Articoli del giornalino settembre/ottobre 2018
Perché si chiama “Casa Mamre” ?Nella nostra parrocchia stiamo ristrutturando l’ex Canonica.
Qualcuno sarà entrato anni fa, quando era ancora abitata dal don Cavallini, don Citterio, don Bruno….. In questi ultimi anni ormai era utilizzabile solamente il piano terra ed ha ospitato il Circolino ACLI. Ora si è reso necessario intervenire per risistemare tutta la casa, mettendo mano anche al primo piano ormai a rischio di cedimenti pericolosi; rischi per chi frequentava questo stabile ma anche per le persone che vi transitavano nei pressi… Abbiamo così pensato, con il Consiglio Pastorale, di trasformarla in “casa di accoglienza” nella quale trovasse posto un Centro di Ascolto Caritas, il Patronato Acli ed inoltre adibire alcuni locali per ospitare famigliari di persone ricoverate negli ospedali della zona. Sta nascendo “Casa Mamre”, perché questo nome? Leggi tutto... |
CHI E' L'UOMO?
Sono abbonata ad una rivista mensile molto apprezzata per competenza ed affidabilità che ultimamente ha pubblicato un articolo con un titolo che direi quasi banale: Chi è l'uomo?.
Non so quante siano le persone che hanno avuto interesse a porsi questa domanda e nel caso in cui si siano cimentati nella ricerca a quale conclusione siano arrivati.
La domanda mi ha spinto a cercare di capirci qualcosa.
Parto da lontano e cioè da che cosa dice la Bibbia sull'uomo. Per il profeta Isaia , l'uomo è come l'erba del campo, per Giobbe è precario come i fiori campestri, per Mosè e Davide la vita dell'uomo è fugace.
Tutte interpretazioni per spiegare come è l'uomo, sia precario, transitorio, effimero, ma nonostante ciò, Dio lo reputa degno delle sue attenzioni e delle sue cure.
Nella Roma repubblicana, l'uomo era una persona che doveva incarnare quella dignità che gli era conferita dal suo ruolo sociale, accostata alla virtù che era capace di esprimere.
La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 afferma che: " L'unico e sufficiente titolo necessario per il riconoscimento della dignità di un individuo è la partecipazione alla comune umanità."
Forse implicitamente non voleva escludere la virtù che veniva esaltata dagli antichi Romani, ma ai tempi nostri la visuale è più pratica e dà molto più importanza all'uomo che sa coniugare economia e profitto, prestazioni e notorietà.
Allora viene da chiedersi: ma quando l'uomo ha perso la sua integralità fisica e si trova con disabilità cognitive congenite o acquisite a causa del passare degli anni. è sempre un uomo oppure non lo è più?
Bella domanda. Soprattutto per noi anziani che per età anagrafica sentiamo più vicino a noi questo problema , sarebbe interessante saperne di più su chi è l'uomo nella sua entità globale .
Ognuno di noi si sarà dato una risposta.
E' un argomento importante o possiamo anche non preoccuparci troppo?
Fernanda
Sono abbonata ad una rivista mensile molto apprezzata per competenza ed affidabilità che ultimamente ha pubblicato un articolo con un titolo che direi quasi banale: Chi è l'uomo?.
Non so quante siano le persone che hanno avuto interesse a porsi questa domanda e nel caso in cui si siano cimentati nella ricerca a quale conclusione siano arrivati.
La domanda mi ha spinto a cercare di capirci qualcosa.
Parto da lontano e cioè da che cosa dice la Bibbia sull'uomo. Per il profeta Isaia , l'uomo è come l'erba del campo, per Giobbe è precario come i fiori campestri, per Mosè e Davide la vita dell'uomo è fugace.
Tutte interpretazioni per spiegare come è l'uomo, sia precario, transitorio, effimero, ma nonostante ciò, Dio lo reputa degno delle sue attenzioni e delle sue cure.
Nella Roma repubblicana, l'uomo era una persona che doveva incarnare quella dignità che gli era conferita dal suo ruolo sociale, accostata alla virtù che era capace di esprimere.
La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 afferma che: " L'unico e sufficiente titolo necessario per il riconoscimento della dignità di un individuo è la partecipazione alla comune umanità."
