Diario di viaggio: RUSSIA
Sesto giorno
10.06.2016 (venerdi)
S I V A A L M U S E O
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Il tempo meteorologico sta allentando la sua morsa , senza grandi illusioni sia ben chiaro.
Si parte per andare al museo Pushkin , non lo ricordate ? Vi aiuto io , non ricordate quel museo dove per entrare sembrava che facessimo a gara tra il tempo che Liuba poneva la tessera magnetica e noi che entravamo facendo girare il tornello . Non lo ricordate ? E' quel museo che ci ha fatto indossare le soprascarpe di tela ed atletici come siamo , il fotografo quello che poi ci ha dato il D.V.D. (pagandolo ovviamente), ci ha ripresi nello sforzo di piegarci a terra per indossarle. Poi vi è stata da fare la scalinata ed infine siamo entrati in una sala molto grande, finita nel colore bianco che era la sala dei principi . La sala aveva dimensioni molto vaste certamente dev'essere stato molto bello danzare, o ballare certamente con tanto di orchestra come conveniva ai tempi e alle personalità di rango. |
S A L A D ' A M B R A
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Ora vi parlo della sala “d'Ambra “
La sig,a Liuba ci aveva premesso che non si poteva fotografare perchè; il Giappone ne ha acquisito tutti i diritti lasciando al Museo la sola possibilità di farla vedere ai visitatori ma non di: fotografarla , riprenderla o riprodurla. Ricordo che l' Ambra è resina degli alberi che si è solidificata nei secoli per cui si trova come ormai minerale, ha dei colori molto belli sul giallo nelle varie tonalità, è trasparente , e si confezionano dei monili come, collane, bracciali, ciondoli o anelli. Molte volte all'interno delle varie placche di Ambra è facile vedere parassiti o altre impurità che vi sono cadute dentro, cioè restando imprigionate e il tempo le ha cristallizzate. Siamo veramente molti, dentro alla stanza e gli inservienti tentano di darci una rotazione ed allo stesso tempo ci pregano di non fotografare. Purtroppo una coppia fa i suoi comodi , rallenta e fotografa spudoratamente meno male che non è del nostro gruppo. Le placche di Ambra che rivestono le pareti, formano nelle varie tonalità del suo colore base delle nuvole . All'uscita iniziamo a vedere giardini e parchi , altra ricchezza di San. P. che merita d'essere vista. Il pullman poi ci porta vicino alla cattedrale del “S.S. Salvatore del sangue versato” e questa volta vi entriamo, ricordate? ( era diventato il nostro punto di riferimento per il giretto dopo cena,) mosaici ed icone che abbiamo fotografate in abbondanza e vi assicuro che alle cose belle non ci si abitua ma si gode all'ammirarle tutte le volte. Abbiamo approfittato del tempo dell'intervallo ed eravamo capitanati da Eleonora che anche lei rivede con piacere queste meraviglie. La prossima tappa si conquista con il pullman e percorriamo ancora la grande prospettiva Nievskij della quale allo scopo di ricordo vi nomino qualche capolavoro che abbiamo visto : La chiesa Cattolica di Santa Caterina - La casa dei libri( ex casa dell'azienda “ Singer” in stile Art Nouveau)-La chiesa Luterana di S:Pietro e Paolo)-La biblioteca nazionale Russa - Teatro Aleksandrinskij-La grande statua di Caterina la Grande-La cattedrale Kazan- Il palazzo Stroganof - Il palazzo Anickov -Palazzo Beloselskij . . . tutti nella Propsettiva Nievskij Ed ora eccovi all'ultima visita programmata. |
R E S I D E N Z A E S TI V A o
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Amici tutti, perdonate il mio modo d'impostare e di spiegare le nostre visite , ma io ho dei limiti, che però mi servono per dare la giusta importanza e quindi migliorare il nostro animo nel gustare quello che vediamo.
