Giornalino di novembre 2015
SAGGEZZA?
Che cos'è la saggezza? Termine piuttosto inflazionato in senso metaforico, ma in pratica la saggezza è diventata (soprattutto nella alte sfere del potere) una merce alquanto rara. La saggezza si può definire: una particolare connotazione o capacità individuale di chi e in grado di valutare in modo corretto, prudente ed equilibrato le varie opportunità, optando di volta in volta per quella più proficua, secondo la propria conoscenza, ragione e esperienza. La saggezza è spesso intesa come capacita di saper scegliere ciò che, con il passare del terni?o, possa ottenere l'approvazione di un buon numero di persone. In questo senso, una scelta saggia implica che l'azione sia giudicata strategica mente corretta e ampiamente condivisa. In nessun caso però la saggezza può esser e valutata in termini di consenso popolare. Un luogo comune stabilisce che la saggezza sia propria delle persone più anziane, in virtù della [oro prudenza, ma soprattutto dotate di maggiore esperienza di vita. Dal punto di vista etico, esse re saggi significa saper riconoscere la differenza tra ciò che è bene e ciò che è male. In questo senso tutto quello che accade è il risultato di immagini:positive' oppure "negative . Pertanto e saggio colui che sa adeguarsi di volta in volta allo stato dei fatti, modificando i propri valori secondo le concrete opportunità che gli si presentano. Riconoscere ciò che è saggio vuol dire anche riconoscere e valutare le conseguenze dell'operato di chi è stolto addirittura folle: poiché la follia è il termine filosofico opposto alla saggezza .La saggezza non è una questione di razza ma di buonsenso associato a sani principi. Da Internet ho tratto una storiella che simboleggia, in modo semplice il concetto di saggezza. Una sera un vecchio e saggio capo Cherokee raccontò al proprio nipotino la battaglia che avviene nella coscienza di ogni uomo. Gli disse: "Figlio mio, la battaglia è tra due lupi che vivono dentro di noi. Il primo è l'infelicità, la paura, la preoccupazione, la gelosia, il dispiacere, l'autocommiserazione, il rancore, l'avidità, e il senso di inferiorità. Il secondo lupo è la felicità, l'amore, la gentilezza, la generosità, la verità e la compassione." Il piccolo ci pensò un po' su e poi chiese al nonno: "E quale lupo vince?" L'anziano capo Cherokee rispose sorridendo: "Quello a cui dai da mangiare." Piero |
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