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MACCHÈ ANZIANI D'EGITTO!!! CMTE SEGRATE

Diario di viaggio: RUSSIA

Quinto giorno 

09.06.2016(giovedì)​

UN PROGRAMMA INTENSO

La giornata si presenta con un programma intenso. La signora Liuba puntuale arriva e si va all'Ermitage .
É un complesso museale disposto su sei edifici  fondato nel 1764 .
I° Palazzo d'Inverno  Arch:  Francesco Rastrelli
II°Piccolo Ermitage     Arch:     Yuri Velten - Jean Baptiste Valmi  de Mathed   
III°Vecchio Ermitage   Arch:       Yuri  Velten
IV°Nuovo   Ermitage  Arch:      Leo von Kleuse
V° Il Teatro                       Arch:       Giacomo Quarenghi
VI° Il palazzo Menshikov   Succursale dell'Ermitage
 
Tutto è molto grande ma , anche ben proporzionato e disposto con gusto sia all'interno che all'esterno ed aggiungo , anche visto dal fiume Neva come abbiamo potuto vedere nel pomeriggio andando in mini crociera .
Le nuvole non mancano ma la strada è poca anzi arrivando con un poco di anticipo possiamo soffermarci  su  qualche  piazza , monumento, statua .
I gruppi sono tanti ed è preferibile fare qualche  minuto di coda per entrare.
Sappiate che parliamo di Caterina II° e siamo nel 1764 , poi scriviamo solo  di quello che abbiamo visto.
Per orgoglio nazionale  vi preciso che  il palazzo d'inverno fu costruito su progetto di Francesco Bartolomeo Rastrelli.
Il celebre  artista russo , era figlio  dello scultore italiano Bartolomeo Carlo Rastrelli.
L'entrata avviene su una scalone in marmo   ampio ed elegante con corrimano in colonnine di marmo  e finisce al piano superiore dove iniziano i saloni di rappresentanza .
Tutta questa  entrata che va dal piano terra al piano superiore , comprende lo scalone che sale girando con ampio raggio , ed ha le pareti lavorate in finiture di marmo stile barocco con riccioli dorati.
La parte superiore dove inizia l'entrata ai saloni, vi sono colonne in granito azzurro  anzi  in malachite .
 
Esse hanno alla base un anello dorato e, nella sommità i catini portanti  sono con riccioli dorati.
Entrando,  nel corridoio che porta alle sale di rappresentanza, vi sono  le colonne portanti   sistemate  a coppia , ed  il soffitto  è fatto  ad arco con medaglioni posti esattamente al centro di ogni passaggio.
Lampadari  ampi sempre dorati che terminano
nella circonferenza illuminante con gruppi di  candele  ora elettriche.
- Passiamo alla sala di Pietro  I°
- Sala dei Feldmarescialli
- Sala degli stemmi. dove il colore base è quel giallo classificato anche, ”Pelle d'uovo”, delicato nel tono. Con il gruppo scultoreo dei cavalieri con bandiere e stendardi.
- Grande sala del trono.
In questa sala , le colonne a coppie sono bianche però sia l'anello di base che il catino della testa  sono dorati come pure i lampadari, ed  il soffitto è  suddiviso a riquadri rettangolari con cornici dorate.
Sopra al tettuccio del trono, vi è un bassorilievo di S. Giorgio  a cavallo con lancia che . . . 
 
Gli aggettivi quasi non hanno fine, tutto è elegante , bello, raffinato, io non ci oserei vivere .
Ogni sala ha per pavimento un intarsio di marmi.
- Galleria della guerra con 332 ritratti di eroi.
-  Siamo ora alla Chiesa grande del palazzo d'inverno,un particolare:
la chiesa come il palazzo , soffrì  un incendio che la distrusse e, per la ricostruzione, la maggior parte delle decorazioni furono eseguite in cartapesta.
Materiale usato dall' Arch.  Stassov nel 1820, esso  sostituì egregiamente l'intaglio in legno molto più faticoso e lungo.
La chiesa con archi, cupola, colonne dorate, ornamenti floreali dorati ed insegna sempre a decoro barocco  ha anche l'insegna imperiale.
- Sala dei concerti e degli spettacoli vari,con le statue delle muse  protettrici dell'arte.
-  La più grande sala del palazzo d'inverno è di 110,nella testata si trova un suo grande ritratto.
- Terza sala con, grandi ritratti di guerra.
Spero sia chiaro lo sforzo che faccio nel saltare dettagli e particolari che porterebbero questo scritto a ben altre dimensioni.
 
