Roma
30 settembre - 3 ottobre 2020
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Resoconto
Roma tra antiche bellezze, castelli e ville
Sono le 5,15 del 30 settembre e fra 45 minuti si parte.
Appena alzato ho dato un’occhiata al tempo: si vedeva poco ma prometteva bene e così, poco dopo, le nostre valigette carrellate si sono messe a rullare per le stradine del villaggio.
Il viaggio in pullman è terminato a metà pomeriggio a Ostia Antica dove eravamo attesi dal Dott. Silverio che, energico, ha iniziato il suo racconto pieno di date e dettagli.
Osservo Anna e sottovoce le ho domandato: “non ti pare di essere a Olimpia?” “Sì, sì, è vero” mi ha risposto.
Roma non poteva mancare del porto che a quel tempo era qui mentre il mare ora si è spostato ed è ben più lontano …
I romani sapevano ben sfruttare ogni cosa: materiali e tradizioni del posto innanzi tutto.
Le strade erano costruite con caratteristiche uniche per l’epoca: diritte e solide oltre che a essere dotate ai lati di pietre miliari che ne riportavano la distanza dal Miliaro Aureo (una colonna in marmo rivestita di bronzo dorato eretta nel 20 a.C. da Cesare Augusto) posto all’interno del Foro Romano.
Come erano costruite le strade romane? Definito il tracciato e gli argini, si iniziavano gli scavi in profondità che dovevano contenere:
Scomponendo l'arco in settori, trovarono poi il modo di calcolare le portate e sfruttarono questo sistema per ponti, piani sopraelevati, cupole, ecc...
Dove ci trovavamo erano presenti pini marittimi, mosaici (ne restano testimonianze), aree commerciali con strade e negozi (con anfore ancora infisse nel banco).
La visita è interessante ma la camminata si era rallentata e così Silverio, dato uno sguardo al nostro gruppo, ha lanciato il grido di battaglia “Che vi state ammosciando? Forza che sono solo duecento metri e poi ancora trecento!”
Quindi, pur se le nostre non più giovani membra si lamentavano, nessuno ha ceduto.
Ed ecco le terme con il riscaldamento sotto al pavimento sospeso, i mosaici, le latrine e il posto d'incontro anche della politica.
L'impero romano nelle sue conquiste portava anche la sua cultura e le sue innovazioni tecniche.
Il Circo Massimo l’abbiamo visto dall'alto per avere una panoramica completa della pista dove correvano le bighe e che molti films hanno ripreso.
Ci è stato spiegato che gli incidenti più cruenti avvenivano in corrispondenza delle curve delle testate della pista dove, data la velocità e mancando del differenziale che avrebbe compensato la differenza di giri tra le ruote interne e quelle esterne, molte bighe si ribaltavano.
Un’imponente signora ci ha accolto per la navigazione lungo il Tevere offrendoci un aperitivo da tutti gradito e poi abbiamo navigato lungo il Tevere fino a che Castel Sant’Angelo che si è infuocato alla luce del tramonto e, mentre l’imbarcazione virava per il ritorno, nel gioco della luce è entrato negli scatti fotografici anche il cupolone di S. Pietro.
Davvero un bel sogno culminato con una cena a Trastevere in piena Roma antica.
Ai Musei Vaticani certo bisogna camminare e anche tanto ma le bellezze di tutto quello che abbiamo visto ci ha sicuramente alleggeriti o, perlomeno, distratti al punto che i nostri occhi ci costringevano a camminare senza che noi ce ne accorgessimo.
Ricordo che iniziammo con statue, arazzi e poi con dipinti, affreschi, etc… e infine l'ultimo colpo di stupore è venuto dalla gioia provata per la bellezza della Cappella Sistina dove il naso di tutti era rivolto in alto e la meraviglia si poteva leggere sulle bocche semiaperte di tutti noi.Camminata rapida per entrare in S.Pietro dove ad alcuni amici ho fatto notare una grande pala d'altare che avevo notato in precedenti visite e che, contrariamente alle apparenze, non era dipinta ma realizzata a mosaico: la sua perfezione è tale che, per vedere le tessere, occorre mettersi in una posizione ben precisa altrimenti il disegno a colori vivaci sembrava un dipinto.
