Visita al Cimitero Monumentale di Milano
11 novembre 2016
Foto
Clicca sulle foto per ingrandire,
Resoconti
CIMITERO MONUMENTALE/1
L'ingresso è veramente maestoso, merito dell'architetto Carlo Maciachini che lo progettò, a partire dalla seconda metà dell’800. Suoi sono anche l'Ossario ed il Forno Crematorio (uno dei primi al mondo e primo in Italia ). E' entrato subito in funzione; ma non per i Cattolici, perché la Chiesa allora non lo permetteva. Il Cimitero Monumentale è, fin dalla sua costruzione, aperto a tutte le religioni . Nel Famedio (costruzione centrale in stile neo-medievale) si trova la tomba di Alessandro Manzoni, l’ospite più illustre, e l'elenco, sempre aggiornato, delle personalità che hanno aiutato a far grande Milano. Era, ed è ancora, il luogo della sepoltura delle famiglie della Milano bene. Nella sottostante cripta i personaggi famosi recentemente scomparsi. Passato il Famedio troviamo il monumento ai caduti nei campi di sterminio nazisti. Quindi abbiamo proseguito lungo i viali, ammirando i monumenti presenti, che sono dei veri capolavori d'arte firmati da artisti famosi, come lo scultore Giannino Castiglioni, che ha scolpito tutte le statue della monumentale torre della Famiglia Bernocchi e l'Ultima Cena della Cappella Campari. Per questo è stato poi chiamato a progettare e costruire una porta del Duomo di Milano. Una mia piccola riflessione. Davanti a questi capolavori penso cosa avrà spinto il committente a far fare questi monumenti: un grande amore? O la speranza che passando qualcuno si sarebbe fermato qualche minuto in più per una preghiera? Quando andremo in visita ai nostri cimiteri e ai nostri cari defunti, ricordiamoci che, dietro ogni tomba, anche se modesta, c'è sempre una storia, ci sono molti ricordi, sentimenti autentici.
Lidia
L'ingresso è veramente maestoso, merito dell'architetto Carlo Maciachini che lo progettò, a partire dalla seconda metà dell’800. Suoi sono anche l'Ossario ed il Forno Crematorio (uno dei primi al mondo e primo in Italia ). E' entrato subito in funzione; ma non per i Cattolici, perché la Chiesa allora non lo permetteva. Il Cimitero Monumentale è, fin dalla sua costruzione, aperto a tutte le religioni . Nel Famedio (costruzione centrale in stile neo-medievale) si trova la tomba di Alessandro Manzoni, l’ospite più illustre, e l'elenco, sempre aggiornato, delle personalità che hanno aiutato a far grande Milano. Era, ed è ancora, il luogo della sepoltura delle famiglie della Milano bene. Nella sottostante cripta i personaggi famosi recentemente scomparsi. Passato il Famedio troviamo il monumento ai caduti nei campi di sterminio nazisti. Quindi abbiamo proseguito lungo i viali, ammirando i monumenti presenti, che sono dei veri capolavori d'arte firmati da artisti famosi, come lo scultore Giannino Castiglioni, che ha scolpito tutte le statue della monumentale torre della Famiglia Bernocchi e l'Ultima Cena della Cappella Campari. Per questo è stato poi chiamato a progettare e costruire una porta del Duomo di Milano. Una mia piccola riflessione. Davanti a questi capolavori penso cosa avrà spinto il committente a far fare questi monumenti: un grande amore? O la speranza che passando qualcuno si sarebbe fermato qualche minuto in più per una preghiera? Quando andremo in visita ai nostri cimiteri e ai nostri cari defunti, ricordiamoci che, dietro ogni tomba, anche se modesta, c'è sempre una storia, ci sono molti ricordi, sentimenti autentici.
Lidia
CIMITERO MONUMENTALE/2
Nel gruppo del M.T.E che è partito da Segrate per visitare il Cimitero Monumentale di Milano, c’era chi voleva rivedere tombe famose, conosciute perché da piccolo le aveva viste con i genitori , chi, milanese e non, c’era solo passato davanti ripromettendosi un giorno di entrarci e anche chi, pur avendo lì persone care, non aveva pensato di visitarlo da un punto di vista storico e artistico. Nonostante il tempo poco favorevole è stato un percorso ricco di sorprese, che non sarebbe stato possibile senza la guida di Isabella, che ci ha dato esaurienti informazioni sul momento storico, la progettazione, i tempi di realizzazione. Qui ricordo solo che, inaugurato nel 1866, è uno dei più interessanti luoghi dell’architettura funeraria internazionale. Nell’ampio giardino d’entrata e in cima alla scalinata illuminati dai moltissimi crisantemi bianchi e gialli si erge la facciata del FAMEDIO, cioè la Casa della Fama, dedicato alla memoria di uomini e donne che hanno avuto intensi legami con la città, milanesi e non.Entrati, sotto la suggestiva volta azzurra, la prima sosta è stata quella al monumento funebre del più famoso milanese, Alessandro Manzoni. Ma la nostra attenzione è andata subito alla parete su cui sono iscritti i nomi dei defunti più recenti: fra gli ultimissimi quelli di Umberto Eco, Dario Fo, del calciatore Maldini. Nella parte che abbiamo visitato, alle spalle del Famedio si aprono i viali e i percorsi ai lati dei quali si alzano le tombe, gruppi statuari, edicole, costruzioni complesse che testimoniamo i vari stili succedutisi negli anni. Sono prevalentemente del periodo cosiddetto eclettico, quindi tombe a forma di tempio, di piramide, di pinnacolo gotico, poi dei periodi “liberty” e “decò”, ma anche con opere, sebbene non molte, che arrivano fino ai giorni nostri. Tra queste ultime per lo stile essenziale e rigoroso, ma di forte valore simbolico ci ha commosso il monumento ai morti nei “Lager” tedeschi. Ricordiamo alcune tombe che Isabella, la nostra guida, ci ha commentato. Le due dello scultore Enrico Buzzi, improntate quella dedicata a Isabella Airoldi Casati, ad un dolente realismo; la seconda molto potente che unisce realismo e simbolismo, ispirata al concetto dell’eternità della vita, permessa dalla terra madre. Quella della famiglia Bernocchi ispirata alla Colonna Traiana con andamento a spirale, nei cui riquadri aperti statue a tutto tondo rappresentano la Via Crucis e culminano con la Crocefissione e la Resurrezione. Le due del famoso sculture Antonio Wildt: quella non finita della famiglia Chierichetti molto suggestiva con le nude croci che corrispondono alle sepolture e l’edicola Korner con le due figure esili quasi smaterializzate che indicano l’affetto nel dolore. Di grande impatto visivo ed emotivo è stata la tomba n. 108 del 1935 della famiglia Campari, che aprì il concorso alle porte del Duomo all’architetto Giannino Castiglioni. Rappresenta un tema frequente nell’arte, cioè l’Ultima Cena con gli Apostoli seduti al tavolo intorno a Gesù.
Laura
Ritorna ai Resoconti