Sirmione
15 settembre2021
Foto
Resoconto
SIRMIONE E LE GROTTE DI CATULLO
Un bel gruppo di soci del Movimento terza età di Segrate (più donne che uomini) ha partecipato alla prima uscita d’inizio dell’anno sociale 2021/2022.
Meta: Sirmione sul lago di Garda alla scoperta della grande villa romana denominata “Grotte di Catullo”.
La dotta e preparata Chiara ci ha fatto conoscere storia e preistoria del lago e delle grotte (in realtà un’imponente villa di 75.000 mq su tre livelli tra giardini e ulivi).
Il lago di Garda è il più grande d’Italia, ha origine glaciale ed è profondo 346 mt.
Già dalla preistoria (1200 A.C.) era stato scelto per l’antropizzazione perché luogo produttivo (il lago forniva pesci e la parte pianeggiante poteva essere coltivata).
I siti archeologici, di grandi dimensioni, hanno portato alla luce le palafitte ancora ben visibili con raffinata tecnologia degli incastri. Sono stati ritrovati semi delle produzioni agricole.
Le vie costruite dai romani permettevano già di raggiungere i laghi (poiché anche sul lago di Como ci sono ville di Plinio il Vecchio e di Plinio il Giovane).
I romani, amanti dell’otium ma anche del negotium, potevano unire i due piaceri sulle rive del Garda e godere dell’ottimo clima.
Catullo, nativo di Verona, conosceva bene il lago.
Sirmione era una delle mansiones (stazioni di posta a distanza regolare per rifocillarsi e cambiare cavalli).
Catullo visse nel 1° secolo A.C. e la sua dimora originale, che doveva essere piccola, verrà poi enormemente ampliata dai suoi successori anche utilizzando parte dei materiali della casa originale.
Siamo entrati in Sirmione da quello che, in origine, era un ponte levatoio e ci siamo trovati davanti alla torrita fortezza con tanto di mastio dove sventola la bandiera italiana.
Simboli degli scaligeri e del leone della serenissima Venezia indicano i passaggi storici.
Un comodo trenino ci ha risparmiato la salita portandoci vicino all’insediamento.
Uno spettacolo: le dimensioni, il porticato, la vista sul lago da ogni lato della villa, la perizia dei tecnici di allora nello sfruttare la punta che si protende nel lago e la sua naturale pendenza per costruirci la villa, le terme, le cisterne per l’acqua, i sistemi di canalizzazione dell’acqua portata dal lago verso la dimora e poi ancora i cripto portici, i mattoni che all’origine dovevano essere intonacati e affrescati, i frammenti di pavimentazione a piccolissime tessere bianche, etc...
Un pranzo all’Arcimboldo con pesce di lago e poi via per le strette vie romane con auto lussuose con targhe nord europee che ci hanno costretto ad appiattirci per farle passare.
La chiesa di Santa Maria Maggiore è la parrocchiale di Sirmione e, consacrata nel 1512, conserva molti affreschi all’interno.
Solo grazie alle spiegazioni di Chiara siamo riusciti a notare che gli affreschi e la rappresentazione dei santi risultano un po' “grezzi”, poco proporzionati anatomi-camente, con le Madonne dagli gli occhi allungati (tipiche del 1300) e i bambini Gesù con visi da adolescenti: come se gli artisti di Sirmione non avessero avuto contatto con il rinascimento né avessero saputo di Leonardo e della sua bottega.
Unica eccezione un bozzetto del leone di S. Marco eseguito con la tecnica della sanguigna tipica di Leonardo.
Magnifico invece l’organo ligneo intagliato proveniente dalle valli del nord.
Armando ci ha poi introdotto a una preghiera per l’inizio dell’anno sociale e al ricordo di Irma che tanto si è prodigata per il movimento passando il testimone alla figlia Ornella.
La chiesetta di S. Maria al Ponte o di S. Anna della Rocca risale al 1400 con vetrate del 1950 ed è posta vicino alla fortezza e al ponte d’ingresso essendo frequentata da chi entrava in Sirmione per vendere i propri prodotti e vi faceva sosta per chiedere una benedizione per gli affari del giorno.
Ancora oggi resta aperta fino a tarda sera per una sosta di preghiera.
Sull’altare una Madonna con bambino dipinta su pietra.
Stucchi con le conchiglie (simbolo dei pellegrini) e un San Giovanni più armonioso rispetto agli affreschi della parrocchiale.
Per chiudere un vecchio pensiero: in questa nostra Italia abbiamo ricchezze in ogni dove di cui conosciamo poco pur essendo facilmente accessibili: uno sprone per continuare con le nostre uscite culturali!