Avevamo ridotto l'intervallo per il pranzo a così poco tempo che pensavamo di doverlo saltare ma almeno un panino siamo riusciti tutti a divorarlo!
Nel Ghetto Ebraico, ci siamo trovati in una piazzetta con dei ragazzi che, seduti su delle panchine, bevevano birra e che, sorpresi dal nostro apparire in gruppo e con le facce provate, si sono alzati e ci hanno ceduto il posto.
Anche il Ghetto di Roma fu racchiuso d delle mura che nel 1848 con Papa Pio IX furono definitivamente abbattute.
La guida ci ha raccontato che la deportazione degli ebrei avvenne sabato 16 ottobre del 1943 e che fu attuata dalla polizia e dall'esercito tedesco (fatto venire appositamente perché non ci si fidava degli Italiani).
I 50 kg di oro richiesti, consegnati e spediti in Germania per evitare la deportazione, furono ritrovati a fine guerra in un angolo dell'ufficio del generale Katenbrunner.
Quanta tristezza può dare l'intelligenza umana quando viene usata per fare del male.
Attualmente il ghetto è abitato da una popolazione che varia fra le 8.000 e le 12.000 persone ma quello che è più importante è che ora non è abitato da soli ebrei.
A Tivoli (ciliegina sulla torta) abbiamo visto tutti i giochi possibili da farsi con l'acqua sfruttando il principio dei vasi comunicanti: fontane, spruzzi d'acqua a ventaglio, ad anfora, putti, cannelle, vasche, piscine, cascatelle, incroci e disegni d'acqua composti.
La guida, che ci leggeva negli occhi la sorpresa, tentava di spronarci lanciando, ma sorridendo, il solido grido “ma che, vi state ammosciando?”
Con il suo occhio vigile Eleonora è stata sempre con noi assecondata da Ornella e Giorgio mentre l'amico di tutti Costanzo controllava la coda del gruppo.
Sulla via del ritorno, in pullman, abbiamo lasciato che il ricordo ripassasse e memorizzasse tutte le belle immagini.
Complimenti al nostro autista Omar, davvero bravo.
Annarmando
Sono le 5,15 del 30 settembre e fra 45 minuti si parte.
Appena alzato ho dato un’occhiata al tempo: si vedeva poco ma prometteva bene e così, poco dopo, le nostre valigette carrellate si sono messe a rullare per le stradine del villaggio.
Il viaggio in pullman è terminato a metà pomeriggio a Ostia Antica dove eravamo attesi dal Dott. Silverio che, energico, ha iniziato il suo racconto pieno di date e dettagli.
Osservo Anna e sottovoce le ho domandato: “non ti pare di essere a Olimpia?” “Sì, sì, è vero” mi ha risposto.
Roma non poteva mancare del porto che a quel tempo era qui mentre il mare ora si è spostato ed è ben più lontano …
I romani sapevano ben sfruttare ogni cosa: materiali e tradizioni del posto innanzi tutto.
Le strade erano costruite con caratteristiche uniche per l’epoca: diritte e solide oltre che a essere dotate ai lati di pietre miliari che ne riportavano la distanza dal Miliaro Aureo (una colonna in marmo rivestita di bronzo dorato eretta nel 20 a.C. da Cesare Augusto) posto all’interno del Foro Romano.
Come erano costruite le strade romane? Definito il tracciato e gli argini, si iniziavano gli scavi in profondità che dovevano contenere:
- un primo strato detto “Statumen” di blocchi da 30 cm circa;
- un secondo, detto “Ruderatio”, di pietre tondeggianti legate con la calce;
- un terzo di ghiaia livellata con dei cilindri;
- un quarto, detto “Pavimentum”, con grossi massi di pietra basaltica.
Scomponendo l'arco in settori, trovarono poi il modo di calcolare le portate e sfruttarono questo sistema per ponti, piani sopraelevati, cupole, ecc...
Dove ci trovavamo erano presenti pini marittimi, mosaici (ne restano testimonianze), aree commerciali con strade e negozi (con anfore ancora infisse nel banco).
La visita è interessante ma la camminata si era rallentata e così Silverio, dato uno sguardo al nostro gruppo, ha lanciato il grido di battaglia “Che vi state ammosciando? Forza che sono solo duecento metri e poi ancora trecento!”
Quindi, pur se le nostre non più giovani membra si lamentavano, nessuno ha ceduto.