L'architetto che progettò questi giardini e mi pare fosse italiano però non ne ricordo il nome, sfruttò innanzi tutto una condizione che la natura del luogo gli dava ed era il KLINT BALTICO in lingua estone significa una scarpata calcarea alluvionale ed è presente in diverse isole del mar Baltico. Nei diversi strati vi possono essere presenze di minerali come cristalli che in particolare alla luce riflettono frazionando la stessa in diversi colori. Un esempio è la residenza dei” Peterhof” che è situata sulla sommità di una scarpata in KLINT, sfruttata poi per fare le cascate con i giochi d'acqua. ACQUA. Quale soluzione potevano avere a quei tempi per portare l'acqua ( Fiume ) quando essa si trovava a chilometri di distanza ? I russi avevano necessità di trovare che, oltre ad essere architetto fosse anche un idraulico esperto e ricordo a quei tempi, non vi erano: l 'elettricità , ed il vapore come forze ausiliare che potevano aiutare l'uomo, era solo pensata o appena agli inizi . Il geniale architetto sfruttò la cosa più semplice che c'era ed era : “Il principio dei vasi comunicanti.” Andiamo con un esempio : abbiamo una vaschetta, grande molto profonda fate conto sia una tinozza posta sotto ad una gronda e il suo bordo è diciamo alto m1,2. Come faccio a portare l'acqua lontana per esempio in un'aiuola che è distante 20m ? Faccio un forellino vicino al fondo della tinozza , vi infilo una canna in plastica trasparente ( la trasparenza mi serve per spiegare) allungo la canna dei 20 m necessari e, dove mi serve, la piego a gomito verso l'alto, vedrò che l'acqua arriverà alla stessa altezza della vaschetta , quindi , se devo bagnare l'aiuola basta che l'abbassi ed essa uscirà. E' con questo principio che i muratori possono costruire sempre in orizzontale le case anche in montagna e cioè l'acqua si dispone sempre orizzontale . Per la verticalità il muratore può utilizzare il filo a piombo ( senza vento) . Se poi è un muratore di montagna è bene che la verticalità la faccia al mattino, perché dopo la colazione del mezzogiorno in particolare dopo il vino, i segni di riferimento per lui , si alterano. Entrati in questo parco , con piante, viali e siepi ben curate e piante di ogni tipo, si camminava come fossimo in una oasi di pace . Quelli che camminavano avanti ebbero modo di scoprire a loro spese, che passando per l'inevitabile strettoia del sentierino , partiva uno zampillo d'acqua che logicamente ti centrava. Allora il gioco fu immediato, tentare varie soluzioni per fregare lo zampillo e passare prima che bagnasse. Ah questi Russi cosa non si inventano pur di sorprenderci. Si certamente nella memoria di molti di noi si andava ai giardini di Versailles, copiati e imitati da mezzo mondo. Anche qui abbiamo trovato la statue in bronzo da lucidare al piede che portava fortuna anzi addirittura, se mettevi la monetina lì vicino al piede . . se poi era di carta ancora meglio. Poi siamo arrivati alla balaustra in colonnine di marmo che divideva noi dal mar Baltico , un mare che pacifico e tranquillo poteva rassomigliare ad un nostro lago. (Il contenimento di questo mare nelle straordinarie alte maree, vi preghiamo di andare a pag.48 lì vi diamo i dettagli . ) Nel fondo si vedevano le sagome delle case, palazzi e le alte guglie di San Pietroburgo pensate che bello vi era anche un raggio di sole. Passammo per i funghi ( in legno), la casa cinese e finalmente alle cascate. Che bella quella scarpata, quel gioco dei zampilli d'acqua , quel canale e quella ringhiera alla quale ci appoggiammo tutti per farci fotografare. Veniva naturale di sorridere al fotografo mentre lo zampillo lontano andava alto . Belle le cascate a gradoni. Le fontane poi avevano dei giochi , intermittenti , a tempi diversi quasi rispondenti ad una musica classica con il suo andante, mosso , allegro. . . . . |
E dopo tanti dettagli che speriamo facciano ritornare alla mente tutto quello che abbiamo visto godiamoci rilassati un finale poetico.
Con amicizia
Anna e Armando
Con amicizia
Anna e Armando
“T’amo, creatura di Pietro, amo il tuo grave ed armonioso aspetto,il regale corso della Neva,delle sue rive il granito”.
(Alezandr Puskin)
"Là gettò l’ancora una tranquilla città e si fece vascello immobile, tutt’intorno allargò le sue rive e trasfigurò ogni cosa attorno."
(Nina Berberova)
San Pietroburgo è una città che scorre, che si specchia, che si lucida nelle sue notti bianche.L'ho conosciuta in un giorno di pioggia battente, attraverso i vetri di un pullman. Tra le gocce mi sono apparse le sue guglie e gli ori delle sue cupole, come fantasmi. Ho amato subito i suoi grandi spazi, il suo fascino misterioso e cupo e il fiume che l'attraversa come quello della mia città, ma soprattutto mi sono innamorata dei suoi cieli.
