Sorrento e Costiera Amalfitana
26 settembre - 3 ottobre 2021
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Resoconto
RICORDI DI UNA VACANZA DI FINE ESTATE
Le caratteristiche della penisola sorrentina si sono subito rivelate sulla strada alta e tortuosa che da Napoli porta a Sorrento offrendo notevoli scorci panoramici.
I monti Lattari, che ne costituiscono l’ossatura, formano un bastione roccioso tagliato da stretti valloni che creano piccoli spazi sul mare.
Gli insediamenti stanno allo sbocco di questi valloni e le abitazioni si accatastano sugli erti pendii.
La vegetazione è esuberante: agrumi, ulivi, viti sui terrazzamenti più vicini al mare, sostenute da muretti di pietra e, più in alto, rocce, macchia mediterranea e boschi di castagni dai ricci semiaperti che mostravano già i loro frutti grossi e lucidi.
Sorrento invece è distesa su un bastione di tufo alto sul mare.
Scendendo per una stretta e ripida strada, costruita su uno di quei valloni che tagliano la montagna, si arriva Marina Piccola dove c’è il porto.
Attraverso ombrosi vicoli e scalette si raggiunge Marina Grande dove ci sono stabilimenti balneari un po’ particolari perché, data l’esiguità della spiaggia, le attrezzature sono poste su lunghi pontili che si protendono in acqua. Naturalmente gli eleganti alberghi, alti sulla costa e immersi in ombrosi giardini come quello dove amava soggiornare Caruso, hanno l’ascensore per scendere al mare.
Anche per i turisti che non vogliono stancarsi c’è l’ascensore nel bellissimo giardino della Villa Comunale che offre indimenticabili vedute sul golfo di Napoli
Il centro di Sorrento, dove non mancano interessanti luoghi storici e artistici, è formato da un reticolo di piccole vie perpendicolari tra loro e fitte di negozi di oggetti di artigianato, ceramiche, gioielli e abbigliamento in lino oltre ai moltissimi dedicati al prodotto tipico di questa zona: i limoni.
Qui ti offrono gli assaggi dei vari tipi di Limoncello, di biscotti e cioccolatini ripieni.
Il verde e il giallo, i colori dei limoni riprodotti su tovagliette, presine, borse e ceramiche rendono colorate e vivacissime vetrine e bancarelle.
Nessuno di noi ha resistito a questi richiami; quando siamo ripartiti tutti avevamo una borsa in più, comprata magari negli stessi negozi, piena di queste golose tentazioni.
Il nostro albergo, un po’ fuori Sorrento, era dotato di un vasto parco e di una grande piscina dove, nei giorni liberi dalle escursioni, i più tranquilli degli “anziani d’Egitto” hanno potuto rilassarsi mentre i più dinamici si sono spinti nelle località più vicine come Positano o Pompei.
La prima visita è stata alla millenaria abbazia benedettina di Cava dei Tirreni, immersa nel verde e arroccata alla parete rocciosa. Il piccolo convento, fondato da Sant’Alferio, nobile longobardo, intorno alla grotta dove si era ritirato a fare vita eremitica, nei secoli si è ingrandito enormemente diventando una grandiosa abbazia e un centro di cultura ricco di opere d’arte di diverse epoche: dai mosaici e sarcofagi romani a un Crocefisso di scuola senese.
Altrettanto ricca di scorci paesaggistici è la parte meridionale della penisola cioè la costiera amalfitana.
Abbiamo visto dall’alto gli scogli Li Galli che, secondo la tradizione, sarebbero il luogo dove Ulisse, saldamente legato all’albero della nave, riuscì a ascoltare senza danno il canto delle Sirene mentre i compagni remavano con le orecchie tappate di cera.
Abbiamo ammirato Amalfi col suo splendido Duomo che domina la piazza dall’alto della sua monumentale scalinata.
Non solo nei vicoli ombrosi fitti di turisti ma anche dal mare con una breve gita in barca abbiamo capito come gli esigui spazi di terra tra le pareti rocciose e l’acqua abbiano spinto gli abitanti a tentare le vie del mare da cui trassero prosperità e stimoli culturali rendendo celebre nei secoli X e XI la più antica delle nostre Repubbliche Marinare.
