Piona e Lecco
8 giugno
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Resoconto
UNA GIORNATA DI RIFLESSIONE
A conclusione dell’anno sociale, giovedì 8 giugno abbiamo dedicato l’intera giornata alla riflessione e alla spiritualità.
Siamo partiti in pullman e ci siamo recati alla Casa sul Pozzo, a Lecco, dove ci attendeva Padre Angelo, missionario clarettiano che abita questa casa con Padre Elia.
Insieme a Padre Angelo, che ci ha accompagnato per l’intera giornata, ci siamo poi traferiti all’Abbazia di Piona che è un tipico edificio dell’arte comacina in pietra squadrata a vista e che costituisce un raro gioiello dell’architettura romanica lombarda.
Consacrata nel 1138 e intitolata alla Vergine, la prima menzione del monastero cluniacense risale al 1169 con l’intitolazione a San Nicolò.
Posta sulla penisola di Olgiasca, di fronte a Gravedona sulla punta estrema del ramo di Lecco del lago, offre una splendida vista panoramica sulla costa occidentale del Lario oltre alla possibilità di assaporare la tranquillità e la pace di cui godono i dodici monaci cistercensi che ancora oggi vi abitano.
Dopo la visita al chiostro e alla chiesa, abbiamo dedicato un breve tempo alla riflessione personale.
Mente passeggiavamo tra ulivi, magnolie e cipressi, affioravano improvvisi frammenti di ricordi e pensieri, abbozzi di domande e barlumi di risposte.
Qua e là si aprivano squarci di azzurro come carezze di luce sulle acque del lago increspate da una brezza leggera.
Tutto questo abbiamo portato all’altare durante Messa celebrata da Padre Angelo a conclusione della mattinata.
Siamo poi ritornati alla Casa sul Pozzo dove abbiamo condiviso il pranzo preparato da volontari che collaborano con Padre Angelo.
Con noi hanno pranzato due ragazzi ospiti della casa, provenienti dall’Egitto e dal Sud America.
Abbiamo così potuto conoscere qualcosa delle loro vite, dei loro progetti, delle speranze e trepidazioni: l’esame di terza media è ormai per loro alle porte e, per chi è in Italia da meno di un anno, non è certo facile …
Padre Angelo ci ha poi resi partecipi delle attività che si svolgono nella casa.
Attraverso l’accoglienza dei giovani, lo studio e il lavoro, le attività culturali e artistiche, la condivisione dei beni mediante il baratto e le cene sulla strada, la Casa sul Pozzo è diventata un punto di riferimento per l’intero quartiere.
La casa è uno spazio in cui ognuno può crescere come persona, valorizzare i propri talenti mettendoli al servizio degli altri, indipendentemente da età, condizione sociale e fede religiosa: la porta della casa è sempre aperta ... anche di notte; si può prendere dagli scaffali un po’ di cibo o magari andare a pregare nella cappellina al secondo piano dove si trova la croce o in quella dove, per entrare, ci si deve togliere le scarpe e che, su un leggio, ha posto il Corano …
Infine, prima di tornare a Segrate, abbiamo fatto tappa a Montevecchia, da cui si gode una splendida vista sulla pianura lombarda.
Mentre lo sguardo spaziava in lontananza, oltre l’orizzonte avvolto dalla nebbia, ritornavano nel cuore le parole di padre Angelo e gli sguardi dei ragazzi che abbiamo incontrato: persone che fanno del dono di sé il significato della vita e questa è l’umanità che ci fa sperare.
Pietro
A conclusione dell’anno sociale, giovedì 8 giugno abbiamo dedicato l’intera giornata alla riflessione e alla spiritualità.
Siamo partiti in pullman e ci siamo recati alla Casa sul Pozzo, a Lecco, dove ci attendeva Padre Angelo, missionario clarettiano che abita questa casa con Padre Elia.
Insieme a Padre Angelo, che ci ha accompagnato per l’intera giornata, ci siamo poi traferiti all’Abbazia di Piona che è un tipico edificio dell’arte comacina in pietra squadrata a vista e che costituisce un raro gioiello dell’architettura romanica lombarda.
Consacrata nel 1138 e intitolata alla Vergine, la prima menzione del monastero cluniacense risale al 1169 con l’intitolazione a San Nicolò.
Posta sulla penisola di Olgiasca, di fronte a Gravedona sulla punta estrema del ramo di Lecco del lago, offre una splendida vista panoramica sulla costa occidentale del Lario oltre alla possibilità di assaporare la tranquillità e la pace di cui godono i dodici monaci cistercensi che ancora oggi vi abitano.
Dopo la visita al chiostro e alla chiesa, abbiamo dedicato un breve tempo alla riflessione personale.
Mente passeggiavamo tra ulivi, magnolie e cipressi, affioravano improvvisi frammenti di ricordi e pensieri, abbozzi di domande e barlumi di risposte.
Qua e là si aprivano squarci di azzurro come carezze di luce sulle acque del lago increspate da una brezza leggera.
Tutto questo abbiamo portato all’altare durante Messa celebrata da Padre Angelo a conclusione della mattinata.
Siamo poi ritornati alla Casa sul Pozzo dove abbiamo condiviso il pranzo preparato da volontari che collaborano con Padre Angelo.
Con noi hanno pranzato due ragazzi ospiti della casa, provenienti dall’Egitto e dal Sud America.
Abbiamo così potuto conoscere qualcosa delle loro vite, dei loro progetti, delle speranze e trepidazioni: l’esame di terza media è ormai per loro alle porte e, per chi è in Italia da meno di un anno, non è certo facile …
Padre Angelo ci ha poi resi partecipi delle attività che si svolgono nella casa.
Attraverso l’accoglienza dei giovani, lo studio e il lavoro, le attività culturali e artistiche, la condivisione dei beni mediante il baratto e le cene sulla strada, la Casa sul Pozzo è diventata un punto di riferimento per l’intero quartiere.
La casa è uno spazio in cui ognuno può crescere come persona, valorizzare i propri talenti mettendoli al servizio degli altri, indipendentemente da età, condizione sociale e fede religiosa: la porta della casa è sempre aperta ... anche di notte; si può prendere dagli scaffali un po’ di cibo o magari andare a pregare nella cappellina al secondo piano dove si trova la croce o in quella dove, per entrare, ci si deve togliere le scarpe e che, su un leggio, ha posto il Corano …
Infine, prima di tornare a Segrate, abbiamo fatto tappa a Montevecchia, da cui si gode una splendida vista sulla pianura lombarda.
Mentre lo sguardo spaziava in lontananza, oltre l’orizzonte avvolto dalla nebbia, ritornavano nel cuore le parole di padre Angelo e gli sguardi dei ragazzi che abbiamo incontrato: persone che fanno del dono di sé il significato della vita e questa è l’umanità che ci fa sperare.
Pietro