La notte a San Pietroburgo in questo periodo non arriva mai. Dopo la pioggia i palazzi si tingono di rosa e le nuvole rimangono sui tetti fino a tardi. Il suo cielo, a tratti tormentato, si fa viola e arancio e invade il paesaggio. Anche i ponti ricevono i doni del colore. Lo spettacolo è di un infinito tramonto che pare non debba consumarsi mai. San Pietroburgo è una città un po' capricciosa, che reclama continue sorprese. Infatti abbiamo galleggiato sulle acque torbide e scomposte della Neva, in una giornata che non prometteva nulla di buono. Ma la sfilata dei palazzi visti dal fiume è stata un'esperienza che valeva la pena
di affrontare. E' una città ariosa ma anche solenne, dove sembra di sentire risuonare ad ogni angolo la musica di Tchaikovsky o di udire le parole dei suoi grandi poeti e scrittori. Una città dove è bello passeggiare adagio, guardando il cielo dalla Nevsky Prospective, fino ai canali, dove ci sono statue e ponti che si riflettono nell'acqua. È una città sontuosa, di grandi piazze, di Cattedrali e di Palazzi , nei quali tutto riluce e si fa storia e fiaba al tempo stesso. E' una città di colori, che vanno dal verde-azzurro dell'Hermitage agli oro-rossi delle Chiese ortodosse e all'infinita gamma di sfumature diverse che ricoprono gli edifici. E che dire infatti della residenza estiva della zarina Caterina la Grande e del palcoscenico di fontane e statue di Peterhof ?E alla fine di tutto questo splendore c'è il mare: il Baltico, spesso immaginato come diverso perché nordico, perché ai confini della terra. Invece mi è sembrato calmo, come uno spettatore che si compiaccia di vedere, anche da lontano, la sua città.
Questa esperienza di viaggio è stata una continua sorpresa: le guide, l'organizzazione, la compagnia. Macché anziani d'Egitto! Siamo un gruppo "pimpante" e curioso, che non molla mai, come fosse sempre in attesa di qualcosa che ancora deve accadere, di qualcosa che ancora deve farsi conoscere. Per fortuna io ho un'amica, che porto sempre con me in questi ultimi anni: è la mia macchina fotografica. A lei ho affidato il compito di fissare queste bellezze perché io non possa dimenticarle. Con lei posso condividere le mie emozioni, posso ricordare con piacere gli amici che hanno partecipato con me a questa avventura!
Paola P.P.
(Alezandr Puskin)
"Là gettò l’ancora una tranquilla città e si fece vascello immobile, tutt’intorno allargò le sue rive e trasfigurò ogni cosa attorno."
(Nina Berberova)
San Pietroburgo è una città che scorre, che si specchia, che si lucida nelle sue notti bianche.L'ho conosciuta in un giorno di pioggia battente, attraverso i vetri di un pullman. Tra le gocce mi sono apparse le sue guglie e gli ori delle sue cupole, come fantasmi. Ho amato subito i suoi grandi spazi, il suo fascino misterioso e cupo e il fiume che l'attraversa come quello della mia città, ma soprattutto mi sono innamorata dei suoi cieli.
La notte a San Pietroburgo in questo periodo non arriva mai. Dopo la pioggia i palazzi si tingono di rosa e le nuvole rimangono sui tetti fino a tardi. Il suo cielo, a tratti tormentato, si fa viola e arancio e invade il paesaggio. Anche i ponti ricevono i doni del colore. Lo spettacolo è di un infinito tramonto che pare non debba consumarsi mai. San Pietroburgo è una città un po' capricciosa, che reclama continue sorprese. Infatti abbiamo galleggiato sulle acque torbide e scomposte della Neva, in una giornata che non prometteva nulla di buono. Ma la sfilata dei palazzi visti dal fiume è stata un'esperienza che valeva la pena
di affrontare. E' una città ariosa ma anche solenne, dove sembra di sentire risuonare ad ogni angolo la musica di Tchaikovsky o di udire le parole dei suoi grandi poeti e scrittori. Una città dove è bello passeggiare adagio, guardando il cielo dalla Nevsky Prospective, fino ai canali, dove ci sono statue e ponti che si riflettono nell'acqua. È una città sontuosa, di grandi piazze, di Cattedrali e di Palazzi , nei quali tutto riluce e si fa storia e fiaba al tempo stesso. E' una città di colori, che vanno dal verde-azzurro dell'Hermitage agli oro-rossi delle Chiese ortodosse e all'infinita gamma di sfumature diverse che ricoprono gli edifici. E che dire infatti della residenza estiva della zarina Caterina la Grande e del palcoscenico di fontane e statue di Peterhof ?E alla fine di tutto questo splendore c'è il mare: il Baltico, spesso immaginato come diverso perché nordico, perché ai confini della terra. Invece mi è sembrato calmo, come uno spettatore che si compiaccia di vedere, anche da lontano, la sua città.
Questa esperienza di viaggio è stata una continua sorpresa: le guide, l'organizzazione, la compagnia. Macché anziani d'Egitto! Siamo un gruppo "pimpante" e curioso, che non molla mai, come fosse sempre in attesa di qualcosa che ancora deve accadere, di qualcosa che ancora deve farsi conoscere. Per fortuna io ho un'amica, che porto sempre con me in questi ultimi anni: è la mia macchina fotografica. A lei ho affidato il compito di fissare queste bellezze perché io non possa dimenticarle. Con lei posso condividere le mie emozioni, posso ricordare con piacere gli amici che hanno partecipato con me a questa avventura!
Paola P.P.