Praga
10-12 aprile 2024
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Resoconto
VIAGGIO A PRAGA
Praga ci accoglie con una giornata di sole e una temperatura ideale per essere visitata.
Si sa che il sole accoglie i giovani e belli e noi lo siamo!!!
Praga (in ceco Praha), cuore dell’Europa e capitale della repubblica Ceca, è situata sul fiume Moldava.
Sull’origine del suo nome ci sono diverse teorie. Praha deriverebbe dalla parola slava pràh (guado perché il primo insediamento umano sorgeva in corrispondenza nel punto in cui era possibile attraversare la Moldava). La più diffusa sostiene invece che il nome della città sia da far risalire alla principessa Libuse che disse al popolo di costruire una città alla soglia della foresta (Prah in ceco significa soglia).
Dai tempi più remoti Praga è crogiolo di etnie diverse ed è vissuta fondendo l’elemento ceco con quello ebraico e tedesco offrendo spazi ai movimenti religiosi, ai traffici, ai commerci e all’industria.
Per iniziare il nostro tour, la nostra “energica” e simpatica guida Giovanna (Jana), ci ha condotto al castello di Praga che assomiglia a una piccola città ed è il castello dalla superficie più estesa del mondo.
Abbiamo visitato il Palazzo Reale dove avveniva la “defenestrazione”: modo sbrigativo per eliminare i propri nemici buttandoli fuori dalla finestra.
A seguire la cattedrale di San Vito dove lascia sbalorditi un monumento funebre completamente in argento e splendidamente lavorato e dedicato a San Giovanni Nepomuceno.
Personalmente ho trovato emozio-nante vedere rappresentate anche due statue raffiguranti i minatori che avevano duramente estratto l’argento per la realizzazione del monumento.
Non lontano dalla cattedrale di San Vito si snoda un vicolo pittoresco con sedici casette in miniatura. E’ detto anche “vicolo degli orafi” o “degli alchimisti”.
Per centinaia di anni qui ha vissuto gente semplice, artigiani o domestici in servizio al borgo del castello, oggi divenuti negozi di souvenir.
Qui ha vissuto lo scrittore Franz Kafka a cui piaceva la quiete della stradina.
Ai tempi del superstizioso imperatore Rodolfo II, qui vivevano e avevano i loro laboratori alchimisti che cercavano l’elisir di lunga vita e la pietra filosofale.
La mattina del secondo giorno, con Jana abbiamo passeggiato per questa città pulita, ordinata e piena di scolaresche (anche italiane) in gita; abbiamo scoperto giardini nascosti, oasi nella città vecchia dove i praghesi si rilassano; abbiamo visitato la chiesa di San Nicolas, capolavoro di architettura barocca e la chiesa di Santa Maria della Vittoria ove è custodito il famoso Gesù Bambino di Praga.
La statua è di legno ricoperta di stoffa e di cera, alta 47 cm e rivestita in abiti regali con le insegne da sovrano, nell’atto di benedire.
Venne portata dalla Spagna dalla duchessa Maria Manriquez de Lara nel 1556 in occasione del suo matrimonio e in seguito fu donata ai Carmelitani nel 1628 dalla principessa Polissena Lobkowitz.
Cosa dire poi del ponte Carlo, uno dei simboli di Praga: su entrambe le rive ha due poderose torri ed è un ponte pedonale lungo 516 metri e largo 10, in stile gotico.
E’ una galleria d’arte con 30 sculture fra cui la statua di San Giovanni Nepomuceno, predicatore alla corte di re Venceslao che lo fece annegare nella Moldava.
I passanti, noi compresi, hanno toccato per scaramanzia il rilievo collocato sul piedistallo della statua.