- Però la sig.ra Memoria reclama e vuole che vi descriva  un caminetto in marmo.
E non mi lascia il tempo per ricordare dov'eravamo , sempre all' Ermitage ma forse nella sala bianca  degli appartamenti imperiali.
Questo splendore  di caminetto spero proprio non l'abbiano mai usato  tant'è bello.
All'interno del focolare  due alari in ferro per l'appoggio della legna, hanno nelle due testate, come due scatole dipinte  e dorate con i pomoli per poterli muovere. Il focolare è pulitissimo , forse mai usato ( penso io).
Il frontale in marmo variegato,  due colonne in diaspro.
Nella parte alta , vi è un bassorilievo entro una cornicetta dorata una battaglia con soldati in armatura , elmi e cimieri.
Tra il  bassorilievo o quadro e l'entrata del focolare, l'artista vi ha posto come fosse un palcoscenico, ancora in bassorilievo , quegli archi di passamaneria  dorata che molto donano per lo
spettatore nel guardare da seduto in teatro ed in platea lo scenario .
Nel tettuccio del  camino che fa  anche da mensola, vi è una scatola centrale smaltata e
dorata che porta sopra un orologio con colonnine e statuette.
Agli estremi della mensola, vi hanno posto forse due lampade a candela che  ricordano le lanterne cinesi.
Sopra al cammino sul muro bianco soprastante in una cornice che se ne  va sino al soffitto larga quanto l'intero cammino , in bassorilievo al centro vi è  il busto d'un guerriero con elmo  e, disposte a raggiera, scudo, armi bianche, sciabole spade asce  . . . nella faccia del guerriero hanno ottenuto uno sportellino che  . . .
Armando non incantarti , la guida sta andando quella che senti  è solo la sua voce ma è già lontana , dai vieni. 
Subito Anna .
Unica è la sala del vaso di Kolyvan che vi descrivo.
É un monoblocco  di pietra dura che peserà oltre i mille chili,  è come una grande acquasantiera ovoidale montata su una colonnina centrale portante dello stesso materiale.
Nell'insieme  raggiunge un'altezza di  257 cm da terra, la parte più lunga della vasca a forma ellittica o ad uovo  sarà di 2,3m e la larghezza sarà stata di almeno 1m.
Si è vero il mio pensiero corre veloce e vorrebbe sapere come hanno fatto per costruire e trasportare questo capolavoro , ma tutto non si può sapere .

N U O V O   E R M I T A G E

Del nuovo Ermitage ricordo  rappresentata la cultura europea, scultura di Michelangelo Buonarroti “ Giovane accovacciato”, una seconda scultura del Canova  classificata” le tre grazie” che rappresenta tre donne in atti affettuosi con un unico drappo che, passando  sulle tre ne ricopre in parte la nudità  lasciando allo scultore tutta l'abilità di esprimere la grazia e la gentilezza femminile.
Un quadro ad olio molto grande  che rappresenta  “ Palazzo ducale  di Venezia con il ponte della paglia e l'isola di S. Giorgio “ il  pittore è  Giovanni Battista Tiepolo.
Un quarto quadro di Antonio Canale detto il canaletto “ Ricevimento dell'Ambasciatore “.
Arte Spagnola   di Domenikos  Theotokopulos detto il Greco con il quadro  rappresentante” S.S.Apostoli  Pietro e  Paolo “ Arte fiamminga  e Olandese  con più quadri, uno  di Pieter  Paul Rubens “ L'unione della Terra e dell' Acqua “, un altro di Rembrandt Harmenesz                    
 “Il ritorno del figliol prodigo “ Ed è qui che la cronaca racconta  un fatterello vissuto da  uno dei nostri visitatori.
Come già segnalato in precedenza , anche questo santo uomo se ne stava ragionando e riflettendo su quello che gli suggeriva  l'insieme del quadro, “ Il ritorno del figliol prodigo “ tutto sembrava tranquillo , la voce della guida risuonava rassicurante nell'auricolare  e lui rifletteva tanto, di gente ce n'era molta attorno a lui.
Poi ebbe un sussulto , alzò lo sguardo ma il gruppo attorno a lui era un' altro, Oh Gesù, ma dove sono gli altri ?
Svelto e quatto , partì alla ricerca del suo gruppo che era ancora  lì solo poche sale più avanti, meno male  sospirando fece lui , ora mi sento sono più tranquillo.
Ci siamo tutti?  Domanda  la Liuba, si si siamo tutti risponde lui .
La signora Pettegola domanda a voce alta , Ma chi è si può sapere il nome ?
Ho già scritto che è santo, non basta ?

