Diario di viaggio: RUSSIA
Terzo giorno
7.06.2016 (martedì)
METRO' DI MOSCA |
La guida russa sig. a Elena venne a prenderci all'albergo e fece le raccomandazioni di rito , state in gruppo , se vi dico che si scende alla terza fermata vuol dire che : la prima no, la seconda no, la terza sì e si scende.
Ci fermeremo in varie stazioni per vedere e io vi spiegherò . Non abbiate fretta a saltare fuori dalle scale mobili , basta che allunghiate un poco il passo. Ci dividemmo con naturalezza in tre gruppi ,uno aveva la sig.ra Elena, un secondo era sotto osservazione di Costanzo, ed il terzo con Eleonora . Le scale mobili sembravano inclinate sui 45°e sapete che arrivavamo a – 100m dal livello stradale. I soffitti sono finiti ad arco e i gradini delle scale mobili hanno sia la pedata che l'alzata, più piccoli di quelli che abbiamo in Italia, e sono risultati più agevoli quando si arrivava in piano, forse anche il piano orizzontale d' arrivo era un poco più lungo. Tutte le persone russe si mettevano : ogni uno alla destra del gradino che occupavano., così che , chi aveva fretta , camminava cioè saliva o scendeva ancora più velocemente . I livelli dove scorrevano le carrozze sono : a -100 m ,a – 75m, a -50m, e a -25m. La frequenza tra una treno ed il successivo era sul minuto ed a tutti i livelli. Anche i soffitti dei piani orizzontali dei piani di scorrimento delle carrozze sono ad arco. Come entravamo nelle varie carrozze,i russi si alzavano in piedi per darci posto ed intere file di persone di tutte le età -come dire: questi sono degli ospiti dobbiamo essere gentili, prego signori sedetevi. Per la prima volta ho visto nelle traversine di supporto e appoggio binari delle carrozze ,una assoluta novità. Le traversine , sono divise nel centro , cioè formano due piani di posa , uno per la rotaia di destra e uno per la rotaia di sinistra. In altre parole le traversine nel centro avevano un vuoto che ho stimato in circa 50 cm. E' un stranezza alla quale non mi so dare ancora risposta. O meglio, l'unica risposta che mi posso dare è che, avendo delle traversine più piccole , questo riducesse i costi per la facilità nell'approvvigionamento. Entrambe le rotaie ad intervalli regolari erano collegate con cavi elettrici . Le carrozze hanno solo posti a sedere disposti longitudinalmente come fossero due panchine, le carrozze all'interno sono tra loro comunicanti e la velocità arriva a 80 km orari max. Siamo un po' tutti sorpresi per come ci trattano i moscoviti intendo dire per la rispettosa attenzione ma, arriva il segnale di scendere, uno ripete l'ordine di scendere all'altro e siamo in una stazione tutta elegante , con quadri cioè dipinti nei muri molto belli ordinati con cornicianch'esse eleganti e ve ne sono anche entro riquadri anche nel centro del soffitto ad arco. La Elena spiega, ma noi siamo attratti da tanta particolarità e io riprendo con la telecamera mentre Anna con il suo favoloso cell scatta foto a ritmo continuo ma non siamo i soli. Elena ci raccoglie in centro della piattaforma perché intanto allo scadere del minuto passa la nuova metrò. Risaliamo in metrò, dopo la precisa istruzione di scendere . . . . e alla prossima fermata non vi sono quadri ma sculture , e lampadari ampi in vetro forse di murano, per dire quanto erano belli. Non mancano i richiami ad una politica che sembra ormai passata. Poi eccovi dei bassorilievi che artisticamente non hanno nulla da rimpiangere a quelli museali. Ancora un'altra fermata e vediamo statue in bronzo ,ricordo un lupo in bronzo che ha la posizione della zampa porta fortuna , lucidata e tutti lo toccano, ed anche noi, rispettosi turisti partecipiamo alla lucidatura della zampa. Si è vero lo ho detto e lo scrivo , se volete avere una idea di quello che abbiamo visto, potete pensare così idealmente , che ci siamo trovati dentro ad un museo dove, passa e si ferma un treno. Ecco possiamo definirle delle stazioni museali per l'arte della : pittura, scultura , mosaici e di storia. In Italia , molti amici che avevano avuto l'occasione di vederle , me ne parlavano con un entusiasmo stralunato, e io facevo fatica ad accettare il loro parere anche perché erano politicamente molto dalla parte del P.C., ma credetemi abbiamo visto non una rarità ma una unicità. La sera prima, Eleonora pur facendoci prendere la metrò, per arrivare alla Piazza Rossa, aveva avuto la cura di non farci vedere queste stazioni particolari , quindi possiamo dire ancora una volta che è una guida “Molto accorta “. |
QUADRO ROMANTICO
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Usciamo dal metrò, ed il tempo meteorologico continua ad essere: freddo , con vento e pioggia in quantità.