Non ci è mancato nulla, neanche una rilassante crociera sul fiume Moldava sulle note del poema sinfonico del 1874 scritto da Bedrich Smetana e una cena in una meravigliosa birreria stile liberty all’interno della casa municipale di Praga che è un enorme edificio storico edificato tra il 1905 ed il 1911: oggi nei suoi splendidi locali vengono organizzate mostre, concerti, balli, ecc…
L’ultimo giorno Jana ci ha fatto scoprire altre meraviglie praghesi come la casa danzante, costruita nel 1996 che è considerata uno dei pilastri dell’architettura moderna e che è stata ispirata allo stile di danza della coppia Fred Astaire (torre di pietra) e Ginger Rogers (torre di vetro).
Grandi preferenze ha ottenuto l’atmosfera della grande piazza della città vecchia, cuore pulsante dell’antico centro di Praga, crogiolo di monumenti e di architetture, dove si trova l’orologio astronomico datato 1410, costruito da Mikulas di Kadan.
A ogni ora sfilano il corteo degli apostoli e un galletto gracchiante (vista l’età), sbatte le ali e canta.
I praghesi del tempo non dovevano avere un buon carattere visto che accecarono e poi uccisero l’orologiaio in modo che nessun altro avesse un orologio come il loro!!!
Per concludere abbiamo fatto la visita all’antico ghetto ebraico dove, durante gli anni dell’occupazione nazista di Praga, morirono il 90% degli ebrei.
Entrando nella sinagoga ci è stato raccomandato il silenzio: non ce n’era bisogno perché tutti noi siamo ammutoliti nel vedere, sulle sue pareti, come su una tappezzeria, scritti fitto fitto, tutti i nomi dei morti nei campi di sterminio.
Il motto dei nazisti era “il lavoro è vita”, quindi i senior e i bambini non servivano!
Una suggestione del tutto particolare ha suscitato il vecchio cimitero ebraico.
Per la ristrettezza degli spazi, un pittoresco ammasso di pietre e lastre tombali.
Ci è stato spiegato che in alcune zone dell’area cimiteriale sono stati stratificati addirittura nove livelli di sepoltura.
Spero che questo sia stato un arrivederci e, in attesa dell’aereo in forte ritardo, cosa c’era di meglio che una partita di burraco?
Paola e Claudio
Praga ci accoglie con una giornata di sole e una temperatura ideale per essere visitata.
Si sa che il sole accoglie i giovani e belli e noi lo siamo!!!
Praga (in ceco Praha), cuore dell’Europa e capitale della repubblica Ceca, è situata sul fiume Moldava.
Sull’origine del suo nome ci sono diverse teorie. Praha deriverebbe dalla parola slava pràh (guado perché il primo insediamento umano sorgeva in corrispondenza nel punto in cui era possibile attraversare la Moldava). La più diffusa sostiene invece che il nome della città sia da far risalire alla principessa Libuse che disse al popolo di costruire una città alla soglia della foresta (Prah in ceco significa soglia).
Dai tempi più remoti Praga è crogiolo di etnie diverse ed è vissuta fondendo l’elemento ceco con quello ebraico e tedesco offrendo spazi ai movimenti religiosi, ai traffici, ai commerci e all’industria.
Per iniziare il nostro tour, la nostra “energica” e simpatica guida Giovanna (Jana), ci ha condotto al castello di Praga che assomiglia a una piccola città ed è il castello dalla superficie più estesa del mondo.
Abbiamo visitato il Palazzo Reale dove avveniva la “defenestrazione”: modo sbrigativo per eliminare i propri nemici buttandoli fuori dalla finestra.
A seguire la cattedrale di San Vito dove lascia sbalorditi un monumento funebre completamente in argento e splendidamente lavorato e dedicato a San Giovanni Nepomuceno.
Personalmente ho trovato emozio-nante vedere rappresentate anche due statue raffiguranti i minatori che avevano duramente estratto l’argento per la realizzazione del monumento.
Non lontano dalla cattedrale di San Vito si snoda un vicolo pittoresco con sedici casette in miniatura. E’ detto anche “vicolo degli orafi” o “degli alchimisti”.
Per centinaia di anni qui ha vissuto gente semplice, artigiani o domestici in servizio al borgo del castello, oggi divenuti negozi di souvenir.