P I C C O L O    E R M I T A G E
T E C A  c o n   O R O L O G I O

Saranno pochi a credere che abbia scritto solo quello che: ci ha interessato ,  ci è piaciuto e che ci ha colpito .
Certo che, arrivati a casa , abbiamo avuto la necessità di:  fermarci, ricordare , riflettere. commentare   e scrivere .
E' per mezzo di queste memorie  che ritorniamo mentalmente dove siamo stati.
 
Ora pensate ad uno dei tanti box prefabbricati che usano le nostre edicole per vendere i giornali.
Pensatelo ancora  più alto di 70 cm  con tutte le pareti ed il tetto in cristallo.
I cristalli sono trattenuti da una struttura in profilati di soli due centimetri  tutta dorata .
Badate bene  1cm per fare da corona di trattenimento per ogni lastra.
Dentro, vi è un orologio meccanico unico al mondo.
 
Un gufo meccanico in dimensioni naturali si trova dentro ad una gabbietta fatta con pochi fili , con
una corona di campanelli intorno. Il  tutto è dorato  e,  quando è il momento : gira la testa a destra,  a sinistra proprio come fanno i gufi e, suona l'ora.
Poi , eccovi l'apoteosi : un pavone in dimensioni naturali, posato su un tronco, muove il  corpo ,le ali e la meravigliosa coda  che è tutta ritta ed estesa perché  si sente osservato .
Tutto del pavone si muove: il corpo con le penne dorate , la testa con la crestina, le ali e la coda fatte anche esse con placche dorate .
Quando l'ora scocca, parte il gufo girando la testa  a destra , a sinistra , suona ed il pavone risponde  muovendo ali e coda.
A completare: tronco, ramo d'albero, foglie , rami sono tutti dorati.  
TECA con OROLOGIO :il Pavone XVIII secolo.
venne costruito dall'orefice James Coxe inglese.
Acquistato dal conte Potiomkin .
Venne smontato nei suoi elementi costitutivi e spedito a S . Pietroburgo.
Nel 1792 il noto meccanico russo I .P . Kulibin
riuscì ad assemblarli ed a mettere in moto il complesso meccanismo.
NB: il funzionamento dell'insieme , l'abbiamo visto soltanto a casa a Milano nella  registrazione su disco  D V D, dov 'eravamo ripresi anche noi,  turisti del  gruppo  M.T.E., mentre  giravamo in  questa meravigliosa città che è S. Pietroburgo.
 
La guida, sig.ra Liuba ci spiegava che lo fanno funzionare soltanto una volta alla settimana  in un determinato pomeriggio perché ci vuole la presenza  dello specialista che non so se sia:
un meccanico , un orefice oppure un orologiaio, di certo il meccanismo deve avere le sue esigenze.

I S O L A    Z A J A C H Y
CATTEDRALE  dei  SS. PIETRO  e  PAOLO
c r o c i e r a  s u l  F i u m e   N e v a