Gemma Casanova
Un bel gruppo di soci del Movimento terza età di Segrate (più donne che uomini) ha partecipato alla prima uscita d’inizio dell’anno sociale 2021/2022.
Meta: Sirmione sul lago di Garda alla scoperta della grande villa romana denominata “Grotte di Catullo”.
La dotta e preparata Chiara ci ha fatto conoscere storia e preistoria del lago e delle grotte (in realtà un’imponente villa di 75.000 mq su tre livelli tra giardini e ulivi).
Il lago di Garda è il più grande d’Italia, ha origine glaciale ed è profondo 346 mt.
Già dalla preistoria (1200 A.C.) era stato scelto per l’antropizzazione perché luogo produttivo (il lago forniva pesci e la parte pianeggiante poteva essere coltivata).
I siti archeologici, di grandi dimensioni, hanno portato alla luce le palafitte ancora ben visibili con raffinata tecnologia degli incastri. Sono stati ritrovati semi delle produzioni agricole.
Le vie costruite dai romani permettevano già di raggiungere i laghi (poiché anche sul lago di Como ci sono ville di Plinio il Vecchio e di Plinio il Giovane).
I romani, amanti dell’otium ma anche del negotium, potevano unire i due piaceri sulle rive del Garda e godere dell’ottimo clima.
Catullo, nativo di Verona, conosceva bene il lago.
Sirmione era una delle mansiones (stazioni di posta a distanza regolare per rifocillarsi e cambiare cavalli).
Catullo visse nel 1° secolo A.C. e la sua dimora originale, che doveva essere piccola, verrà poi enormemente ampliata dai suoi successori anche utilizzando parte dei materiali della casa originale.
Siamo entrati in Sirmione da quello che, in origine, era un ponte levatoio e ci siamo trovati davanti alla torrita fortezza con tanto di mastio dove sventola la bandiera italiana.
Simboli degli scaligeri e del leone della serenissima Venezia indicano i passaggi storici.
Un comodo trenino ci ha risparmiato la salita portandoci vicino all’insediamento.
Uno spettacolo: le dimensioni, il porticato, la vista sul lago da ogni lato della villa, la perizia dei tecnici di allora nello sfruttare la punta che si protende nel lago e la sua naturale pendenza per costruirci la villa, le terme, le cisterne per l’acqua, i sistemi di canalizzazione dell’acqua portata dal lago verso la dimora e poi ancora i cripto portici, i mattoni che all’origine dovevano essere intonacati e affrescati, i frammenti di pavimentazione a piccolissime tessere bianche, etc...
Un pranzo all’Arcimboldo con pesce di lago e poi via per le strette vie romane con auto lussuose con targhe nord europee che ci hanno costretto ad appiattirci per farle passare.
La chiesa di Santa Maria Maggiore è la parrocchiale di Sirmione e, consacrata nel 1512, conserva molti affreschi all’interno.
Solo grazie alle spiegazioni di Chiara siamo riusciti a notare che gli affreschi e la rappresentazione dei santi risultano un po' “grezzi”, poco proporzionati anatomi-camente, con le Madonne dagli gli occhi allungati (tipiche del 1300) e i bambini Gesù con visi da adolescenti: come se gli artisti di Sirmione non avessero avuto contatto con il rinascimento né avessero saputo di Leonardo e della sua bottega.
Unica eccezione un bozzetto del leone di S. Marco eseguito con la tecnica della sanguigna tipica di Leonardo.
Magnifico invece l’organo ligneo intagliato proveniente dalle valli del nord.
Armando ci ha poi introdotto a una preghiera per l’inizio dell’anno sociale e al ricordo di Irma che tanto si è prodigata per il movimento passando il testimone alla figlia Ornella.
La chiesetta di S. Maria al Ponte o di S. Anna della Rocca risale al 1400 con vetrate del 1950 ed è posta vicino alla fortezza e al ponte d’ingresso essendo frequentata da chi entrava in Sirmione per vendere i propri prodotti e vi faceva sosta per chiedere una benedizione per gli affari del giorno.
Ancora oggi resta aperta fino a tarda sera per una sosta di preghiera.
Sull’altare una Madonna con bambino dipinta su pietra.
Stucchi con le conchiglie (simbolo dei pellegrini) e un San Giovanni più armonioso rispetto agli affreschi della parrocchiale.
Per chiudere un vecchio pensiero: in questa nostra Italia abbiamo ricchezze in ogni dove di cui conosciamo poco pur essendo facilmente accessibili: uno sprone per continuare con le nostre uscite culturali!
Gemma Casanova