrivo dei Gonzaga.
Appena più avanti abbiamo trovato il Palazzo Arcivescovile (esattamente di fronte a Palazzo Ducale) e il Museo Diocesano intitolato a Francesco Gonzaga dove viene conservato il tesoro del Duomo che meriterebbe una visita dedicata.
Il Duomo, edificato nel 1395 su commissione di Francesco Gonzaga e dedicato a San Pietro, domina Piazza Sordello.
Fu costruito sulla chiesa romanica di San Pietro di cui si conservano solo le strutture murarie e il campanile mentre il fianco destro è in stile gotico fiorito.
L’attuale facciata, in marmo di Carrara, è in stile Barocco (1756) e contrasta con il campanile romanico e i fianchi gotici.
L’interno, diviso da colonne corinzie in cinque navate, ha soffitto a cassettoni e una cupola su progetto di Giulio Romano per il cardinale Ercole Gonzaga dopo l’incendio del 1545 mentre la Cappella del Santissimo Sacramento, legata al culto della reliquia del sangue di Cristo, risale al XVII° secolo.
Giunti al termine della giornata eravamo tutti un po’ stanchi e infreddoliti ma ancora una volta soddisfatti e più ricchi di bellezza.
Susanna
Dopo un ottimo pranzo al ristorante “Materia Prima”, la nostra guida Liliana ci ha raggiunti per condurci alla scoperta del centro storico.
Siamo partiti da Piazza Mantegna dove la nostra bravissima guida ha introdotto la visita con il racconto storico della crescita economica e culturale della città.
Nel 1400, in pieno Medioevo e quando ancora la zona era paludosa e poverissima, i monaci Benedettini si insediarono e iniziarono a lavorare la lana e, più precisamente, i panni di lana da cui poi nacque la congregazione dei Lanaioli.
Quest’ultima nel tempo divenne molto potente e influenzò a tal punto tutta la città che partecipò e si impegnò nella produzione e nel commercio della lana creando ricchezza e benessere per tutta la comunità.
Abbiamo proseguito verso Piazza delle Erbe, vero cuore della città, su cui si affacciano la Basilica di Sant’Andrea, il Palazzo della Ragione con la Torre dell’Orologio, la Rotonda di San Lorenzo e il Palazzo Boniforte.
La Basilica di Sant’Andrea apostolo fu progettata e costruita nel 1472 da Leon Battista Alberti per ordine dei Gonzaga per accogliere le reliquie del Sangue di Cristo.
La facciata è uno dei massimi esempi di architettura rinascimentale, la Cripta e il Presbiterio invece risalgono al 1500 mentre la Cupola è del 1700.
L’interno a croce latina ha un’unica navata con volta a botte e sotto la Cupola si intravede la cripta dove sono custoditi i Sacri Vasi con la reliquia del Sangue di Cristo.
Delle sei cappelle allineate sui fianchi, una è il mausoleo del Mantegna qui sepolto nel 1507.
Nel Palazzo della Ragione (XIII sec.), dove si amministrava la giustizia, spicca la Torre dell’Orologio, primo orologio pubblico (seconda metà del XV secolo) con le fasi lunari, la congiunzione dei pianeti e i segni zodiacali a lettura astrologica.
La Rotonda di San Lorenzo, monumento antico costruito nell’XI secolo per volontà di Matilde di Canossa, è ispirata al modello del Santo Sepolcro di Gerusalemme ed è rimasta per secoli inglobata e oscurata dalle case del Ghetto per essere finalmente riportata alla vista dopo il restauro nel 1926.
Il Palazzo Boniforti, detto anche casa del Mercante Milanese, è uno degli edifici privati più antichi della città ed è situato di fronte alla Basilica di Sant’Andrea.
L’edificio decorato in cotto fu fatto costruire dal mercante brianzolo nel 1455 in stile gotico, con fregi dorati e con un porticato rinascimentale.
Proseguendo verso piazza Sordello (prima fondazione Etrusca) abbiamo percorso i portici animati da locali e bancarelle dove un tempo c’erano le Botteghe e le case degli artigiani affrescate a colori vivaci.
Un passaggio coperto, detto Sottoportico dei Lattonai, collega gli edifici al Palazzo del Podestà eretto nel 1227 dove abbiamo ammirato la statua del poeta latino Virgilio, originario di Mantova e simbolo di giustizia.
Non lontano svetta ben visibile la Torre della Gabbia dove venivano imprigionati e messi alla gogna i malfattori.
Eccoci poi in Piazza Sordello con sul lato sinistro il Palazzo dei Bonacolsi, dimora storica della famiglia che dal Medioevo detenne il potere sulla città fino all’arrivo dei Gonzaga.
Appena più avanti abbiamo trovato il Palazzo Arcivescovile (esattamente di fronte a Palazzo Ducale) e il Museo Diocesano intitolato a Francesco Gonzaga dove viene conservato il tesoro del Duomo che meriterebbe una visita dedicata.
Il Duomo, edificato nel 1395 su commissione di Francesco Gonzaga e dedicato a San Pietro, domina Piazza Sordello.