Ci troviamo nella zona antica di Mosca che è pur sempre vicina alla piazza rossa,il vento il freddo e la pioggia martellano e noi due decidiamo di alzare il cappuccio ed alzare la celata . Potete pensare che eravamo due guerrieri con l'armatura fatta dall' impermeabile quello che stavamo vivendo era veramente troppo e gli ombrelli non ce la facevano a proteggerci. Per il freddo con: canottiera camicia pesante, pullover di lana, felpa e giaccone impermeabile con cimiero e quasi celata ,ebbene si resistevamo. Vicino a noi , una coppia si sofferma, si guardano negli occhi . Poi , lei, si sfila un bel foulard grande , di quelli che le signore si pongono sopra al cappotto, alla pelliccia, al vestito insomma è un tocco di eleganza. Penso che la moda attuale con il foulard abbia dato un tocco economico ed intelligente . Noi uomini così razionali, osserviamo e non sempre capiamo ed allora ( ti cito muci. ) Il lui, è infreddolito, con le mani intasca ,stretto nelle spalle e guardando lei gli comunica un qualche cosa. Lei, come dicevo, sfila il foulard dal suo abbigliamento, lo piega in diagonale, formandone un triangolo e glielo mette attorno al viso annodandolo sotto al mento. Gli occhi di lui , chiari per natura, esprimono tutta la gratitudine e i due si guardano con affetto. . . Il tutto avviene davanti a noi , in brevissimo tempo, senza parlare anzi, si parlarono con gli occhi da veri innamorati. Mi giro di fianco ed anche io con gli occhi domando: ce la fai a fare un clic ? Pensato e fatto, e la foto lo ha immortalato. Il mio ricordo va al libro scritto dopo la II° guerra mondiale ed intitolato ” 20.000 gavette d'acciaio ” che racconta dei nostri italiani nella ritirata di Russia partendo dal fiume DON. Ho capito, signora memoria , ora riporto, quel dialogo e tento di farlo nella lingua del titolo. A gou un frech del diavul . A sunt rincagnat nel vestì , gou i mann in saccoccia, ma mi senti frech, frech, nne podi pù. Te vedi , te vedi, adess ghe pensi mi, e ti lassam fà, parla no. . . . La lascia fare , poi continua, sempre con gli occhi. Adess como te stè ? Ah finalment , me senti rinassù Gavevi i ouregg che ai sentivi no . Demm, demm, demm avant. Ma disi ,me faran minga la fotografia ? Già fatta. Oh Signur , ma. Ti intant pensegg no . Dai , andemm. |
M I L I T E I G N O T O |
Come vuole lo stile militare, nonostante il tempo meteorologico inclemente, la fiamma del milite ignoto è scortata da militari russi.
Cappelli di diametro più grande dei normali cappelli militari,con la visiera, divisa con giacca senza cintura e stivali in pelle che arrivano al fine coscia . Lì vediamo fare il cambio della guardia, il loro passo ricorda quello tedesco soprannominato il passo dell'oca, la gamba si muove rigida come se non avesse il ginocchio e con il piede viene alzata oltre lo snodo della coscia . Il braccio opposto si muove simultaneamente quasi a controbilanciare il movimento della gamba , il gomito viene piegato ad angolo retto e lo portano molto alto . Anche la mano viene ben aperta e poi chiusa . Ogni passo ha un insieme di movimenti che sono diversi del precedente e dal passo seguente. Il percorso è breve ma ogni passo ha il suo insieme di azioni, Braccia arm, Pied arm,front a des front , saluto, cambio. Nessuno da ordini, almeno io non li sento ma i movimenti sono uguali per tutti, anzi di più sono calibrati. Osservo le facce di questi uomini, hanno i lineamenti dei russi bianchi, ( non caucasici ) e nell'agire hanno un sorrisetto come se facessero un esercizio ( quasi ginnico ) che pochi sanno fare così bene . Noi li abbiamo ammirati. Poi siamo tornati alle fontane che finalmente riuscivamo fotografare con sufficiente luce, i cavalli alati,. . . . .i cavallucci marini, l'acqua che come fosse sulla spiaggia faceva l'onda sul piano inclinato in mosaico , abbiamo visto statue equestri su piedistalli in piazze ampie. Non abbiamo visto da nessuna parte: opere d'arte di scritture così odiose e frequenti nei nostri muri o carrozze delle metrò. Ed anche questa giornata volgeva al termine, il tempo era proprio volato, domani si riparte. Abbiamo dovuto rinunciare per il cattivo tempo alla crociera prevista sul fiume “MOSCOVA”. |