Siamo poi arrivati a Ravello, posto su una terrazza rocciosa a 350 metri sul mare su una strada così stretta e tortuosa che ci ha fatto veramente ammirare l’abilità del nostro autista nell’incrociare e sfiorare senza danno i veicoli che ci venivano incontro.
Il borgo, con i verdi giardini e le architetture dalle influenze moresche, ci è apparso come un luogo incantato e silenzioso.
Proprio qui, nei giardini di Villa Rufolo, Richard Wagner trovò l’ispirazione per la sua scenografia del “giardino incantato” di Klingsor nell’opera Parsifal.
Non poteva mancare una giornata a Capri, raggiungibile in pochissimo tempo con l’aliscafo dal porto di Sorrento, che non è un’isola vulcanica come Ischia e Procida ma un vero prolungamento della penisola sorrentina.
Abbiamo dedicato la mattinata ad Anacapri, il secondo centro dell’isola, dividendoci tra la passeggiata panoramica che porta alla “scala fenicia”, antico collegamento con Capri, la villa di Axel Munthe con lo splendido giardino e le statue, le viuzze tra le case bianche immerse nel verde e la salita in seggiovia al Monte Solaro, il punto più alto dell’isola, da cui il panorama è veramente eccezionale.
Nel pomeriggio non poteva mancare la passeggiata nelle eleganti vie di Capri, sia indugiando davanti alle splendide vetrine che raggiungendo i punti panoramici come i “giardini di Augusto” o il belvedere di Tragara, davanti ai Faraglioni e sia riposando presso gli affollati caffè della “piazzetta-salotto” famosa in tutto il mondo.
Anche il giorno della partenza ci ha offerto momenti molto interessanti: il giro panoramico in bus che ha toccato i punti più famosi di Napoli, dal Maschio Angioino a Castel dell’Ovo con la vista delle colline di Mergellina e Posillipo ha rivelato il volto splendido della città mentre la passeggiata a Spaccanapoli e nel quartiere di San Gregorio Armeno ci ha mostrato sia la ricchezza dei palazzi e delle chiese che il lato pittoresco della famosa via dei Presepi.
Questa è stata per noi una settimana di estate in più: infatti la sera Milano ci ha accolto con un po’ di pioggia!
Laura Re
Le caratteristiche della penisola sorrentina si sono subito rivelate sulla strada alta e tortuosa che da Napoli porta a Sorrento offrendo notevoli scorci panoramici.
I monti Lattari, che ne costituiscono l’ossatura, formano un bastione roccioso tagliato da stretti valloni che creano piccoli spazi sul mare.
Gli insediamenti stanno allo sbocco di questi valloni e le abitazioni si accatastano sugli erti pendii.
La vegetazione è esuberante: agrumi, ulivi, viti sui terrazzamenti più vicini al mare, sostenute da muretti di pietra e, più in alto, rocce, macchia mediterranea e boschi di castagni dai ricci semiaperti che mostravano già i loro frutti grossi e lucidi.
Sorrento invece è distesa su un bastione di tufo alto sul mare.
Scendendo per una stretta e ripida strada, costruita su uno di quei valloni che tagliano la montagna, si arriva Marina Piccola dove c’è il porto.
Attraverso ombrosi vicoli e scalette si raggiunge Marina Grande dove ci sono stabilimenti balneari un po’ particolari perché, data l’esiguità della spiaggia, le attrezzature sono poste su lunghi pontili che si protendono in acqua. Naturalmente gli eleganti alberghi, alti sulla costa e immersi in ombrosi giardini come quello dove amava soggiornare Caruso, hanno l’ascensore per scendere al mare.
Anche per i turisti che non vogliono stancarsi c’è l’ascensore nel bellissimo giardino della Villa Comunale che offre indimenticabili vedute sul golfo di Napoli
Il centro di Sorrento, dove non mancano interessanti luoghi storici e artistici, è formato da un reticolo di piccole vie perpendicolari tra loro e fitte di negozi di oggetti di artigianato, ceramiche, gioielli e abbigliamento in lino oltre ai moltissimi dedicati al prodotto tipico di questa zona: i limoni.
Qui ti offrono gli assaggi dei vari tipi di Limoncello, di biscotti e cioccolatini ripieni.
