Gita a Morimondo e Vigevano
23 settembre 2016
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Resoconti
Vigevano
Cioè: un tuffo nel Medioevo. Al centro della pianura Padana, lontano dai richiami della vita mondana, nella solitudine della pianura e della brughiera nebbiosa, nel 1134 i monaci fondatori provenienti dalla Casa madre di Morimond in Francia, scelsero questo luogo per la costruzione del loro Monastero. Nei pressi del fiume Ticino costruirono un primo ambiente, dove la piccola comunità cistercense iniziò la vita in comune, secondo le regole Benedettine, di preghiera, silenzio, studio, lavoro, carità e solidarietà. Seguì la costruzione di altri ambienti come la Sala Capitolare (dove si coordinava la vita del monastero), lo Scriptorium (dove avveniva l’opera degli Amanuensi), il Chiostro (simbolo della vita monastica), il Calefactorium (unico ambiente riscaldato), il Refettorio, il Dormitorio, una foresteria ed una infermeria/ospedale per i poveri e i pellegrini. L’architettura povera sia nei materiali di costruzione (mattoni prodotti dagli stessi monaci) sia nell’essenzialità degli ambienti, verrà seguita anche per la costruzione dell’Abbazia di S. Maria diMorimondo. Anche l’interno dell’Abbazia, presenta l’essenzialità cistercense, la croce latina, la totale mancanza di decorazioni, l’uso di volte a crociera e archi a sesto acuto, tutte caratteristiche che per il rigore corrispondono alla spiritualità Benedettina. Nei secoli sia il monastero che l’Abbazia hanno subito diversi cambiamenti, ristrutturazioni e ritocchi, aggiunte, arricchimenti dal punto di vista artistico, ma lo spirito iniziale di vita evangelica e povertà è rimasto identico. Dal sacro al profano: dopo un ottimo pranzo all’agriturismo di “ Carlo e Nadia”, incontriamo a Vigevano la nostra guida che ci conduce attraverso la Porta ad Arco gotico all’interno del cortile di Palazzo Ducale. Da lì ben visibile la Torre del Bramante (simbolo della città), il Palazzo Ducale (un Castello che per estensione è uno dei più grandi d’Europa) e le Scuderie Ducali (disegnate da Leonardo da Vinci). Gioielli rinascimentali voluti da Ludovico il Moro, che trasformò l’antica fortezza medievale in sua residenza estiva, dimora di prestigio nonché simbolo del suo potere. Non ultima per bellezza e fascino la Falconiera (dal suo loggiato/colonnato partivano i falchi per la caccia al volo). Alla sua sinistra la”Loggia delle donne” disegnata del Bramante e regalo di nozze di Ludovico il Moro a Beatrice d’Este. Dallo scalone scendiamo in Piazza Ducale definita da Toscanini ”una sinfonia su quattro lati”. Ideato dal Bramante con il concorso di Leonardo da Vinci è l’ingresso d’onore all’imponente Castello. La piazza è circondata su tre lati da portici ad arcate, sorretti da 84 colonne con capitelli lavorati. I portici ospitano negozi, bar e ristorantini tipici. Sul quarto lato, quello orientale fa da sfondo la maestosa facciata barocca del Duomo, che con la sua forma concava sembra abbracciare la piazza.La giornata volge al termine e noi ci sentiamo più ricchi di emozioni e di bellezza, più vicini alla nostra bella Italia spesso bistrattata.