Forse implicitamente non voleva escludere la virtù che veniva esaltata dagli antichi Romani, ma ai tempi nostri la visuale è più pratica e dà molto più importanza all'uomo che sa coniugare economia e profitto, prestazioni e notorietà.
Allora viene da chiedersi: ma quando l'uomo ha perso la sua integralità fisica e si trova con disabilità cognitive congenite o acquisite a causa del passare degli anni. è sempre un uomo oppure non lo è più?
Bella domanda. Soprattutto per noi anziani che per età anagrafica sentiamo più vicino a noi questo problema , sarebbe interessante saperne di più su chi è l'uomo nella sua entità globale .
Ognuno di noi si sarà dato una risposta.
E' un argomento importante o possiamo anche non preoccuparci troppo?
Fernanda
LA MIA ANIMA HA FRETTA
Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto.
Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si vive nella verità e nell’ onestà.
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi di persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.
Bel brano di Mario de Andrade (San Paolo 1893-1945). Poeta, romanziere, saggista e musicologo.
Uno dei fondatori del modernismo brasiliano.
Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta. Non ho più molti dolci nel pacchetto.
Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si vive nella verità e nell’ onestà.
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi di persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti. Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.
Bel brano di Mario de Andrade (San Paolo 1893-1945). Poeta, romanziere, saggista e musicologo.
Uno dei fondatori del modernismo brasiliano.
VIAGGIO IN TOSCANA
Il 13 aprile2018 partenza per Val di Chiana e Val d’Orcia per visitare magnifici borghi toscani,Abbazie, Chiese e luoghi mistici. Il pulmann viene a prenderci molto presto (almeno per me), Come da programma la prima tappa è stata Pistoia,ci attendeva una brava e simpatica guida : Stella, residente sul posto , ma Milanese. La città ha una bellissima piazza che racchiude quasi tutte le cose più ineressanti: Duomo,Battistero, Cattedraledi S:Zeno e Palazzo dei Vscovi,veramente un bel colpo d’occhio !!!!! Dopo abbiamo visitato il vecchio ospedale per ammirare il fregio policromo in terracotta vetriata di Della Robbia..Nel frattempo la guida con simpatia e umorismo ci ha raccontato che questa è ancora una città a misura d’uomo. In serata raggiumgiamo Cortona dove si trova il nostro albergo. Leggi tutto... ISOLE BORROMEE
Tre isole spuntano nel golfo a nord-ovest del Lago Maggiore,accomunate dal nome,ma diverse tra loro:le abbiamo visitate tutte e tre sabato 13 maggio. L'Isola Bella prese questo nome in onore della moglie Isabella d'Adda quando nel 1630 il conte Carlo Borromeo diede avvio al grandioso progetto del palazzo e dei giardini, che impegnò nei secoli successivi un gran numero di architetti, ingegneri, pittori, stuccatori, giardinieri. Leggi tutto... |
Qui c'è un'aria dolce, antica!
I Borghi Toscani giunti fino a noi sono affascinanti: hanno più di mille anni di storia ma sembrano intatti! Le viuzze antiche ,dove ci si perde, con i negozietti degli artigiani che sanno creare capolavori con piccole cose di stoffa, di ceramica, di paglia fatti con le mani che parlano al cuore. Disegni antichi portati nel tempo moderno che ti affascinano! Tende di pizzo fatte a mano, fiori alle finestre: qui tutto è Arte, dalle piccole Chiese sperdute nella campagna, alle grandi opere, create dagli uomini: uomini illustri che hanno profuso a piene mani capolavori nelle Chiese, nei palazzi storici, nelle Abbazie. Una presenza costante è il ricordo di San Francesco che ha lasciato a Cortona le sue famose Celle dove pregava e operava per i poveri. Commovente la visita di questo Eremo sperduto fra i boschi, immerso nel silenzio. A Cortona , nel Palazzo Diocesano, è esposto il Capolavoro di Beato Angelico " L'Annunciazione" con una dolce Madonna sorpresa da un angelo sfavillante di luce e di oro che sembra voler spiccare il volo dopo aver compiuto il suo immenso compito. Mi ha sorpreso anche il Borgo di Montalcino, piccolo e tranquillo, immerso nelle viti e negli ulivi: il suo famoso vino, nominato Brunello, è fra i migliori al mondo. E poi come non parlare del cibo toscano; un'esaltazione al gusto, sia dolce che salato! Non conoscevo la magnifica Abbazia dfi Sant'Antimo, antichissima e importante nella sua bellezza, con la S.Messa celebrata in latino con rito gregoriano: il silenzio e la partecipazione erano al massimo. E poi nel nostro cuore rimarrà sempre il ricordo dell'incantevole Pienza con la sua famosa piazza, la Chiesa di San Francesco con antichi affreschi e la "Madonna del latte" la Mamma di tutti. Una vacanza piena, affascinante , commovente: di tutto, di più! La strada scorre, nel ritorno a casa, ma il paesaggio con i suoi cipressi, le cascine e i ricordi, rimarranno sempre nel cuore di tutti noi. Lydia Federico |
IL PRANZO DEL MERCOLEDI’
Il pranzo del mercoledì nella Parrocchia di Santo Stefano in Segrate Centro è sicuramente una certezza per un bel numero di persone! Oramai sono una ventina d’anni che tutte le settimane da settembre a maggio il cuoco, Franco, e la sua squadra organizzano questo importante momento conviviale.
