Basilica di San Lorenzo e Cappella di Sant'Aquilino
15 giugno 2021
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Resoconto
San Lorenzo
Sicuramente, questo articolo, sarà “di parte”: non vogliatemene, ma non potrebbe essere diverso per una sanlorenzina come me (e come mio marito) che ci siamo conosciuti, innamorati e sposati in questa stupenda basilica … o meglio, nel suo oratorio, in quanto Paolo, al tempo, “pativa il fumo delle candele”. Non si conosce la data d'origine della Chiesa innanzitutto perché, appartenendo all'area di resti romani della Mediolanum imperiale, è stata costruita coi suddetti resti e, soprattutto, con quelli dell'anfiteatro adiacente e, poi, perché è stata edificata e rimaneggiata in così tante epoche diverse da costituire un vero e proprio patchwork. In fondo, però, è proprio questa la sua bellezza e la sua originalità.
Si può esser comunque certi che la funzione di chiesa cristiana datasse già dal 450 d. C.
La facciata attuale del Nava è del 1800, l'altare è barocco mentre la cappella di sant'Aquilino, che è stata il vero scopo della nostra visita, data intorno al 300 d. C. e, quindi, è paleocristiana.
Gli studiosi non hanno ancora appurato se sia stata un Battistero (com’è molto probabile data la forma ottagonale) o un mausoleo imperiale in quanto ha ospitato, in transito, le spoglie mortali di Teodosio in attesa dei suoi funerali celebrati, proprio qui, dal vescovo di Milano che fece omelie, processioni ed elogi del defunto per 40 giorni.
Conseguentemente il matroneo, circolare e affrescato, parrebbe essere stato destinato alle guardie imperiali per sorvegliare la salma deposta davanti all'altare.
Anticamente la cappella era dedicata a san Genesio ma, quando nell'anno 1000 il vescovo Aquilino, sostenitore della fede cattolica contro le eresie, fu assassinato sulla piazza antistante del mercato e, trasportato in basilica dai facchini, vi venne poi tumulato sotto l'altare. Successivamente San Carlo fece trasferire le spoglie nella cappella e tuttora il suo corpo vi è conservato in una teca d'argento e cristallo. Ancor oggi si svolge una processione che lo commemora nella data della sua morte. Le due particolarità di questa cappella sono: gli antichissimi mosaici (precedenti a quelli ravennati più famosi) e il sotterraneo.
In quest'ultimo si nota la stratificazione delle fondamenta che, su una base di palafitte (Milano cresce e si espande sull'acqua fluviale e su sorgive), continua con grandi assi e blocchi di colonne, capitelli, ecc...
I mosaici sono la vera “chicca": uno rappresenta un gregge con pastori e acqua lustrale di cui Gesù è il sol invictus e l'altro la Gerusalemme celeste con Gesù (glabro) in trono circondato dai 12 apostoli ma con San Paolo che compare al posto di Giuda.
Le vesti sembrano illuminate tanto le tessere sono preziose e sapientemente collocate da un mosaicista di talento.
Vi è poi un sarcofago vuoto (detto di Galla Placidia) e il bellissimo cornicione del portale d'ingresso, proveniente dal Circo, con motivi a bassorilievo.
Ma il colpo d'occhio dell'insieme basilicale, visto dall'antica “castra vetera", oggi piazza della Vetra, merita una fotografia. Non solo è la Chiesa più antica (considerata complessivamente) di Milano, ma, a detta di molti turisti, è anche la più bella.
Antistante la basilica c’è una copia bronzea della statua romana di Costantino (fautore della libertà di culto cristiano con l'editto del 313) e il colonnato (sottratto all’epoca al vicino tempio di Minerva) che dà il nome e la caratteristica alla basilica stessa: San Lorenzo maggiore alle Colonne.
E, volete saperlo? San Lorenzo non c' entra proprio, in quanto a Milano non ci furono mai martiri e il santo, d'origine spagnola, morì a Roma.
Questa è proprio bella! E anch'io l'ho scoperta, come molto altro, grazie alla ormai “nostra” bravissima e competentissima Chiara che, a piccole dosi, ci sta rivelando bellezze inaudite del “noster Milan".
