Trezzo d'Adda
24 maggio 2024
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Resoconto
TREZZO SULL'ADDA E QUEL “DIAVOLO”
I celti, primi abitanti insediatisi sulle rive dell'Adda, fiume lombardo a carattere torrentizio, avevano costituito un primo nucleo abitativo chiamandolo nella loro lingua gutturale Trek o Trek che significa promontorio.
Qui, costituitisi in “fare", per interderci, clan dominarono la zona.
Un piccolissimo ma interessante museo a lato del Castello ci accoglie con al centro la figura di un bel longobardo, rosso di pelo e di vestito; peccato sia finto.
Un'urna cineraria celtica cesellata, il reperto più antico del territorio milanese, ci racconta scene di caccia.
Nel 200 a.C. i romani sconfiggono i celti e li scacciano dal territorio.
Successivamente la zona diventa di dominio dei longobardi, VI – VII secolo d. C. e ne veniamo a conoscenza grazie al ritrovamento di cinque tombe ma da una di loro in particolar modo veniamo attratti perché si tratta, per quell'epoca, di un personaggio importante e “fuori misura”: un gigante di quasi due metri d'altezza.
Tant’è vero che, per farcelo stare nella cassa di legno (sepoltura tradizionale), viene rannicchiato in una postura a dir poco buffa.
Le prime notizie del Castello visconteo, di cui rimangono pochi ruderi saccheggiati per la costruzione di palazzi nobiliari e la rocca, risalgono a Federico Barbarossa che lo fece erigere nel 1154.
Verso il 1300 lo occupò e ristrutturò il ferocissimo Bernabò Visconti, non casualmente chiamato Diavolo.
A proposito: leggetevi il bellissimo romanzo storico “Il diavolo e la vipera" dedicato a lui e al nipote e ne gusterete di cotte e di crude, altro che le moderne telenovele!
Infatti, quando le numerosissime sue amanti diventavano scomode, le faceva danzare al centro di un palco che nascondeva una botola, direttamente collegata, tramite un pozzo, con l'Adda e al termine del quale, cadendo, venivano affettate da un intrico di lame taglienti che le accoglieva per il riposo eterno.
Che brava persona!
Proprio come certi potenti dei nostri giorni: segno che la storia si ripete.
Ebbe quindici figli legittimi e quindici illegittimi: almeno, questi son quelli di cui si hanno notizie.
Coi suoi fratelli si spartì il territorio milanese e a Trezzo fece costruire un arditissimo ponte che univa le due sponde dell'Adda, anche quello con copiosa perdita di vite umane, la cui base era in “Ceppo d' Adda" appunto, una pietra durissima con la quale è costruita la rocca stessa su cui siamo saliti, ammirando a 360° il bellissimo panorama circostante e la vista dall'alto dello snodarsi del fiume.
Nel ‘500 i francesi vi posero un assedio, ma furono sconfitti dalle bombarde degli spagnoli e altre armi da guerra progettate … indovinate un po' … dal nostro grande Leonardo da Vinci che qui risiedette per un certo periodo.
La piazza d'armi aveva, naturalmente, un ponte levatoio per la difesa e i disegni che rappresentano la battaglia del 13 gennaio 1513 sono conservati alla Pinacoteca Ambrosiana nel preziosissimo Codice Atlantico leonardesco.
Dopo un lauto e davvero buon pranzo, ci siamo imbarcati su un battello che ci ha portato a navigare in alcune anse dell'Adda dove vengono protetti uccelli acquatici di varie specie: gallinella d'acqua, airone cinerino, svassi e cormorani.
Siamo arrivati fino alla centrale idroelettrica Taccani, magnificamente costruita nell'800 e ancor oggi in attività.
Un bel colpo d'occhio a conclusione di una splendida giornata insieme!
Elisa
I celti, primi abitanti insediatisi sulle rive dell'Adda, fiume lombardo a carattere torrentizio, avevano costituito un primo nucleo abitativo chiamandolo nella loro lingua gutturale Trek o Trek che significa promontorio.
Qui, costituitisi in “fare", per interderci, clan dominarono la zona.
Un piccolissimo ma interessante museo a lato del Castello ci accoglie con al centro la figura di un bel longobardo, rosso di pelo e di vestito; peccato sia finto.
Un'urna cineraria celtica cesellata, il reperto più antico del territorio milanese, ci racconta scene di caccia.
Nel 200 a.C. i romani sconfiggono i celti e li scacciano dal territorio.
Successivamente la zona diventa di dominio dei longobardi, VI – VII secolo d. C. e ne veniamo a conoscenza grazie al ritrovamento di cinque tombe ma da una di loro in particolar modo veniamo attratti perché si tratta, per quell'epoca, di un personaggio importante e “fuori misura”: un gigante di quasi due metri d'altezza.
Tant’è vero che, per farcelo stare nella cassa di legno (sepoltura tradizionale), viene rannicchiato in una postura a dir poco buffa.
Le prime notizie del Castello visconteo, di cui rimangono pochi ruderi saccheggiati per la costruzione di palazzi nobiliari e la rocca, risalgono a Federico Barbarossa che lo fece erigere nel 1154.
Verso il 1300 lo occupò e ristrutturò il ferocissimo Bernabò Visconti, non casualmente chiamato Diavolo.
A proposito: leggetevi il bellissimo romanzo storico “Il diavolo e la vipera" dedicato a lui e al nipote e ne gusterete di cotte e di crude, altro che le moderne telenovele!
Infatti, quando le numerosissime sue amanti diventavano scomode, le faceva danzare al centro di un palco che nascondeva una botola, direttamente collegata, tramite un pozzo, con l'Adda e al termine del quale, cadendo, venivano affettate da un intrico di lame taglienti che le accoglieva per il riposo eterno.
Che brava persona!
Proprio come certi potenti dei nostri giorni: segno che la storia si ripete.
Ebbe quindici figli legittimi e quindici illegittimi: almeno, questi son quelli di cui si hanno notizie.
Coi suoi fratelli si spartì il territorio milanese e a Trezzo fece costruire un arditissimo ponte che univa le due sponde dell'Adda, anche quello con copiosa perdita di vite umane, la cui base era in “Ceppo d' Adda" appunto, una pietra durissima con la quale è costruita la rocca stessa su cui siamo saliti, ammirando a 360° il bellissimo panorama circostante e la vista dall'alto dello snodarsi del fiume.
Nel ‘500 i francesi vi posero un assedio, ma furono sconfitti dalle bombarde degli spagnoli e altre armi da guerra progettate … indovinate un po' … dal nostro grande Leonardo da Vinci che qui risiedette per un certo periodo.
La piazza d'armi aveva, naturalmente, un ponte levatoio per la difesa e i disegni che rappresentano la battaglia del 13 gennaio 1513 sono conservati alla Pinacoteca Ambrosiana nel preziosissimo Codice Atlantico leonardesco.
Dopo un lauto e davvero buon pranzo, ci siamo imbarcati su un battello che ci ha portato a navigare in alcune anse dell'Adda dove vengono protetti uccelli acquatici di varie specie: gallinella d'acqua, airone cinerino, svassi e cormorani.
Siamo arrivati fino alla centrale idroelettrica Taccani, magnificamente costruita nell'800 e ancor oggi in attività.
Un bel colpo d'occhio a conclusione di una splendida giornata insieme!
Elisa