Si preparano i tavoli, si apparecchiano, si cucina, si serve e si risistema tutto con grande organizzazione e competenza. E’ una macchina straordinaria che funziona alla perfezione! Franco ci delizia con i suoi manicaretti e con meno di 10 euro ci offre un pasto completo! E’ una bellissima esperienza, le persone si incontrano, si chiacchiera, si ride ed è diventato un appuntamento settimanale da non perdere.
E’ però anche un impegno per i volontari che ogni mercoledì devono preparare tutto. Ecco perché quest’anno abbiamo chiesto aiuto ai tanti membri dell’ MTE di Segrate Centro, per creare un po’ di ricambio e per alleggerire i turni. Parecchi hanno risposto e dal 19 settembre si riprende con più volontari, organizzati in quattro diversi gruppi che hanno dato la disponibilità di un mercoledì al mese. Più gente, meno impegno per tutti! Franco in cucina è e sarà una garanzia, ma avrà gente nuova accanto oltre ai super-collaudati aiutanti storici!
Vi aspettiamo quindi per un pranzo in compagnia!
Per prenotare telefonare a Paola 3403242217 oppure a Irvana 02 2139238.
Paola
Il pranzo del mercoledì nella Parrocchia di Santo Stefano in Segrate Centro è sicuramente una certezza per un bel numero di persone! Oramai sono una ventina d’anni che tutte le settimane da settembre a maggio il cuoco, Franco, e la sua squadra organizzano questo importante momento conviviale.
Si preparano i tavoli, si apparecchiano, si cucina, si serve e si risistema tutto con grande organizzazione e competenza. E’ una macchina straordinaria che funziona alla perfezione! Franco ci delizia con i suoi manicaretti e con meno di 10 euro ci offre un pasto completo! E’ una bellissima esperienza, le persone si incontrano, si chiacchiera, si ride ed è diventato un appuntamento settimanale da non perdere.
E’ però anche un impegno per i volontari che ogni mercoledì devono preparare tutto. Ecco perché quest’anno abbiamo chiesto aiuto ai tanti membri dell’ MTE di Segrate Centro, per creare un po’ di ricambio e per alleggerire i turni. Parecchi hanno risposto e dal 19 settembre si riprende con più volontari, organizzati in quattro diversi gruppi che hanno dato la disponibilità di un mercoledì al mese. Più gente, meno impegno per tutti! Franco in cucina è e sarà una garanzia, ma avrà gente nuova accanto oltre ai super-collaudati aiutanti storici!
Vi aspettiamo quindi per un pranzo in compagnia!
Per prenotare telefonare a Paola 3403242217 oppure a Irvana 02 2139238.
