Articoli del giornalino n.5/2023 - Novembre / Dicembre
Signore, Dio di ogni religione,
noi ti preghiamo di illuminare le menti di tutti coloro che combattono per cause che credono giuste
e che sono invece solo cause di morte e distruzione.
Noi ti preghiamo di illuminare la mente di ogni governante, di ogni nazione del mondo
affinché non si lasci sopraffare dal desiderio di potere
e si dedichi con tutte le sue capacità a far cessare ogni guerra.
Enrico
noi ti preghiamo di illuminare le menti di tutti coloro che combattono per cause che credono giuste
e che sono invece solo cause di morte e distruzione.
Noi ti preghiamo di illuminare la mente di ogni governante, di ogni nazione del mondo
affinché non si lasci sopraffare dal desiderio di potere
e si dedichi con tutte le sue capacità a far cessare ogni guerra.
Enrico
ESISTE L’OTTIMISMO?
Si può essere ottimisti in questi tempi quando si vive in mezzo a guerre, pandemie, terremoti e ideologie contrastanti? Kalhil Gibran, poeta e pittore di origine libanese (seguace della religione cristiano-maronita), emigrato negli Stati Uniti, si esprimeva così: “Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto ma, invece, coloro che traggono il meglio da ciò che hanno”. Pensare in positivo fa bene allo spirito e questo è dimostrato anche da studi scientifici. L’ottimismo aiuta a cogliere le opportunità e a trovare la forza per affrontare le situazioni complesse e quelle che portano con sé qualche difficoltà. L’ottimismo richiede saggezza pratica e ciò non significa non mettere in conto che qualcosa possa andare storta. E quando va storto tutto? Come si fa a essere ottimisti? Per prima cosa dobbiamo chiederci in che misura anche noi ne siamo responsabili. Se, infatti, attribuiamo tutta la colpa agli altri dei nostri possibili insuccessi e fallimenti, oltre a diventare pessimisti, rischiamo anche di delegare all’esterno la conduzione della nostra vita. Invece che aspettare elogi e apprezzamenti dagli altri pensando di meritare sempre qualcosa, impariamo a fare cose belle e “allegramente”. Cerchiamo l’ottimismo “sano” che ci fa apprezzare le opportunità della vita a prescindere da tutto ciò che può andare storto o dalla mancanza di plauso degli altri. Gli ottimisti sono i più felici? Sì, no, forse? E’ una domanda che potrebbe avere risposte variegate e dissimili. Ricordiamoci sempre e in ogni caso ciò che ci ha lasciato detto il grande scrittore e poeta Kalhil Gibran. Fernanda |
GITA SUL LAGO D’ISEO
Il giorno 13 giugno ci siamo recati sul lago d'Iseo per la gita che avrebbe dovuto svolgersi il 16 maggio ma che era stata rimandata per il cattivo tempo. A giugno invece il tempo ci ha regalato una giornata né troppo calda, né troppo fredda, senza pioggia e con il sole che scaldava al punto giusto: insomma la giornata ideale sotto tutti i punti di vista. Siamo partiti da Segrate alle 8,00 del mattino con il pullman al completo e, dopo un viaggio senza imprevisti, siamo usciti dall'autostrada e abbiamo imboccato la strada per Lovere, uno dei borghi più belli d'Italia, in compagnia di Laura, la nostra validissima guida, che ci ha fatto notare la bellezza e le problematiche del territorio. La strada per arrivarci è molto panoramica ma piena di gallerie: potremmo ispirarci al titolo del famoso romanzo "La spada nella roccia" e ribattezzarla "La strada nella roccia". Lovere è un borgo medievale collocato tra il lago e le montagne e si trova sulla sponda bergamasca mentre l'altra sponda è in provincia di Brescia. Un tempo un'importante strada commerciale collegava le province di Bergamo e Brescia con la Val Camonica e l'unica alternativa era la via d'acqua del lago. Dopo varie vicissitudini legate a dominazioni diverse, si arrivò, sotto l'amministrazione di Bergamo, a un periodo di pace e prosperità grazie anche alla produzione di un prezioso tessuto di lana (il panno di Lovere) molto utilizzato all'epoca. A Lovere ci sono vicoli e piazze, torri e palazzi antichi rimasti praticamente come in origine. La piazza Tredici Martiri ha una stele dedicata ai 13 partigiani catturati e uccisi nel 1943 durante