Il pullman ci ha lasciati vicino alla fortezza dei SS. Pietro e Paolo e, a piedi, raggiungemmo il centro camminando per circa un quarto d'ora.
Tra le tante isole che originariamente componevano S. Pietroburgo vi è l'isola ZAJACHY ora penisola  artificiale come molte altre.
Ho fissato questo dato per dare una idea della dimensione della fortezza , grande ed estesa com'è la città di S . Pietroburgo restando però il tutto, bene dimensionato e proporzionato.
Ricordo  i suoi muri di protezione periferici di colore giallo a forma dell'insieme circolare.
Tutto aveva odore e sapore di antico, curato , pulito .
All'interno, la cattedrale dei SS. P.P.in stile barocco con l'alta guglia a punta dove  svetta
l' Angelo dorato che fa parte dei simboli della città .
Come tutte le chiese ortodosse non ha panche, si sta in piedi, con mosaici artistici all'interno  si trovano  le spoglie dello Zar e della  Zarina visitato da non pochi che sembravano persone locali.
Anche se la pioggia  ha rallentato , il venticello freddo punge e noi ci stringiamo nei nostri giacconi impermeabili che abbiamo imbottito con maglie , golf e felpe.
Vi è anche il cannone che tutti  i giorni puntualmente scandisce le ore  12.00 sparando
un  colpo a salve.
Nei pressi vi è anche la Sinagoga che venne costruita nel 1913 e, per allora era la più grande d'Europa.
Se non ricordo male, la nascita della città e parliamo del 1703  ha  avuto come punto di partenza e di riferimento  questa isola .
Poi, il plotoncino dell' M.T.E. si incammina per andare  nuovamente al pullman  e camminando su un tratto in lavorazione coperto da assi, un amico scivola trainando nella caduta anche la moglie .
Uniti nella vita e nella caduta.
Un graffio, una botta, ed il  plotoncino fermatosi per assistere i malcapitati , poco  dopo, riprende  il suo cammino ,   ora dobbiamo andare sulla
barca  in mini crociera.
Passiamo dall' Ammiragliato  che è anche considerato la partenza della prospettiva  Nievskij.
Su questo palazzo dall' aspetto importante con tanto di cupola ed altissimo  pinnacolo svetta nella cima un secondo simbolo dorato di  S.Pietroburgo ed è:  la nave- caravella
I due simboli:  angelo  e  nave,  con molta  probabilità  , sono anche dei segnavento .
Poco distanti ma nella stessa piazza vi sono le colonne rostrate, fatte in granito di buon diametro ma che hanno inserito a varie altezze le caravelle di colombo in formato ridotto, come fossero degli spuntoni o rostri.
Ricordate i rostri che venivano messi  sui parafanghi sia anteriori che posteriori della automobili in particolare sulle berline ed erano cromati e lucidi come i parafanghi ?
Con le attenzioni del caso ,ci trasferiamo dalla riva  passando da passerelle in legno, al pontile. Saliamo sulla barca o motonave che ha la possibilità di farci restare nella cabina coperta o potremo andare sulla sopra coperta  all'aria vento e freddo , ma , tutti  facciamo di necessità virtù ed
entriamo nella cabina coperta.
Il fiume Neva è molto largo, come tutte le cose che compongono San  Pietroburgo l'acqua è  mossa forse anche  limacciosa,  gli spruzzi delle onde si posano su vetri come se piovesse, particolare che i nostri fotografi sfruttano .
Possono fotografare il lungo insieme dei palazzi che compongono l'Ermitage   con le gocce  d'acqua in sospensione come fosse una fotomontatura.
Di cose da fotografare dall'acqua ve ne sono molte , e non ve  le rinomino..
Poi passiamo sotto ai grandi ponti:  tre ad arco che penso abbiano il nome i  “Ponti della trinità” sono costruiti in struttura reticolare in profilati d'acciaio.  Sono imponenti .
La guida spiega che alla notte vengono alzati per far passare le navi anche i transatlantici ,  le grosse navi da passeggeri , e io curioso non mi do pace fino a che non vedo e riprendo con la telecamera, il dettaglio dei perni di rotazione..
La nave purtroppo non è molto stabile dato il moto ondoso, ma io riprendo , poi a casa vedrò cosa posso fare, però so che  le imperfezioni sono un bel ricordo .
Il gruppo dei 53 è stato smembrato in due gruppi e a noi capita una nuova guida anche lei parla molto bene l'italiano.
Racconta:
il fiume Neva è il III fiume europeo per portata d'acqua, ( viene dopo il Volga ed il Danubio).
La città di San Pietroburgo ha un porto marino che si trova nel golfo di Finlandia   nel mar baltico ed un porto fluviale che  si trova alla foce nel delta della Neva nel quale ci troviamo.
Il fiume è il terminale della via d'acqua “Volga-Baltico “  collega il Baltico con il mare Nero.
La sua lunghezza è di 74 km ,  nasce dal lago Ladoga e la sua profondità va dagli 8 ai 20 metri  ed è l'emissario del più grande lago europeo.
La sua profondità gli permette d'essere navigabile anche da navi molto grandi come navi da passeggeri e transatlantici.
Durante l'inverno si ghiaccia e ciò ne  permette l'attraversamento.
Nel  medio Evo  era una via importante di comunicazione tra l' Est e l'Ovest   attraverso il Volga.        
Ascoltiamo tutti con attenzione e  nel frattempo  possiamo riprendere e fotografare a volontà.
Anche il dettaglio del ponte a tre archi che si apre lo vedrò nella registrazione su D.V.D. a casa.
Più che nominarvi monumenti  o fabbricati storici vi segnalo la sensazione che abbiamo provato, il fiume è talmente vasto e noi eravamo quasi in scentro, sia per il moto ondoso che per gli spazi avevamo la sensazione di trovarci in mare aperto, quando la nave per ragioni sue non può mettere l'approdo e calando le scialuppe motorizzate  fa scendere i passeggeri per andare a visitare il porto,  e la città .
Si ritorna  in Hotel e la giornata va a finire.