Paola
25 aprile 2018
Ho chiesto ad un mio coetaneo ottantacinquenne nato in Sicilia cosa ricordasse del 25 aprile del 1945. “Nulla”, mi rispose, “è stata una giornata come le altre”. E già, da loro, in Sicilia e in gran parte delle regioni del sud, la “liberazione” era iniziata il 10 luglio del 1943 con lo sbarco delle truppe anglo americane sulle spiagge tra Licata e Siracusa. Di quello che è avvenuto nell’Italia centro settentrionale tra il luglio 1943 e l’aprile 1945, il mio coetaneo non ha vissuto nulla e nulla gli è rimasto nei suoi ricordi. Ben diversi sono i ricordi del mio vissuto di dodicenne qui in Lombardia, anzi in prossimità del confine con la Svizzera. Bombardamenti, deportazioni, attentati, fame. Credo che sono proprio queste diverse esperienze adolescenziali che stanno alla base dei diversi comportamenti tra chi vive al settentrione e chi al meridione d’Italia, non solo per la mia generazione, anche per le successive, alle quali viene trasmesso un vissuto completamente diverso.
Un giovanotto diciottenne, alla trasmissione televisiva “Quante storie”, alla domanda: “Quanto ti interessa la celebrazione di questa giornata della Liberazione?” ha con sincerità risposto: “Non più di tanto”.
Nella stessa trasmissione, il giornalista Marcello Veneziani ha invece detto che il 25 aprile ha diviso l’Italia in tre parti: una parte che è rimasta fascista; una antifascista e la terza che vuole sbarazzarsi delle prime due. Se fosse vera questa affermazione di Veneziani vorrebbe dire che la memoria storica non avrebbe alcun valore.
Del 25 aprile celebrato a Segrate con una buona partecipazione di cittadini almeno due cose sono da rilevare: la prima è stata la lettura dell’invito alla Pace di papa Francesco fatta durante la cerimonia al cimitero. La seconda è l’invito alla riconciliazione e al perdono reciproco che ha fatto il nostro sindaco Paolo Micheli nel suo discorso in Piazza della Repubblica. Se accolti, questi inviti smentirebbero definitivamente le affermazioni di Marcello Veneziani.
Enrico Sciarini
Ho chiesto ad un mio coetaneo ottantacinquenne nato in Sicilia cosa ricordasse del 25 aprile del 1945. “Nulla”, mi rispose, “è stata una giornata come le altre”. E già, da loro, in Sicilia e in gran parte delle regioni del sud, la “liberazione” era iniziata il 10 luglio del 1943 con lo sbarco delle truppe anglo americane sulle spiagge tra Licata e Siracusa. Di quello che è avvenuto nell’Italia centro settentrionale tra il luglio 1943 e l’aprile 1945, il mio coetaneo non ha vissuto nulla e nulla gli è rimasto nei suoi ricordi. Ben diversi sono i ricordi del mio vissuto di dodicenne qui in Lombardia, anzi in prossimità del confine con la Svizzera. Bombardamenti, deportazioni, attentati, fame. Credo che sono proprio queste diverse esperienze adolescenziali che stanno alla base dei diversi comportamenti tra chi vive al settentrione e chi al meridione d’Italia, non solo per la mia generazione, anche per le successive, alle quali viene trasmesso un vissuto completamente diverso.
Un giovanotto diciottenne, alla trasmissione televisiva “Quante storie”, alla domanda: “Quanto ti interessa la celebrazione di questa giornata della Liberazione?” ha con sincerità risposto: “Non più di tanto”.
Nella stessa trasmissione, il giornalista Marcello Veneziani ha invece detto che il 25 aprile ha diviso l’Italia in tre parti: una parte che è rimasta fascista; una antifascista e la terza che vuole sbarazzarsi delle prime due. Se fosse vera questa affermazione di Veneziani vorrebbe dire che la memoria storica non avrebbe alcun valore.
Del 25 aprile celebrato a Segrate con una buona partecipazione di cittadini almeno due cose sono da rilevare: la prima è stata la lettura dell’invito alla Pace di papa Francesco fatta durante la cerimonia al cimitero. La seconda è l’invito alla riconciliazione e al perdono reciproco che ha fatto il nostro sindaco Paolo Micheli nel suo discorso in Piazza della Repubblica. Se accolti, questi inviti smentirebbero definitivamente le affermazioni di Marcello Veneziani.
Enrico Sciarini
Preghiera della “terza età”
Signore, vieni a mettere qualcosa di nuovo in me al posto di quanto viene meno col passare degli anni.