Elisa Ogliari
Sicuramente, questo articolo, sarà “di parte”: non vogliatemene, ma non potrebbe essere diverso per una sanlorenzina come me (e come mio marito) che ci siamo conosciuti, innamorati e sposati in questa stupenda basilica … o meglio, nel suo oratorio, in quanto Paolo, al tempo, “pativa il fumo delle candele”. Non si conosce la data d'origine della Chiesa innanzitutto perché, appartenendo all'area di resti romani della Mediolanum imperiale, è stata costruita coi suddetti resti e, soprattutto, con quelli dell'anfiteatro adiacente e, poi, perché è stata edificata e rimaneggiata in così tante epoche diverse da costituire un vero e proprio patchwork. In fondo, però, è proprio questa la sua bellezza e la sua originalità.
Si può esser comunque certi che la funzione di chiesa cristiana datasse già dal 450 d. C.
La facciata attuale del Nava è del 1800, l'altare è barocco mentre la cappella di sant'Aquilino, che è stata il vero scopo della nostra visita, data intorno al 300 d. C. e, quindi, è paleocristiana.
Gli studiosi non hanno ancora appurato se sia stata un Battistero (com’è molto probabile data la forma ottagonale) o un mausoleo imperiale in quanto ha ospitato, in transito, le spoglie mortali di Teodosio in attesa dei suoi funerali celebrati, proprio qui, dal vescovo di Milano che fece omelie, processioni ed elogi del defunto per 40 giorni.
Conseguentemente il matroneo, circolare e affrescato, parrebbe essere stato destinato alle guardie imperiali per sorvegliare la salma deposta davanti all'altare.
Anticamente la cappella era dedicata a san Genesio ma, quando nell'anno 1000 il vescovo Aquilino, sostenitore della fede cattolica contro le eresie, fu assassinato sulla piazza antistante del mercato e, trasportato in basilica dai facchini, vi venne poi tumulato sotto l'altare. Successivamente San Carlo fece trasferire le spoglie nella cappella e tuttora il suo corpo vi è conservato in una teca d'argento e cristallo. Ancor oggi si svolge una processione che lo commemora nella data della sua morte. Le due particolarità di questa cappella sono: gli antichissimi mosaici (precedenti a quelli ravennati più famosi) e il sotterraneo.
In quest'ultimo si nota la stratificazione delle fondamenta che, su una base di palafitte (Milano cresce e si espande sull'acqua fluviale e su sorgive), continua con grandi assi e blocchi di colonne, capitelli, ecc...
I mosaici sono la vera “chicca": uno rappresenta un gregge con pastori e acqua lustrale di cui Gesù è il sol invictus e l'altro la Gerusalemme celeste con Gesù (glabro) in trono circondato dai 12 apostoli ma con San Paolo che compare al posto di Giuda.
Le vesti sembrano illuminate tanto le tessere sono preziose e sapientemente collocate da un mosaicista di talento.
Vi è poi un sarcofago vuoto (detto di Galla Placidia) e il bellissimo cornicione del portale d'ingresso, proveniente dal Circo, con motivi a bassorilievo.
Ma il colpo d'occhio dell'insieme basilicale, visto dall'antica “castra vetera", oggi piazza della Vetra, merita una fotografia. Non solo è la Chiesa più antica (considerata complessivamente) di Milano, ma, a detta di molti turisti, è anche la più bella.
Antistante la basilica c’è una copia bronzea della statua romana di Costantino (fautore della libertà di culto cristiano con l'editto del 313) e il colonnato (sottratto all’epoca al vicino tempio di Minerva) che dà il nome e la caratteristica alla basilica stessa: San Lorenzo maggiore alle Colonne.
E, volete saperlo? San Lorenzo non c' entra proprio, in quanto a Milano non ci furono mai martiri e il santo, d'origine spagnola, morì a Roma.
Questa è proprio bella! E anch'io l'ho scoperta, come molto altro, grazie alla ormai “nostra” bravissima e competentissima Chiara che, a piccole dosi, ci sta rivelando bellezze inaudite del “noster Milan".
Elisa Ogliari