la guerra e in piazza Vittorio Emanuele II si trova la Torre Civica. Nel periodo natalizio in piazza Tredici Martiri vengono proiettate immagini luminose sui palazzi circostanti creando un'atmosfera molto suggestiva. Siamo passati poi alla visita della Basilica di Santa Maria in Valvendra che, costruita tra il 400 e il 500 in stile gotico/rinascimentale, ha il soffitto a cassettoni con la volta a botte, ricchi affreschi, cappelle laterali e un maestoso interno che ne fanno la chiesa più grande della Diocesi di Brescia a cui appartiene ai giorni nostri. Nella chiesa è custodito inoltre un organo a canne, trasferito a Lovere da Brescia nella seconda metà del XVII secolo, che è chiuso da ante affrescate con l'Annunciazione dell'Angelo a Maria e che, aperto per noi, ha mostrato all'interno altri due affreschi di San Faustino e San Giovita che sono i patroni di Brescia. Siamo poi saliti, attraverso una scorciatoia di gradini, alla chiesa di San Giorgio il cui interno è sontuoso (anche se la facciata è piuttosto modesta) e, oltre alle varie bellezze pittoriche e scultoree, abbiamo ammirato una tela fiamminga del pittore Jean de Herdit posta sopra una finta porta d'ingresso. L'altare è stato costruito sulla cima di una torre precedente (Torre Soca - Torre Mozzata) perché la famiglia a cui apparteneva ha donato lo spazio sopra la torre per ampliare la chiesa. Siamo arrivati poi in piazza Vittorio Emanuele II con la sua torre civica su cui spicca il leone di San Marco a testimonianza di una delle signorie che hanno dominato Lovere. La Torre degli Alghisi invece è di pietra calcarea ma il terzo livello è diverso perché realizzato successivamente. Ricordiamo che Lovere ha dato i natali a due Sante: Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa che fondarono nel 1832 l'Istituto delle Suore di Maria Bambina per scopi caritatevoli. Nel paese esiste ancora un monastero di clausura. Alle due Sante è dedicato un Santuario meta di pellegrinaggi dei devoti. Risaliti in pullman, siamo arrivati a Sulzano dove ci siamo imbarcati sul battello e trasferiti a Montisola nel borgo di Peschiera Maraglio. Sulzano qualche anno fa ha vissuto momenti di gloria quando l'artista Christo ha creato la passerella che permetteva di arrivare da Sulzano a Montisola camminando sull'acqua. Qui ci siamo recati subito al ristorante, sito di fronte all'imbarcadero, dove abbiamo gustato un ottimo pranzo a base di pesce di lago. I pesci erano appesi al sole a essiccare per poi venire affumicati e messi sottovuoto per poter essere acquistati anche dai turisti. A seguire una passeggiata "digestiva" per il borgo che si sviluppa verso la montagna per ammirare il panorama e i vicoli stretti: sull'isola non ci sono macchine ma si circola solo con motorini o motocarri per il trasporto merci e persino l'ambulanza ha dimensioni ridotte e il primo soccorso è assicurato dal medico condotto ma, per i casi gravi, una chiatta conduce l'ambulanza sulla terraferma al primo ospedale. Insomma, la vita dei circa 1.800 abitanti non è delle più comode ... Alle 15 circa ci siamo di nuovo imbarcati per una mini - crociera sul lago che, per le recenti piogge, offriva un arcobaleno di verde punteggiato dai colori delle numerose varietà di fiori. Abbiamo anche costeggiato le due isole più piccole, San Paolo e Loreto, che al contrario della più grande Montisola, sono di proprietà privata e quindi vi è vietato l'approdo. La nostra guida ci ha fatto notare anche chiese e piccoli castelli siti sulla sommità di qualche montagna e ci ha raccontato anche una leggenda relativa a una rocca: naturalmente un amore contrastato e osteggiato dalla famiglia e finito con l’annegamento dei due innamorati. Si narra che l'ultimo violento temporale estivo del luogo sia originato dal dolore dei due. Al rientro a Sulzano ci aspettava il pullman (nel frattempo sostituito perché il precedente aveva un guasto all'aria condizionata) e, felici e soddisfatti per la bella giornata trascorsa, siamo tornati a casa per l'ora di cena. Abbiamo avuto anche all'andata un gradito dolce omaggio di VIttoria e, al ritorno, quello dei biscotti offerti da Antonio per il suo onomastico: entrambi ottimi e molto apprezzati da tutti. Marisa Carmagnola |