Il verde e il giallo, i colori dei limoni riprodotti su tovagliette, presine, borse e ceramiche rendono colorate e vivacissime vetrine e bancarelle.
Nessuno di noi ha resistito a questi richiami; quando siamo ripartiti tutti avevamo una borsa in più, comprata magari negli stessi negozi, piena di queste golose tentazioni.
Il nostro albergo, un po’ fuori Sorrento, era dotato di un vasto parco e di una grande piscina dove, nei giorni liberi dalle escursioni, i più tranquilli degli “anziani d’Egitto” hanno potuto rilassarsi mentre i più dinamici si sono spinti nelle località più vicine come Positano o Pompei.
La prima visita è stata alla millenaria abbazia benedettina di Cava dei Tirreni, immersa nel verde e arroccata alla parete rocciosa. Il piccolo convento, fondato da Sant’Alferio, nobile longobardo, intorno alla grotta dove si era ritirato a fare vita eremitica, nei secoli si è ingrandito enormemente diventando una grandiosa abbazia e un centro di cultura ricco di opere d’arte di diverse epoche: dai mosaici e sarcofagi romani a un Crocefisso di scuola senese.
Altrettanto ricca di scorci paesaggistici è la parte meridionale della penisola cioè la costiera amalfitana.
Abbiamo visto dall’alto gli scogli Li Galli che, secondo la tradizione, sarebbero il luogo dove Ulisse, saldamente legato all’albero della nave, riuscì a ascoltare senza danno il canto delle Sirene mentre i compagni remavano con le orecchie tappate di cera.
Abbiamo ammirato Amalfi col suo splendido Duomo che domina la piazza dall’alto della sua monumentale scalinata.
Non solo nei vicoli ombrosi fitti di turisti ma anche dal mare con una breve gita in barca abbiamo capito come gli esigui spazi di terra tra le pareti rocciose e l’acqua abbiano spinto gli abitanti a tentare le vie del mare da cui trassero prosperità e stimoli culturali rendendo celebre nei secoli X e XI la più antica delle nostre Repubbliche Marinare.
Siamo poi arrivati a Ravello, posto su una terrazza rocciosa a 350 metri sul mare su una strada così stretta e tortuosa che ci ha fatto veramente ammirare l’abilità del nostro autista nell’incrociare e sfiorare senza danno i veicoli che ci venivano incontro.
Il borgo, con i verdi giardini e le architetture dalle influenze moresche, ci è apparso come un luogo incantato e silenzioso.
Proprio qui, nei giardini di Villa Rufolo, Richard Wagner trovò l’ispirazione per la sua scenografia del “giardino incantato” di Klingsor nell’opera Parsifal.
Non poteva mancare una giornata a Capri, raggiungibile in pochissimo tempo con l’aliscafo dal porto di Sorrento, che non è un’isola vulcanica come Ischia e Procida ma un vero prolungamento della penisola sorrentina.
Abbiamo dedicato la mattinata ad Anacapri, il secondo centro dell’isola, dividendoci tra la passeggiata panoramica che porta alla “scala fenicia”, antico collegamento con Capri, la villa di Axel Munthe con lo splendido giardino e le statue, le viuzze tra le case bianche immerse nel verde e la salita in seggiovia al Monte Solaro, il punto più alto dell’isola, da cui il panorama è veramente eccezionale.
Nel pomeriggio non poteva mancare la passeggiata nelle eleganti vie di Capri, sia indugiando davanti alle splendide vetrine che raggiungendo i punti panoramici come i “giardini di Augusto” o il belvedere di Tragara, davanti ai Faraglioni e sia riposando presso gli affollati caffè della “piazzetta-salotto” famosa in tutto il mondo.
Anche il giorno della partenza ci ha offerto momenti molto interessanti: il giro panoramico in bus che ha toccato i punti più famosi di Napoli, dal Maschio Angioino a Castel dell’Ovo con la vista delle colline di Mergellina e Posillipo ha rivelato il volto splendido della città mentre la passeggiata a Spaccanapoli e nel quartiere di San Gregorio Armeno ci ha mostrato sia la ricchezza dei palazzi e delle chiese che il lato pittoresco della famosa via dei Presepi.
Questa è stata per noi una settimana di estate in più: infatti la sera Milano ci ha accolto con un po’ di pioggia!
Laura Re