Susanna
Cioè: un tuffo nel Medioevo. Al centro della pianura Padana, lontano dai richiami della vita mondana, nella solitudine della pianura e della brughiera nebbiosa, nel 1134 i monaci fondatori provenienti dalla Casa madre di Morimond in Francia, scelsero questo luogo per la costruzione del loro Monastero. Nei pressi del fiume Ticino costruirono un primo ambiente, dove la piccola comunità cistercense iniziò la vita in comune, secondo le regole Benedettine, di preghiera, silenzio, studio, lavoro, carità e solidarietà. Seguì la costruzione di altri ambienti come la Sala Capitolare (dove si coordinava la vita del monastero), lo Scriptorium (dove avveniva l’opera degli Amanuensi), il Chiostro (simbolo della vita monastica), il Calefactorium (unico ambiente riscaldato), il Refettorio, il Dormitorio, una foresteria ed una infermeria/ospedale per i poveri e i pellegrini. L’architettura povera sia nei materiali di costruzione (mattoni prodotti dagli stessi monaci) sia nell’essenzialità degli ambienti, verrà seguita anche per la costruzione dell’Abbazia di S. Maria diMorimondo. Anche l’interno dell’Abbazia, presenta l’essenzialità cistercense, la croce latina, la totale mancanza di decorazioni, l’uso di volte a crociera e archi a sesto acuto, tutte caratteristiche che per il rigore corrispondono alla spiritualità Benedettina. Nei secoli sia il monastero che l’Abbazia hanno subito diversi cambiamenti, ristrutturazioni e ritocchi, aggiunte, arricchimenti dal punto di vista artistico, ma lo spirito iniziale di vita evangelica e povertà è rimasto identico. Dal sacro al profano: dopo un ottimo pranzo all’agriturismo di “ Carlo e Nadia”, incontriamo a Vigevano la nostra guida che ci conduce attraverso la Porta ad Arco gotico all’interno del cortile di Palazzo Ducale. Da lì ben visibile la Torre del Bramante (simbolo della città), il Palazzo Ducale (un Castello che per estensione è uno dei più grandi d’Europa) e le Scuderie Ducali (disegnate da Leonardo da Vinci). Gioielli rinascimentali voluti da Ludovico il Moro, che trasformò l’antica fortezza medievale in sua residenza estiva, dimora di prestigio nonché simbolo del suo potere. Non ultima per bellezza e fascino la Falconiera (dal suo loggiato/colonnato partivano i falchi per la caccia al volo). Alla sua sinistra la”Loggia delle donne” disegnata del Bramante e regalo di nozze di Ludovico il Moro a Beatrice d’Este. Dallo scalone scendiamo in Piazza Ducale definita da Toscanini ”una sinfonia su quattro lati”. Ideato dal Bramante con il concorso di Leonardo da Vinci è l’ingresso d’onore all’imponente Castello. La piazza è circondata su tre lati da portici ad arcate, sorretti da 84 colonne con capitelli lavorati. I portici ospitano negozi, bar e ristorantini tipici. Sul quarto lato, quello orientale fa da sfondo la maestosa facciata barocca del Duomo, che con la sua forma concava sembra abbracciare la piazza.La giornata volge al termine e noi ci sentiamo più ricchi di emozioni e di bellezza, più vicini alla nostra bella Italia spesso bistrattata.
Susanna
Morimondo
Grazie autunno, ci hai regalato una giornata stupenda, sole caldo, cielo azzurro, buona compagnia e allegria: l’Abbazia di Morimondo e la città di Vigevano ci hanno accolto come meglio non potevano dopo le vacanze estive, quasi a due passi da casa verso Pavia.Quanta ricchezza d’arte “nascosta” nei dintorni di Milano! Ma la nostra curiosità è stata premiata. L’Abbazia con la sua Chiesa “a vento” antica di quasi cinque secoli, stile gotico, architettura cistercense, ben otto campate che la rendono più grande di tutte le abbazie lombarde, si mostra con mattoni a vista e venne fondata dai monaci provenienti dalla casa madre in Francia. Il loro motto era “ lavoro, silenzio, preghiera”: lavoravano i campi,costruirono altre due Abbazie, allestirono una grande Biblioteca e favorirono parecchie vocazioni. Bellissimo il Chiostro ad alte colonne e gli affreschi di anonimi artisti lombardi fra cui spicca una “Madonna con il Bambino” di scuola Bernardino Luini. Nonostante i saccheggi, i terremoti e le varie difficoltà della vita monastica, il Monastero fu chiuso nel 1798 ma è sopravvissuto e vive ancora con i valori per i quali fu costruito. Dopo un lauto pranzo, nel pomeriggio, ci siamo recati a Vigevano e ci siamo affacciati alla sua Piazza Ducale “Museo a cielo aperto” di una bellezza perfetta che solo il Rinascimento ha saputo proporre. Voluta da Ludovico il Moro , signore di Milano, per abbellire la città, la piazza si presenta avendo tutt’ intorno