Ed ecco le terme con il riscaldamento sotto al pavimento sospeso, i mosaici, le latrine e il posto d'incontro anche della politica.
L'impero romano nelle sue conquiste portava anche la sua cultura e le sue innovazioni tecniche.
Il Circo Massimo l’abbiamo visto dall'alto per avere una panoramica completa della pista dove correvano le bighe e che molti films hanno ripreso.
Ci è stato spiegato che gli incidenti più cruenti avvenivano in corrispondenza delle curve delle testate della pista dove, data la velocità e mancando del differenziale che avrebbe compensato la differenza di giri tra le ruote interne e quelle esterne, molte bighe si ribaltavano.
Un’imponente signora ci ha accolto per la navigazione lungo il Tevere offrendoci un aperitivo da tutti gradito e poi abbiamo navigato lungo il Tevere fino a che Castel Sant’Angelo che si è infuocato alla luce del tramonto e, mentre l’imbarcazione virava per il ritorno, nel gioco della luce è entrato negli scatti fotografici anche il cupolone di S. Pietro.
Davvero un bel sogno culminato con una cena a Trastevere in piena Roma antica.
Ai Musei Vaticani certo bisogna camminare e anche tanto ma le bellezze di tutto quello che abbiamo visto ci ha sicuramente alleggeriti o, perlomeno, distratti al punto che i nostri occhi ci costringevano a camminare senza che noi ce ne accorgessimo.
Ricordo che iniziammo con statue, arazzi e poi con dipinti, affreschi, etc… e infine l'ultimo colpo di stupore è venuto dalla gioia provata per la bellezza della Cappella Sistina dove il naso di tutti era rivolto in alto e la meraviglia si poteva leggere sulle bocche semiaperte di tutti noi.Camminata rapida per entrare in S.Pietro dove ad alcuni amici ho fatto notare una grande pala d'altare che avevo notato in precedenti visite e che, contrariamente alle apparenze, non era dipinta ma realizzata a mosaico: la sua perfezione è tale che, per vedere le tessere, occorre mettersi in una posizione ben precisa altrimenti il disegno a colori vivaci sembrava un dipinto.
Avevamo ridotto l'intervallo per il pranzo a così poco tempo che pensavamo di doverlo saltare ma almeno un panino siamo riusciti tutti a divorarlo!
Nel Ghetto Ebraico, ci siamo trovati in una piazzetta con dei ragazzi che, seduti su delle panchine, bevevano birra e che, sorpresi dal nostro apparire in gruppo e con le facce provate, si sono alzati e ci hanno ceduto il posto.
Anche il Ghetto di Roma fu racchiuso d delle mura che nel 1848 con Papa Pio IX furono definitivamente abbattute.
La guida ci ha raccontato che la deportazione degli ebrei avvenne sabato 16 ottobre del 1943 e che fu attuata dalla polizia e dall'esercito tedesco (fatto venire appositamente perché non ci si fidava degli Italiani).
I 50 kg di oro richiesti, consegnati e spediti in Germania per evitare la deportazione, furono ritrovati a fine guerra in un angolo dell'ufficio del generale Katenbrunner.
Quanta tristezza può dare l'intelligenza umana quando viene usata per fare del male.
Attualmente il ghetto è abitato da una popolazione che varia fra le 8.000 e le 12.000 persone ma quello che è più importante è che ora non è abitato da soli ebrei.
A Tivoli (ciliegina sulla torta) abbiamo visto tutti i giochi possibili da farsi con l'acqua sfruttando il principio dei vasi comunicanti: fontane, spruzzi d'acqua a ventaglio, ad anfora, putti, cannelle, vasche, piscine, cascatelle, incroci e disegni d'acqua composti.
La guida, che ci leggeva negli occhi la sorpresa, tentava di spronarci lanciando, ma sorridendo, il solido grido “ma che, vi state ammosciando?”
Con il suo occhio vigile Eleonora è stata sempre con noi assecondata da Ornella e Giorgio mentre l'amico di tutti Costanzo controllava la coda del gruppo.
Sulla via del ritorno, in pullman, abbiamo lasciato che il ricordo ripassasse e memorizzasse tutte le belle immagini.
Complimenti al nostro autista Omar, davvero bravo.
Annarmando