Venezia e Portogruaro 16-18 Aprile 2015
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Resoconto
Almeno una volta all'anno andiamo a visitare la città dove sono nato immergendomi in un mondo che ho lasciato molti anni fa. L'occasione quest'anno è venuta con 1' M.T.E. perché non sfruttarla? Il giro si presentava intenso e poi, a Portogruaro non vi ero ancora stato. All'arrivo , l'ambiente antico, con le strade del centro ancora piccole, le case hanno all'esterno cioè in rilievo il " FOGOLER" camminetto che con il suo trapezio sale con la canna su fino al tetto. 11 paese ha una storia antica come Venezia ed iniziamo da un ponticello dove un lapide parte da11554 scritto in caratteri romani. Nel centro del paese due ruote in ferro da mulino girano spinte dalla caduta dell'acqua ben incanalata e, tra i nomi, la guida signora Giuseppina parla dell'industriale STUCKY proprietario sia dei due mulini locali che di quello grande ora monumento nazionale alla Giudecca.11 giorno dopo nella navigazione che ci porta all'isola di Torcello antica citta dalle torri , visito per la prima volta i mosaici bizantini della Basilica che non avevo maí visto per i restauri. Credetemi non è necessario essere critico d'arte per godere di quelle bellezze fatte prima ancora che Venezia fosse tale. La motonave con il comandante Glauco, cultore delle tradizioni e della vita locale parla di quello che lo circonda , uccellagione, ex paludi, equilibrio idraulico e bonifiche. Le cene nell'albergo " la Botte " hanno le pietanze che ricordano gli odori intensi della tavola dei nonni, anche il vino ricorda il profumo del merlot . Tra le tante critiche sulle bonifiche ed interramenti , non si pensa a quante famiglie vivono, lavorano grazie a quei lavori . Murano , Burano, e l'isola di S.Francesco, bella , linda, pacifica .Anche quella non la conoscevo; anzi a mio giudizio è ideale per qualche giorno di revisione personale. E siamo all'ultimo giorno, il meteo ci annuncia
vento e basse temperature e si va a Venezia (Ah ma lì so tutto ). Scendiamo al Tronchetto, poi, navetta, piazzale Roma, ponte di Calatrava ma che hanno fatto? 11 pavimento trasparente è ora
opaco, siamo alla stazione S. Lucia ,strada nova, Cannaregio e la guida mi scantona nell'antico ghetto .Le chiedono di spegnere I'amplificatore, nella Sinagoga vi è una funzione religiosa. Se
una sinagoga è antica l'altra e ancora più antica, ah ,ma ,in quella calle
Malvasia vi abitava una mia parente. Date , spiegazioni, lascio andare la
fantasia e vedo il muro, il portone d'ingresso con il cardine grosso quello che viene fissato a terra e la vita con le persone che vanno e vengono. Armando che fai? Vieni? La guida si muove per arrivare a Rialto, la sua antenna ha un foulard innestato che ogni tanto
s'allunga c' é vento, il suo passo è costante Lento ma costante e chi l'ha
capita le sta vicino, alcune si distraggono , cambiano passo, ohi ohi,
ma non è giusto ditele di rallentare io non ce la faccio , nessuno parla e tutti camminano. Scendiamo dal ponte di Rialto e sentiamo un tonfo ci giriamo e due nostre signore abbracciate sono lunghe e distese . I mariti e gli amici le soccorrono, molto spavento e qualche piccolo danno. Pranzo e subito per piazza S.Marco, salotto unico al mondo,
vento e freddo subito si va al vaporetto per il ritorno. Dentro al pullman tutti si riscaldano, si ricolorano , chiudo gli occhi e riprendo a sognare.
Anna e Armando
vento e basse temperature e si va a Venezia (Ah ma lì so tutto ). Scendiamo al Tronchetto, poi, navetta, piazzale Roma, ponte di Calatrava ma che hanno fatto? 11 pavimento trasparente è ora
opaco, siamo alla stazione S. Lucia ,strada nova, Cannaregio e la guida mi scantona nell'antico ghetto .Le chiedono di spegnere I'amplificatore, nella Sinagoga vi è una funzione religiosa. Se
una sinagoga è antica l'altra e ancora più antica, ah ,ma ,in quella calle
Malvasia vi abitava una mia parente. Date , spiegazioni, lascio andare la
fantasia e vedo il muro, il portone d'ingresso con il cardine grosso quello che viene fissato a terra e la vita con le persone che vanno e vengono. Armando che fai? Vieni? La guida si muove per arrivare a Rialto, la sua antenna ha un foulard innestato che ogni tanto
s'allunga c' é vento, il suo passo è costante Lento ma costante e chi l'ha
capita le sta vicino, alcune si distraggono , cambiano passo, ohi ohi,
ma non è giusto ditele di rallentare io non ce la faccio , nessuno parla e tutti camminano. Scendiamo dal ponte di Rialto e sentiamo un tonfo ci giriamo e due nostre signore abbracciate sono lunghe e distese . I mariti e gli amici le soccorrono, molto spavento e qualche piccolo danno. Pranzo e subito per piazza S.Marco, salotto unico al mondo,
vento e freddo subito si va al vaporetto per il ritorno. Dentro al pullman tutti si riscaldano, si ricolorano , chiudo gli occhi e riprendo a sognare.
Anna e Armando