Ancora una scenetta

Stavamo scendendo dal pullman alla fine  della giornata ,  per rientrare in hotel , sul marciapiede si trovavano già depositate delle valigie.
Ed il posto di discesa era quasi obbligato.
Chi scendeva dalla porta anteriore, chi da quella
centrale.
Un amico del gruppo, arrivando alle valigie ampliò il passò per superarle ma . . .vi era un intoppo che lo fece capitombolare  e planare a terra.
Con agilità si rialzò in un istante in piedi, si ricompose , ed andò a vedere  quale era l'intoppo.
Un muretto basso in muratura di protezione a quattro gradini che scendevano per entrare in un sottopiano  coperto dalle valigie.
Ancora una spennellata ai pantaloni con il palmo delle mani , e poi, via di corsa ad attraversare la strada .
Vi assicuro era un atleta del nostro gruppo. Completo di occhiali da vista, biondi chiari sono i cappelli anche pochi come s'addice a noi.
Con un appettito formidabile come dimostrò poco dopo a cena. “Macchè Anziani d'Eggitto “
​

D O P O   C E N A
​

Che ne dici; andiamo a comperare qualche cosa per i nipoti ?
Passo parola ?
Si , vedi se viene con noi   anche Eleonora e Costanzo .
Mi sa che sia la serata dove giocano a Burraco.
Il gruppo si forma e con la luce del sole, delle notti bianche ce ne usciamo.
Passiamo in ordinati gruppi rispettando sia i semafori che le indicazioni bianche che ci vogliono fare stare alla destra.
Ah ecco i negozi “Souvenir”  ce n'è uno anche al di là della strada.
La scelta è ricca e oltre ai nipoti vi sono amici e figli che “ ringraziano sempre con gli occhi gioiosi  “ quando si vedono ricordati.
Non vi è necessità di sapere la lingua con             “ l'indice ed il gesticular international “ ci spieghiamo quanto basta.
Una commessa piccolina e giovane si rivolge a noi in italiano corretto.
Alla fine la curiosità ha il sopravvento su di me, e dico: Lei parla un corretto Italiano , è forse stata
in Italia?
Oh no, io ascolto con molto piacere la  musica Italiana, le canzoni e con Internet faccio pratica di Italiano .
Complimenti di tutto cuore per il risultato.
Poi allunghiamo il passo per andare a rivedere il grande negozio del cioccolato e,  girando l'angolo camminando  in fianco al canale rivediamo le cupole della cattedrale del “ Sangue Versato” 
Questi insiemi di cupole a forma di cipolla dorate e colorate formano dei soggetti  che avidi ci chiedono di rifotografarli .
Come sarà dentro ?   Chi lo sa.
Riusciremo ad andarci ?
C'è forse l'orario?
Si, si ed anche i tornelli per entrarci
Ora è tardi e la chiesa è chiusa.
Si ritorna, e anche la prospettiva è un poco meno affollata.
Andiamo a visitare il grande magazzino eccolo lì.
Attraversiamo la strada e si entra.
Tutti i grandi magazzini  del mondo si rassomigliano.
Con i nostri pacchetti si rientra in hotel , domani è l'ultimo giorno di visita .

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