Metti in me un amore più grande, una semplicità più serena.
Metti in me un sorriso di bontà per tutti, aiutami a comprendere il mio prossimo, a interessarmi dei suoi problemi ed essere una luce discreta che rallegra.
Fa’ che la memoria mi permetta di ricordare le cose più belle e più buone che ci sono nella vita.
Fa’ che la mia volontà si pieghi ai giusti desideri di chí mi sta intorno, che la fede si irradi con la testimonianza e non venga meno.
Fa’ o Signore, che la mia intelligenza accetti con umiltà di sentirsi meno attiva, brillante e rapida; fa' però che si applichi a cercarti e conoscerti per meglio comprendere la vita eterna in cui spero ardentemente.
Signore, vieni a mettere qualcosa di nuovo in me al posto di quanto viene meno col passare degli anni.
Metti in me un amore più grande, una semplicità più serena.
Metti in me un sorriso di bontà per tutti, aiutami a comprendere il mio prossimo, a interessarmi dei suoi problemi ed essere una luce discreta che rallegra.
Fa’ che la memoria mi permetta di ricordare le cose più belle e più buone che ci sono nella vita.
Fa’ che la mia volontà si pieghi ai giusti desideri di chí mi sta intorno, che la fede si irradi con la testimonianza e non venga meno.
Fa’ o Signore, che la mia intelligenza accetti con umiltà di sentirsi meno attiva, brillante e rapida; fa' però che si applichi a cercarti e conoscerti per meglio comprendere la vita eterna in cui spero ardentemente.
GIOVINEZZA DI SPIRITO E DI CUORE
La giovinezza non è un periodo della vita, è uno stato d’animo che consiste in una certa forma della volontà, in una disposizione dell’immaginazione, in una forza emotiva, nel prevalere dell’audacia sulla timidezza, della sete dell’avventura sull’amore per la comodità. Non si invecchia per il semplice fatto di aver vissuto un certo numero di anni, ma solo quando si abbandona il proprio ideale.
Se gli anni tracciano i loro solchi sul corpo, la rinuncia all’entusiasmo li traccia sull’anima; essere giovane significa conservare a sessanta o settanta anni l’amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e per i pensieri luminosi, la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole e lieto dell’esistenza. Resterete giovani finchè il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia e di coraggio, di grandezza e di forza che vi giungono dalla terra, da un uomo o dall’ Infinito; quando tutte le fibre del vostro cuore si saranno spezzate e su di esse si saranno accumulati le nevi del pessimismo e il ghiaccio del cinismo, è solo allora che diverrete vecchi e possa Iddio aver pietà della vostra anima.
Passeggiando nel Parco Sigurtà abbiamo trovato una pietra con sopra incise queste parole che vogliamo condividere con tutti voi. BUONA VITA!
La giovinezza non è un periodo della vita, è uno stato d’animo che consiste in una certa forma della volontà, in una disposizione dell’immaginazione, in una forza emotiva, nel prevalere dell’audacia sulla timidezza, della sete dell’avventura sull’amore per la comodità. Non si invecchia per il semplice fatto di aver vissuto un certo numero di anni, ma solo quando si abbandona il proprio ideale.
Se gli anni tracciano i loro solchi sul corpo, la rinuncia all’entusiasmo li traccia sull’anima; essere giovane significa conservare a sessanta o settanta anni l’amore del meraviglioso, lo stupore per le cose sfavillanti e per i pensieri luminosi, la sfida intrepida lanciata agli avvenimenti, il desiderio insaziabile del fanciullo per tutto ciò che è nuovo, il senso del lato piacevole e lieto dell’esistenza. Resterete giovani finchè il vostro cuore saprà ricevere i messaggi di bellezza, di audacia e di coraggio, di grandezza e di forza che vi giungono dalla terra, da un uomo o dall’ Infinito; quando tutte le fibre del vostro cuore si saranno spezzate e su di esse si saranno accumulati le nevi del pessimismo e il ghiaccio del cinismo, è solo allora che diverrete vecchi e possa Iddio aver pietà della vostra anima.
Passeggiando nel Parco Sigurtà abbiamo trovato una pietra con sopra incise queste parole che vogliamo condividere con tutti voi. BUONA VITA!
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