palazzetti e portici ingentiliti da affreschi, di segni floreali, stemmi, ritratti e frasi di benvenuto ai visitatori. Sembra che abbiano lavorato i due geni del Rinascimento: Leonardo e il Bramante. Sullo sfondo l’affascinante Torre del Bramante che si alza sulla Piazza quasi a volerci annunciare l’altro monumento importante cittadino: il Castello Sforzesco residenza di Corte con l’elegante “Loggia delle Dame” residenza della Duchessa Beatrice D’Este. Incastonato nella piazza, come gemma preziosa, troviamo il Duomo e ,a naso in su , ammiriamo gli antichi comignoli che spuntano dai tetti dei palazzetti. Era sera e si accesero le luci, soffuse e quasi irreali , rendevano la Piazza di una bellezza inimitabile: capolavoro del 1492 che arriva fino a noi per essere ammirata, vissuta, respirata. In uno dei medaglioni che decorano i portici si legge “Se tu non vuoi credere, guarda!”
Lydia
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Grazie autunno, ci hai regalato una giornata stupenda, sole caldo, cielo azzurro, buona compagnia e allegria: l’Abbazia di Morimondo e la città di Vigevano ci hanno accolto come meglio non potevano dopo le vacanze estive, quasi a due passi da casa verso Pavia.Quanta ricchezza d’arte “nascosta” nei dintorni di Milano! Ma la nostra curiosità è stata premiata. L’Abbazia con la sua Chiesa “a vento” antica di quasi cinque secoli, stile gotico, architettura cistercense, ben otto campate che la rendono più grande di tutte le abbazie lombarde, si mostra con mattoni a vista e venne fondata dai monaci provenienti dalla casa madre in Francia. Il loro motto era “ lavoro, silenzio, preghiera”: lavoravano i campi,costruirono altre due Abbazie, allestirono una grande Biblioteca e favorirono parecchie vocazioni. Bellissimo il Chiostro ad alte colonne e gli affreschi di anonimi artisti lombardi fra cui spicca una “Madonna con il Bambino” di scuola Bernardino Luini. Nonostante i saccheggi, i terremoti e le varie difficoltà della vita monastica, il Monastero fu chiuso nel 1798 ma è sopravvissuto e vive ancora con i valori per i quali fu costruito. Dopo un lauto pranzo, nel pomeriggio, ci siamo recati a Vigevano e ci siamo affacciati alla sua Piazza Ducale “Museo a cielo aperto” di una bellezza perfetta che solo il Rinascimento ha saputo proporre. Voluta da Ludovico il Moro , signore di Milano, per abbellire la città, la piazza si presenta avendo tutt’ intorno
palazzetti e portici ingentiliti da affreschi, di segni floreali, stemmi, ritratti e frasi di benvenuto ai visitatori. Sembra che abbiano lavorato i due geni del Rinascimento: Leonardo e il Bramante. Sullo sfondo l’affascinante Torre del Bramante che si alza sulla Piazza quasi a volerci annunciare l’altro monumento importante cittadino: il Castello Sforzesco residenza di Corte con l’elegante “Loggia delle Dame” residenza della Duchessa Beatrice D’Este. Incastonato nella piazza, come gemma preziosa, troviamo il Duomo e ,a naso in su , ammiriamo gli antichi comignoli che spuntano dai tetti dei palazzetti. Era sera e si accesero le luci, soffuse e quasi irreali , rendevano la Piazza di una bellezza inimitabile: capolavoro del 1492 che arriva fino a noi per essere ammirata, vissuta, respirata. In uno dei medaglioni che decorano i portici si legge “Se tu non vuoi credere, guarda!”
Lydia
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