L’Europa vista dal Canada
Una mia coetanea che da tempo vive in Canada, nel giugno del 2019 mi aveva profeticamente scritto: “Anche se da vent’anni vivo serenamente in Canada, avendone ottenuta anche la cittadinanza, è naturale che mantenga stretti legami con il Paese nel quale sono nata e cresciuta. Sono preoccupata per l’Europa, culla della mia cultura, per le sue debolezze, i suoi continui errori e i suoi oscuri aspetti. La cultura europea è sempre più minacciata dalla Russia e dagli USA. Mi figuro queste due nazioni come due tori che si contendono una giovenca e immagino anche come intendano raggiungere il loro scopo facendo di tutto per indebolirla. Gli USA lo hanno già fatto appoggiando l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea ma questo non è che uno dei loro brutali tentativi di indebolimento. In una Europa indebolita economi-camente la cultura collasserà perché la cultura è un lusso che solo le nazioni economicamente forti possono permettersi. La cultura non è, come molti credono, letteratura, musica e arte: la cultura è anche cibo sano e accessibile, case climatizzate, aria pulita, saggia istruzione per i bambini, salari equi, libertà religiosa, diritti delle minoranze, efficienti cure sanitarie, assistenza per gli anziani e i bisognosi e molto altro ancora. Tutti aspetti che nazioni economicamente deboli possono solo sognarseli. Con il collasso della sua cultura, l’Europa verrà sfruttata da Russia e USA così come i nostri antenati europei hanno fatto con l’Africa e il Sud America. Madre Europa potrebbe essere in grado di resistere alle due potenze e salvare la propria cultura rafforzando e rendendo più efficiente l’Unione Europea. Questo però richiede grande disciplina e volontà di accettare compromessi tra le Nazioni dell’Unione dalle origini e dalle storie estremamente diverse. Alle diversità, politiche, storiche ed economiche, si deve sfortuna-tamente aggiungere anche un complicatissimo sistema burocratico che ostacola il buon funzionamento dell’organizzazione. Per queste ragioni ci sono forti contrasti tra i membri dell’Unione. Sono tuttavia convinta che si sia ancora in tempo per migliorare la situazione se ogni nazione europea si renderà conto che è meglio essere parte di un’unione imperfetta ma forte piuttosto che di una nazione indipendente ma debole”. Enrico Sciarini |
UN SANTUARIO AGGRAPPATO ALLA ROCCIA
Ancora posti disponibili…, domenica libera da impegni familiari e non: prendo la palla al balzo e … via!
Per raggiungere il Santuario, in provincia di Verona, si attraversa la valle dell’Adige con panorami di incontrastata bellezza.
Non da meno è il complesso religioso della Madonna della Corona, sicuramente unico nel suo genere, che si trova in località Spiazzi a 775 mt s.l.m. e a strapiombo sulla valle dell’Adige.
Dal paese ci si arriva con la navetta oppure scendendo a piedi una stradina asfaltata che si snoda nel bosco facendo il percorso di una spettacolare via Crucis con statue di bronzo che già di per sé meriterebbero la visita.
Lungo il sentiero ci sono diversi scorci panoramici sulla valle sottostante con viste mozzafiato e gallerie in roccia.
Il santuario è veramente spettacolare: è costruito letteralmente fra roccia e cielo, sopra una sporgenza naturale e incavato su una parete rocciosa del monte Baldo, come fosse aggrappato alla roccia e sospeso a strapiombo sulla valle.
Dire che è un capolavoro di straordinaria bellezza è dir poco!!!
Raggiungiamo la chiesa salendo un’ampia e imponente scalinata: l’interno mostra nella navata sinistra e dietro l’altare le nude pareti della roccia mentre lungo la navata destra ci sono cappelle devozionali, toccanti testimonianze ex voto e una suggestiva scala Santa (ovviamente in copia).
In questo luogo mistico, ricco di spiritualità e di devozione che si respira a ogni passo, partecipiamo alla S. Messa.
Nella sua semplicità è tutto affascinante come pure affascina la sua storia raccontata da un sacerdote preposto come guida.
