Villa Visconti Borromeo Litta di Lainate
6 maggio 2023
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Resoconto
Villa Litta a Lainate: ARTE E INGEGNO
Sabato 6 giugno nelle prime ore del pomeriggio ci siamo recati a visitare il complesso monumentale denominato “Villa Visconti, Borromeo, Arese, Litta di Lainate” costituito da una villa (porzione cinquecentesca e settecentesca) con un grande ninfeo, giardino, fontane e serre liberty.
La villa é ammirata soprattutto nel periodo che corre tra la fine del ‘500 e la seconda metà dell’800 per le sale riccamente decorate e per i suoi beni artistici con affreschi ai soffitti e alle pareti a opera di artisti lombardi dell’epoca.
Fra questi beni una cupola raffigurante Mercurio attribuita a Camillo Procaccini.
Infine si susseguono sale finemente decorate come la “Sala della Caccia e della Pesca”, “la Sala degli Specchi”, la “Sala dei Medoni” con la caratteristica pavimentazione lombarda e la “Sala del Camino” con decorazioni grottesche.
Con l’inizio del settecento la villa viene ampliata aprendo così altre sale come la “Sala delle Virtu’” che presenta un ampio camino con piastra tagliafuoco del 1722 e, a seguire, la “Sala del Sole”.
Spiccano tra tutte la “Sala da Pranzo” decorata da Giuseppe Levati e, infine, la “Sala dei Baci” e la “Sala delle Assi”.
Il piano nobile è caratterizzato dall’ampio “Salone delle Feste e della Musica”.
Il Conte Piro Borromeo, ispirandosi alle ville toscane medicee, diede funzione prevalentemente ludica al suo possedimento sino ad allora destinato all’agricoltura.
Figura di mecenate milanese, egli si avvalse della collaborazione dei migliori artisti tra cui l’architetto Martino Bassi.
Particolare e piacevole interesse ha suscitato la visita al Ninfeo che costituisce la parte più spettacolare della Villa e che è composto da una successione di ambienti decorati a mosaico con sassi bianchi (calcarei) e neri disposti a comporre intrecci geometrici e floreali e con grotte artificiali.
Il Ninfeo ha destato grande stupore per i giochi d’acqua, manovrati da esperti fontanieri che azionavano un impianto idraulico, con recupero dell’acqua, veramente unico per l’epoca e rimasto intatto fino al 1700.
Nelle nicchie delle grotte si trovano bellissime statue.
Alcune sale, decorate con ciottoli dipinti, portano elementi antropomorfi e zoomorfi e costituiscono un elaborato prontuario di figure legate alla tradizione iconografica classica dei bestiari medievali.
Alcune sale del ninfeo hanno fontane che presentano al centro particolari meccanismi azionati con il movimento dell’acqua.
La villa ha ospitato molti artisti, scrittori, poeti e personaggi di grande cultura e rilievo fra cui Stendhal e Foscolo.
Al centro del giardino si trova un’imponente fontana in marmo di Carrara con la statua di Galatea, opera di Carlo Beretta e Stefano Sanpietro, circondata da una balaustra in marmo rosa di Candoglia.
Al bacino centrale, in cui campeggiano sorrette da coppe di puttini gli stemmi nobiliari delle famiglie Borromeo, Visconti, Arese e Litta, si accede a dei gradoni che sfociano in un percorso anulare.
Alla fine dell’800 la parte nord-ovest del giardino si trasformò in giardino all’inglese e si costruirono serre per la coltivazione di orchidee e per piante esotiche fino a quando, con il declino della famiglia Litta, la villa venne ceduta al Demanio.
Questa visita ci ha lasciato una grande meraviglia e stupore per la ricchezza artistica e, soprattutto, per l’ingegnosità dell’impianto idraulico dei giochi d’acqua che lasciano sbalorditi i visitatori di tutti i tempi.
Grazia Maria Albertini
Sabato 6 giugno nelle prime ore del pomeriggio ci siamo recati a visitare il complesso monumentale denominato “Villa Visconti, Borromeo, Arese, Litta di Lainate” costituito da una villa (porzione cinquecentesca e settecentesca) con un grande ninfeo, giardino, fontane e serre liberty.
La villa é ammirata soprattutto nel periodo che corre tra la fine del ‘500 e la seconda metà dell’800 per le sale riccamente decorate e per i suoi beni artistici con affreschi ai soffitti e alle pareti a opera di artisti lombardi dell’epoca.
Fra questi beni una cupola raffigurante Mercurio attribuita a Camillo Procaccini.
Infine si susseguono sale finemente decorate come la “Sala della Caccia e della Pesca”, “la Sala degli Specchi”, la “Sala dei Medoni” con la caratteristica pavimentazione lombarda e la “Sala del Camino” con decorazioni grottesche.
Con l’inizio del settecento la villa viene ampliata aprendo così altre sale come la “Sala delle Virtu’” che presenta un ampio camino con piastra tagliafuoco del 1722 e, a seguire, la “Sala del Sole”.
Spiccano tra tutte la “Sala da Pranzo” decorata da Giuseppe Levati e, infine, la “Sala dei Baci” e la “Sala delle Assi”.
Il piano nobile è caratterizzato dall’ampio “Salone delle Feste e della Musica”.
Il Conte Piro Borromeo, ispirandosi alle ville toscane medicee, diede funzione prevalentemente ludica al suo possedimento sino ad allora destinato all’agricoltura.
Figura di mecenate milanese, egli si avvalse della collaborazione dei migliori artisti tra cui l’architetto Martino Bassi.
Particolare e piacevole interesse ha suscitato la visita al Ninfeo che costituisce la parte più spettacolare della Villa e che è composto da una successione di ambienti decorati a mosaico con sassi bianchi (calcarei) e neri disposti a comporre intrecci geometrici e floreali e con grotte artificiali.
Il Ninfeo ha destato grande stupore per i giochi d’acqua, manovrati da esperti fontanieri che azionavano un impianto idraulico, con recupero dell’acqua, veramente unico per l’epoca e rimasto intatto fino al 1700.
Nelle nicchie delle grotte si trovano bellissime statue.
Alcune sale, decorate con ciottoli dipinti, portano elementi antropomorfi e zoomorfi e costituiscono un elaborato prontuario di figure legate alla tradizione iconografica classica dei bestiari medievali.
Alcune sale del ninfeo hanno fontane che presentano al centro particolari meccanismi azionati con il movimento dell’acqua.
La villa ha ospitato molti artisti, scrittori, poeti e personaggi di grande cultura e rilievo fra cui Stendhal e Foscolo.
Al centro del giardino si trova un’imponente fontana in marmo di Carrara con la statua di Galatea, opera di Carlo Beretta e Stefano Sanpietro, circondata da una balaustra in marmo rosa di Candoglia.
Al bacino centrale, in cui campeggiano sorrette da coppe di puttini gli stemmi nobiliari delle famiglie Borromeo, Visconti, Arese e Litta, si accede a dei gradoni che sfociano in un percorso anulare.
Alla fine dell’800 la parte nord-ovest del giardino si trasformò in giardino all’inglese e si costruirono serre per la coltivazione di orchidee e per piante esotiche fino a quando, con il declino della famiglia Litta, la villa venne ceduta al Demanio.
Questa visita ci ha lasciato una grande meraviglia e stupore per la ricchezza artistica e, soprattutto, per l’ingegnosità dell’impianto idraulico dei giochi d’acqua che lasciano sbalorditi i visitatori di tutti i tempi.
Grazia Maria Albertini