Veneranda Pinacoteca Ambrosiana
27 ottobre 2018
Foto
Resoconto
VISITA ALLA PINACOTECA AMBROSIANA
Un po’ defilata e lontana dai percorsi turistici più noti, la Pinacoteca Ambrosiana è uno scrigno ricco di bellissimi tesori.
Federico Borromeo, arcivescovo di Milano dal 1595, donava alla già esistente Biblioteca ambrosiana la sua collezione di quadri, disegni, opere e sculture.
La Pinacoteca nasceva quindi nel 1609 e avrebbe raccolto, nei quattro secoli successivi, numerose donazioni che l’hanno arricchita sempre più.
Nel 1930, al nucleo originario, sono state aggiunte nuove sale che rispecchiano il gusto del tempo.
Sono esposti parecchi quadri soprattutto di autori italiani, vissuti dal Rinascimento all’Ottocento, tra cui un grande affresco di Luini, la “Madonna del Padiglione” di Botticelli e opere di Hayez tra cui un bozzetto/studio del famoso “Bacio”.
Una sala è dedicata ai pittori Fiamminghi con le loro opere ricche di minuscoli ma perfetti oggetti che compongono scene riprese da lontano e con una prospettiva a volo di uccello.
Abbiamo scoperto che sono stati proprio i Fiamminghi a far conoscere in Italia la pittura ad olio fino ad allora ignota ai nostri artisti che usavano la tempera.
Tutte le opere esposte sono donazioni tranne l’immensa e policroma Vetrata Dantesca (che rappresenta Dante e i personaggi della Divina Commedia) fabbricata in occasione dell’Expo di Londra del 1851 e successivamente acquistata con il contributo dei Milanesi.
Avvicinandoci alla Biblioteca, immensa sala andata distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e ricostruita come l’originale, abbiamo ammirato “Il Musico” di Leonardo.
Si tratta del ritratto a mezzo busto di un uomo che, un tempo, si pensava rappresentasse Ludovico il Moro ma la successiva scoperta del cartiglio di musica che tiene il soggetto ha escluso tale ipotesi.
Leonardo lo ha dipinto col volto parzialmente girato e studiando la posizione di ossa e muscoli facciali così da rendere perfetta la loro rappresentazione.
La chicca finale è stata sicuramente “La Canestra” del Caravaggio ospitata nella Biblioteca: è sola sulla parete perché lo stesso Federico non le trovò una collocazione più idonea perché la sua bellezza e unicità non permetteva di porvi altre opere accanto.
Il cesto di frutta rappresentato sembra infatti vero (altro che natura morta) con la sua mela bucata, i grappoli dagli acini trasparenti e le foglie in parte avvizzite!
E’ la prima volta che un cesto di frutta diventa unico soggetto di una tela.
Nella Biblioteca, in teche specialissime con temperatura controllata dall’interno, sono in esposizione fogli del Codice Atlantico di Leonardo e in particolare vi sono ora esposti studi sugli strumenti musicali.
Ogni foglio è zeppo di disegni e di frasi scritte con la caratteristica scrittura rovesciata di Leonardo leggibile solo grazie ad uno specchio.
Finalmente nel 2008 il Codice Atlantico è stato esposto al grande pubblico.
Prima di uscire abbiamo ammirato un mosaico romano posto sul pavimento di fronte all’ingresso originale della Pinacoteca che ci ricorda che proprio lì sotto è stato ritrovato il Foro Romano.
Insomma ancora una volta abbiamo toccato con mano di quanti tesori è ricca Milano e come stia solo a noi metterci alla loro ricerca!
Paola
Un po’ defilata e lontana dai percorsi turistici più noti, la Pinacoteca Ambrosiana è uno scrigno ricco di bellissimi tesori.
Federico Borromeo, arcivescovo di Milano dal 1595, donava alla già esistente Biblioteca ambrosiana la sua collezione di quadri, disegni, opere e sculture.
La Pinacoteca nasceva quindi nel 1609 e avrebbe raccolto, nei quattro secoli successivi, numerose donazioni che l’hanno arricchita sempre più.
Nel 1930, al nucleo originario, sono state aggiunte nuove sale che rispecchiano il gusto del tempo.
Sono esposti parecchi quadri soprattutto di autori italiani, vissuti dal Rinascimento all’Ottocento, tra cui un grande affresco di Luini, la “Madonna del Padiglione” di Botticelli e opere di Hayez tra cui un bozzetto/studio del famoso “Bacio”.
Una sala è dedicata ai pittori Fiamminghi con le loro opere ricche di minuscoli ma perfetti oggetti che compongono scene riprese da lontano e con una prospettiva a volo di uccello.
Abbiamo scoperto che sono stati proprio i Fiamminghi a far conoscere in Italia la pittura ad olio fino ad allora ignota ai nostri artisti che usavano la tempera.
Tutte le opere esposte sono donazioni tranne l’immensa e policroma Vetrata Dantesca (che rappresenta Dante e i personaggi della Divina Commedia) fabbricata in occasione dell’Expo di Londra del 1851 e successivamente acquistata con il contributo dei Milanesi.
Avvicinandoci alla Biblioteca, immensa sala andata distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e ricostruita come l’originale, abbiamo ammirato “Il Musico” di Leonardo.
Si tratta del ritratto a mezzo busto di un uomo che, un tempo, si pensava rappresentasse Ludovico il Moro ma la successiva scoperta del cartiglio di musica che tiene il soggetto ha escluso tale ipotesi.
Leonardo lo ha dipinto col volto parzialmente girato e studiando la posizione di ossa e muscoli facciali così da rendere perfetta la loro rappresentazione.
La chicca finale è stata sicuramente “La Canestra” del Caravaggio ospitata nella Biblioteca: è sola sulla parete perché lo stesso Federico non le trovò una collocazione più idonea perché la sua bellezza e unicità non permetteva di porvi altre opere accanto.
Il cesto di frutta rappresentato sembra infatti vero (altro che natura morta) con la sua mela bucata, i grappoli dagli acini trasparenti e le foglie in parte avvizzite!
E’ la prima volta che un cesto di frutta diventa unico soggetto di una tela.
Nella Biblioteca, in teche specialissime con temperatura controllata dall’interno, sono in esposizione fogli del Codice Atlantico di Leonardo e in particolare vi sono ora esposti studi sugli strumenti musicali.
Ogni foglio è zeppo di disegni e di frasi scritte con la caratteristica scrittura rovesciata di Leonardo leggibile solo grazie ad uno specchio.
Finalmente nel 2008 il Codice Atlantico è stato esposto al grande pubblico.
Prima di uscire abbiamo ammirato un mosaico romano posto sul pavimento di fronte all’ingresso originale della Pinacoteca che ci ricorda che proprio lì sotto è stato ritrovato il Foro Romano.
Insomma ancora una volta abbiamo toccato con mano di quanti tesori è ricca Milano e come stia solo a noi metterci alla loro ricerca!
Paola