Qui ha vissuto lo scrittore Franz Kafka a cui piaceva la quiete della stradina.
Ai tempi del superstizioso imperatore Rodolfo II, qui vivevano e avevano i loro laboratori alchimisti che cercavano l’elisir di lunga vita e la pietra filosofale.
La mattina del secondo giorno, con Jana abbiamo passeggiato per questa città pulita, ordinata e piena di scolaresche (anche italiane) in gita; abbiamo scoperto giardini nascosti, oasi nella città vecchia dove i praghesi si rilassano; abbiamo visitato la chiesa di San Nicolas, capolavoro di architettura barocca e la chiesa di Santa Maria della Vittoria ove è custodito il famoso Gesù Bambino di Praga.
La statua è di legno ricoperta di stoffa e di cera, alta 47 cm e rivestita in abiti regali con le insegne da sovrano, nell’atto di benedire.
Venne portata dalla Spagna dalla duchessa Maria Manriquez de Lara nel 1556 in occasione del suo matrimonio e in seguito fu donata ai Carmelitani nel 1628 dalla principessa Polissena Lobkowitz.
Cosa dire poi del ponte Carlo, uno dei simboli di Praga: su entrambe le rive ha due poderose torri ed è un ponte pedonale lungo 516 metri e largo 10, in stile gotico.
E’ una galleria d’arte con 30 sculture fra cui la statua di San Giovanni Nepomuceno, predicatore alla corte di re Venceslao che lo fece annegare nella Moldava.
I passanti, noi compresi, hanno toccato per scaramanzia il rilievo collocato sul piedistallo della statua.
Non ci è mancato nulla, neanche una rilassante crociera sul fiume Moldava sulle note del poema sinfonico del 1874 scritto da Bedrich Smetana e una cena in una meravigliosa birreria stile liberty all’interno della casa municipale di Praga che è un enorme edificio storico edificato tra il 1905 ed il 1911: oggi nei suoi splendidi locali vengono organizzate mostre, concerti, balli, ecc…
L’ultimo giorno Jana ci ha fatto scoprire altre meraviglie praghesi come la casa danzante, costruita nel 1996 che è considerata uno dei pilastri dell’architettura moderna e che è stata ispirata allo stile di danza della coppia Fred Astaire (torre di pietra) e Ginger Rogers (torre di vetro).
Grandi preferenze ha ottenuto l’atmosfera della grande piazza della città vecchia, cuore pulsante dell’antico centro di Praga, crogiolo di monumenti e di architetture, dove si trova l’orologio astronomico datato 1410, costruito da Mikulas di Kadan.
A ogni ora sfilano il corteo degli apostoli e un galletto gracchiante (vista l’età), sbatte le ali e canta.
I praghesi del tempo non dovevano avere un buon carattere visto che accecarono e poi uccisero l’orologiaio in modo che nessun altro avesse un orologio come il loro!!!
Per concludere abbiamo fatto la visita all’antico ghetto ebraico dove, durante gli anni dell’occupazione nazista di Praga, morirono il 90% degli ebrei.
Entrando nella sinagoga ci è stato raccomandato il silenzio: non ce n’era bisogno perché tutti noi siamo ammutoliti nel vedere, sulle sue pareti, come su una tappezzeria, scritti fitto fitto, tutti i nomi dei morti nei campi di sterminio.
Il motto dei nazisti era “il lavoro è vita”, quindi i senior e i bambini non servivano!
Una suggestione del tutto particolare ha suscitato il vecchio cimitero ebraico.
Per la ristrettezza degli spazi, un pittoresco ammasso di pietre e lastre tombali.
Ci è stato spiegato che in alcune zone dell’area cimiteriale sono stati stratificati addirittura nove livelli di sepoltura.
Spero che questo sia stato un arrivederci e, in attesa dell’aereo in forte ritardo, cosa c’era di meglio che una partita di burraco?
Paola e Claudio