Circondati dai colori degli alberi che variano dal verde al giallo e alle diverse gradazioni del rosso, sostiamo per il pranzo in un piacevole agriturismo.
Eccoci poi a Lazise, una bella località sulla sponda veronese del lago di Garda, circondata da mura medievali.
Il percorso inizia dalla porta principale e ci si avventura nelle viuzze del borgo con numerose bancarelle che espongono prodotti tipici, artigianato locale e gastronomia.
Il lungolago poi è stupendo come il borgo stesso: Lazise sembra un paesino delle favole!!!
Una bella passeggiata rigenerante che fa bene agli occhi e al cuore… e una cornice perfetta per chiudere questa bella giornata trascorsa in spensieratezza e in relax.
Enza Spada
Ancora posti disponibili…, domenica libera da impegni familiari e non: prendo la palla al balzo e … via!
Per raggiungere il Santuario, in provincia di Verona, si attraversa la valle dell’Adige con panorami di incontrastata bellezza.
Non da meno è il complesso religioso della Madonna della Corona, sicuramente unico nel suo genere, che si trova in località Spiazzi a 775 mt s.l.m. e a strapiombo sulla valle dell’Adige.
Dal paese ci si arriva con la navetta oppure scendendo a piedi una stradina asfaltata che si snoda nel bosco facendo il percorso di una spettacolare via Crucis con statue di bronzo che già di per sé meriterebbero la visita.
Lungo il sentiero ci sono diversi scorci panoramici sulla valle sottostante con viste mozzafiato e gallerie in roccia.
Il santuario è veramente spettacolare: è costruito letteralmente fra roccia e cielo, sopra una sporgenza naturale e incavato su una parete rocciosa del monte Baldo, come fosse aggrappato alla roccia e sospeso a strapiombo sulla valle.
Dire che è un capolavoro di straordinaria bellezza è dir poco!!!
Raggiungiamo la chiesa salendo un’ampia e imponente scalinata: l’interno mostra nella navata sinistra e dietro l’altare le nude pareti della roccia mentre lungo la navata destra ci sono cappelle devozionali, toccanti testimonianze ex voto e una suggestiva scala Santa (ovviamente in copia).
In questo luogo mistico, ricco di spiritualità e di devozione che si respira a ogni passo, partecipiamo alla S. Messa.
Nella sua semplicità è tutto affascinante come pure affascina la sua storia raccontata da un sacerdote preposto come guida.
Circondati dai colori degli alberi che variano dal verde al giallo e alle diverse gradazioni del rosso, sostiamo per il pranzo in un piacevole agriturismo.
Eccoci poi a Lazise, una bella località sulla sponda veronese del lago di Garda, circondata da mura medievali.
Il percorso inizia dalla porta principale e ci si avventura nelle viuzze del borgo con numerose bancarelle che espongono prodotti tipici, artigianato locale e gastronomia.
Il lungolago poi è stupendo come il borgo stesso: Lazise sembra un paesino delle favole!!!
Una bella passeggiata rigenerante che fa bene agli occhi e al cuore… e una cornice perfetta per chiudere questa bella giornata trascorsa in spensieratezza e in relax.