Fu costruito sulla chiesa romanica di San Pietro di cui si conservano solo le strutture murarie e il campanile mentre il fianco destro è in stile gotico fiorito.
L’attuale facciata, in marmo di Carrara, è in stile Barocco (1756) e contrasta con il campanile romanico e i fianchi gotici.
L’interno, diviso da colonne corinzie in cinque navate, ha soffitto a cassettoni e una cupola su progetto di Giulio Romano per il cardinale Ercole Gonzaga dopo l’incendio del 1545 mentre la Cappella del Santissimo Sacramento, legata al culto della reliquia del sangue di Cristo, risale al XVII° secolo.
Giunti al termine della giornata eravamo tutti un po’ stanchi e infreddoliti ma ancora una volta soddisfatti e più ricchi di bellezza.
Susanna
MANTOVA, LENTA E AFFASCINANTE
Mantova è una città di provincia che sempre affascina e stupisce.
Sabato 25 novembre vi abbiamo trascorso una giornata con visita a Palazzo Ducale alla mattina e giro in centro città e shopping nel pomeriggio.
La visita a Palazzo Ducale è stata molto istruttiva e interessante.
La guida preparata è stata molto esaustiva e ha illustrato molto bene le varie stanze, i saloni e i molteplici appartamenti del palazzo collocandoli nel periodo storico corrispondente alle vicissitudini della famiglia Gonzaga e non solo.
La particolare Camera degli Sposi ci ha lasciati a bocca aperta nel guardare all’insù gli affreschi del Mantegna che occupano tutte le volte del soffitto e tutte le pareti adeguandosi perfettamente ai limiti architettonici dell’ambiente.
Sembrava quasi che lo spazio fosse dilatato fino all’esterno del castello: bello, bello, bello!!!
Una città con il fiume è lenta e affascinante e Mantova esprime tutta la sua provincialità nella finezza dei suoi negozi e dei suoi luoghi di ritrovo.
Sicché, dopo un pranzo ottimo in un ristorante in centro, la visita pomeridiana è stata accompagnata dalla stessa guida sempre pronta a garantire spiegazioni esaurienti.
Su un lato della grande e centrale Piazza Sordello, il Duomo, la cattedrale di San Pietro Apostolo, con la sua facciata in marmo bianco è molto imponente e ne vale la visita.
Ma, più che altro, lo shopping nei negozi in centro è avvenuto all’insegna del gusto.
Zucca e sbrisolona hanno fatto le parti del leone, ma nei negozi/boutique sotto i portici del centro erano esposte tutte le prelibatezze tipiche di un territorio ricco e generoso.
Non molto soddisfacente il Mercatino di Natale, per chi lo ha visitato, perché privo di articoli natalizi con solo esposizione e vendita di prodotti gastronomici.
Del resto, non si va a Mantova per i mercatini di Natale ma per la sua storia, per la sua architettura e la sua arte.
Ci torniamo?
Anna Sandrone
Mantova è una città di provincia che sempre affascina e stupisce.
Sabato 25 novembre vi abbiamo trascorso una giornata con visita a Palazzo Ducale alla mattina e giro in centro città e shopping nel pomeriggio.
La visita a Palazzo Ducale è stata molto istruttiva e interessante.
La guida preparata è stata molto esaustiva e ha illustrato molto bene le varie stanze, i saloni e i molteplici appartamenti del palazzo collocandoli nel periodo storico corrispondente alle vicissitudini della famiglia Gonzaga e non solo.
La particolare Camera degli Sposi ci ha lasciati a bocca aperta nel guardare all’insù gli affreschi del Mantegna che occupano tutte le volte del soffitto e tutte le pareti adeguandosi perfettamente ai limiti architettonici dell’ambiente.
Sembrava quasi che lo spazio fosse dilatato fino all’esterno del castello: bello, bello, bello!!!
Una città con il fiume è lenta e affascinante e Mantova esprime tutta la sua provincialità nella finezza dei suoi negozi e dei suoi luoghi di ritrovo.
Sicché, dopo un pranzo ottimo in un ristorante in centro, la visita pomeridiana è stata accompagnata dalla stessa guida sempre pronta a garantire spiegazioni esaurienti.
Su un lato della grande e centrale Piazza Sordello, il Duomo, la cattedrale di San Pietro Apostolo, con la sua facciata in marmo bianco è molto imponente e ne vale la visita.
Ma, più che altro, lo shopping nei negozi in centro è avvenuto all’insegna del gusto.
Zucca e sbrisolona hanno fatto le parti del leone, ma nei negozi/boutique sotto i portici del centro erano esposte tutte le prelibatezze tipiche di un territorio ricco e generoso.
Non molto soddisfacente il Mercatino di Natale, per chi lo ha visitato, perché privo di articoli natalizi con solo esposizione e vendita di prodotti gastronomici.
Del resto, non si va a Mantova per i mercatini di Natale ma per la sua storia, per la sua architettura e la sua arte.
Ci torniamo?
Anna Sandrone