Enza Spada
RAVENNA: TANTE COSE IN UN SOLO TOUR
E' il tour più svegliarino che ricordiamo: alle 5 e 20 eravamo già in 11 ad attendere il pullman che arrivò puntuale. A casa la temperatura esterna era di 13° e sul pullman di 15°. Il buio era così intenso che tutti vedemmo il pullman credendolo bianco e salutammo il giovane e nuovo autista che si presentò come Mattia. Eravamo in 35 e fino a che non raggiungemmo la fatidica sosta “Hidraulica”, ben pochi osservarono il paesaggio preferendo recuperare parte di quel sonno che ci mancava mentre Mattia guidava morbidamente. Sceso dal pullman, alla piena luce, vidi che lo stesso era scuro e che, al suo fianco, ve ne era uno simile. Quindi cercai di fissarmi sulla fisionomia dell'autista e al ritorno, quando alcune amiche chiesero dove fosse il nostro pullman, io mi offrii sorridendo di accompagnarle facendo loro notare l'autista. “Ma guarda un po', ero convinta che il pullman fosse bianco” disse qualcuna e Mattia spiegò come il pullman fosse nero perché lui portava nelle varie trasferte la squadra di calcio femminile del Milan. All’Abbazia di Pomposa ci attendeva la signora Silvia Ferretti che ci avrebbe fatto da guida e che ci consegnò auricolari e radioline. Entrati la guida, con professionale calma e suscitando la nostra attenzione, iniziò a narrarci la storia della costruzione che iniziò nel V° e che è una meraviglia dello stile Romanico. Continuando la nostra visita alla città, Dante salta fuori un po' da tutte le parti finché si fa l’ora, mentre Ornella ci legge il menù, di portarci con il pullman all’Osteria del tempo perso” dove abbiamo pranzato. Alle 14,30 la guida ci raggiunge nuovamente per continuare e visitare in successione il Mausoleo di Galla Placidia, la Basilica di San Vitale e il Battistero Neoniano prima di trasferirci alla Basilica di San'Apollinare in Classe per restare stupiti da quei meravigliosi mosaici bizantini. Andando in albergo in pullman, ho osservato le espressioni di tutti trovandoli provati ma rilassati. Ornella, prima dell’occupazione delle stanze, precisò che per l’indomani, essendo prevista la visita della città, si sarebbe partiti alle 8,30 con possibilità di far colazione fin dalle 7. La domenica abbiamo incontrato la nuova guida signora Alejandra e, partiti da piazza Aldo Moro, abbiamo poi raggiunto la piazza del Popolo, il Palazzo Comunale e il Palazzetto Veneziano prima di giungere alla tomba di Dante. A Ravenna, ospite dei Da Polenta, pare che Dante abbia scritto gli ultimi canti sul Paradiso. Salutata e ringraziata la guida, in pullman ci si trasferisce a Bertinoro dove, a piedi e lentamente, abbiamo salito il colle, e a 254 metri s.l.m. abbiamo trovato la “Cà de Bé” (casa del bere) che ha un’ampia terrazza e offre un paesaggio che va sino al mare. Causa vento, si pranza all'interno su una lunga tavolata: l’appetito è quasi fame e, mentre attendiamo il pranzo, ci portano vino e piadina calda che sparisce talmente in fretta da richiedere più volte “rabbocchi”. Rifocillati, siamo raggiunti dalla terza guida signora Laura che ci ha raccontato la storia antica di questo quieto paese. Alle 17.30, dopo un applauso di ringraziamento e un arrivederci, siamo saliti sul pullman e, dopo l'ennesima “conta” di Giorgio, siamo partiti per il rientro. Osservando i volti dei compagni li ho trovati soddisfatti anche se già qualche occhio s'incantava e qualche palpebra si abbassava … Sull’autostrada A1, a poco più di 100 km da Milano, davanti a noi aabbiamo assistito ad un tamponamento con una vettura che si è capovolta e che, attraversando le corsie da sinistra verso destra, sparava scintille illuminando il percorso. Mattia con maestria si era tenuto a distanza e ha ulteriormente rallentato mentre Giorgio con il cellulare ha chiamato il 118 e segnalato l'incidente. Ancora grazie Mattia! Anna e Armando |
Un pomeriggio manzoniano
Cielo di Milano splendido, Casa Manzoni che stramerita di essere visitata non solo da chi è manzoniano. Una guida interna, con molta chiarezza e competenza, ci ha condotto tra la vita e l'opera del sommo scrittore attraverso i vari ambienti. Dal cortile interno raggiungiamo la camera in cui visse per una quindicina di anni l'amico Tommaso Grossi, avvocato e scrittore. Alle pareti, tra i vari dipinti, spicca una grande tela raffigurante il Grossi al capezzale di Carlo Porta sofferente: colpisce la coperta con i tre colori, richiamo per nulla velato al tricolore bandito al tempo degli Austriaci. Passiamo allo studio, il cuore del Manzoni scrittore, patriota, uomo di grande cultura e senatore del neonato Regno d'Italia. La biblioteca alle pareti ospita un migliaio di volumi di vario genere e ci sono la scrivania e le poltroncine, di fronte al camino, su cui sedettero i Grandi del Risorgimento. L'arredamento è sobrio ed essenziale senza ostentazione e, come nel resto della casa, riflette lo stile e la personalità del proprietario. Gli ambienti si affacciano su uno splendido giardino, un tempo di proprietà della casa, ora non più. Di questo vasto giardino si occupava personalmente il Manzoni: studioso esperto di botanica e di agricoltura. Dei piani superiori è visitabile solo il primo mentre l'ultimo è occupato dal Centro Studi Manzoniani. Troviamo ampie sale familiari con dipinti legati alla sua biografia, alla sua Milano, ad alcuni momenti salienti del Romanzo, a ritratti e fotografie del Manzoni dalla gioventù fino alla vecchiaia quando era ormai nel pantheon. Una camera matrimoniale grande da ospitare i dieci figli nati dal primo matrimonio con Enrichetta Blondel figlia di un ricco imprenditore serico ginevrino; accanto una spaziosa camera da letto semplicemente arredata con un tavolino delle poltroncine e un letto singolo in cui lo scrittore morì. Le teche sono ricche di manoscritti e delle varie versioni del Romanzo da quella del 1827 all'edizione del 1840/42, uscita in dispense, riscritta dopo il lungo soggiorno fiorentino. All'esterno la nostra Chiara, eccellente guida, ci ha condotto da Piazza Belgioioso (con il Palazzo omonimo e il monumento a Cristina di Belgioso) a Piazza San Fedele con la chiesa omonima in cui Manzoni, fervente cattolico, assisteva quotidianamente alla Santa Messa. Al centro della piazza sorge il monumento allo scrittore; ai lati Palazzo Marino in cui visse Marianna De Leiva, la Monaca di Monza, di fronte si ergeva l'Hotel Bella Venezia che ospitava i Personaggi Illustri di passaggio in Città. Da qui ci siamo diretti a Piazza Mercanti con il Palazzo dei Giureconsulti accanto a quello del Podestà (lo spagnolo Ferrer ai tempi della rivolta del pane) fino a quella che era la Corsia de' Servi col Prestin di scansc, forno delle grucce, delle pale o della famiglia Scanzi dove ebbe inizio la rivolta del pane che vide Renzo protagonista involontario. Ora c'è una targa sul muro della galleria che ci ricorda dov'era il forno. Qui ci siamo salutati... e vi saluto anch'io. Grazie per l'attenzione Maurizio Besozzi |
Saronno: due chiese d'eccellenza
Abbiamo inaugurato il nuovo anno sociale visitando due chiese stupende, credo sconosciute ai più, me compresa. Il consueto pellegrinaggio si è svolto a Saronno fra la Chiesa di S. Francesco e il Santuario della Madonna dei Miracoli. La prima, molto più antica (1100 circa) viene completata intorno al 1300, è divisa in tre navate ed è mirabilmente affrescata al suo interno tanto da non aver quasi un metro di parete vuota, a esclusione di una parte della navata sinistra, ridotta per ragioni strutturali. Le navate laterali sono occupate da cappelle gentilizie tra cui una commissionata dalla famiglia Visconti che qui fondò anche un archivio. Le due cappelle maggiori, frontali, sono dedicate all'Assunzione di Maria. Particolarità: in due finestre son stati collocati allestimenti artistici di un autore contemporaneo. Confesso che il gruppo è rimasto un po' “perplesso" su questa scelta mentre ha ammirato con stupore l'affresco del Luini, Madonna del Rosario, contornato da 15 medaglioni dedicati alla contemplazione dei misteri e la cupoletta ottagonale che si affaccia improvvisa a metà navata e che è finemente decorata a motivi geometrici. La facciata, tardo-barocca, presenta due nicchie in cui sono collocate le statue di S. Francesco e di Sant'Antonio da Padova. Pare infatti che la Chiesa sia stata richiesta proprio dal grande taumaturgo, qui transitato. L'annesso convento francescano, chiuso in epoca napoleonica, è ora di proprietà della famiglia Lazzaroni e non è stato possibile visionarne neppure il chiostro. Il Santuario, più famoso e imponente, si affaccia su una piazzetta e la domina con la sua facciata seicentesca, nella quale spiccano i due telamoni dei profeti Isaia e Geremia. Sorge sul luogo dove nel ‘400 si trovava un'edicola, presso una fonte, contenente la statua lignea di una Madonna con Bambino. Un giorno Maria appare a Petretto, un giovane infermo, dicendogli di raggiungere l'edicola. Egli obbedisce, trascinandosi a stento fin lì e, miracolosamente guarito all'istante, convince i saronnesi a dedicarle un santuario. Esattamente 525 anni fa è stata posta la prima pietra e attualmente è individuata, sotto la pavimentazione, la fonte originaria del 1400. Nel 1576, imperversano carestie e peste. Il popolo, facendo stilare un atto notarile, si impegnò a digiunare prima della festa dell'Annunciazione (25 marzo) chiedendo a Maria la grazia della guarigione. Il giorno della festa tutti i saronnesi erano sani e salvi. La Madonna dei Miracoli continua a mantenere le sue promesse. La statua miracolosa è ora conservata nella parte absidale. Il barocco con le sue volute trionfa in tutta la chiesa, soprattutto nella ricchissima decorazione del soffitto e troneggiano nel transetto due gruppi scultorei lignei raffiguranti l'Ultima Cena e la Deposizione. Ma la vera “chicca" si trova nel presbiterio, dove sono meravigliosamente conservati gli affreschi di Bernardino Luini: Matrimonio della Vergine, Adorazione dei Magi, Presentazione al Tempio e Ritrovamento di Gesù fra i Dottori della Legge. Non è da meno la bellissima cupola affrescata da Gaudenzio Ferrari, in un tripudio di angeli musicanti. Il pellegrinaggio si è concluso con una bella e sentita celebrazione eucaristica e poiché non manca mai la parte “gourmet" delle nostre uscite, sono stati acquistati dai partecipanti centinaia di Amaretti di Saronno, i famosi biscotti, degustati anche sul pullman del ritorno. Elisa Vigevano |
ANNIVERSARI
In questo anno 2023 sono molti gli anniversari di persone celebri da ricordare. Per cominciare due letterati italiani: Alessandro Manzoni e Italo Calvino. Manzoni morì il 2 maggio 1873 e quindi ricorrono 150 anni dalla sua morte e 100 anni ricorrono dalla nascita di Calvino avvenuta nel 1923. Un confronto sulla loro attività letteraria ci può aiutare a capire come le loro opere riflettano l’epoca in cui vissero e i cambiamenti intervenuti riguardo al ruolo della letteratura. Alessandro Manzoni, milanese doc, è autore del romanzo “I promessi sposi” che tutti conosciamo e anche coloro che non lo avessero letto, certamente avranno visto alla televisione le diverse versioni proposteci con vari attori. Manzoni ci mise vent’anni per completare il suo romanzo ma scrisse anche tragedie e inni sacri. Italo Calvino, nato a Santiago de Las Vegas (Cuba), è stato uno scrittore del secondo novecento di grande impegno politico, sociale e culturale. Tra i suoi libri più noti ricordiamo “Il cavaliere inesistente”, “Il barone rampante”, “Il visconte dimezzato” e altri romanzi. Anche di due cantanti famose ricorrono importanti anniversari: i cento anni dalla nascita di Maria Callas, il grande soprano di origine greca nata il 2 dicembre 1923 che, soprannominata “La divina”, si è esibita in molte opere di vari compositori del suo tempo. Per la cantante Edith Piaf ricorre invece il sessantesimo anno dalla sua scomparsa avvenuta nel 1963. La Piaf, che morì giovane a 47 anni, aveva una voce nasale e penetrante e un timbro di voce così riconoscibile da rendere le sue interpretazioni intense e drammatiche. Il suo cavallo di battaglia fu “La vie en rose”. Ci sono anche due pittori da celebrare per le loro date di nascita e/o di morte. Per Pietro Vannucci, detto il Perugino (1450/1523), ricorre il quinto centenario della morte e dal 4 marzo all’11 giugno scorsi a Perugia sono state esposte oltre settanta sue opere. Quella più celebre è stata “lo sposalizio della Vergine” che si trova a Caen in Francia e che è molto simile al quadro di Raffaello conservato invece a Brera. L’altro pittore molto conosciuto è Pablo Picasso morto l’8 aprile 1973 e di cui quindi ricorre il cinquantesimo anno dalla scomparsa. Picasso fu protagonista assoluto dell’arte del novecento, un genio che ha rappresentato uno spartiacque tra la tradizione ottocentesca e l’arte contemporanea. Le sue opere sono visibili nei musei di Francia, Svizzera, Germania e Stati Uniti e nel solo museo Picasso di Parigi sono esposte 3.000 sue opere. Molte mostre lo hanno ricordato in questo anniversario della sua morte. Celebre resta il suo motto: “Uno non dipinge ciò che vede ma ciò che sente” Fernanda |
TOUR DEL CASENTINO parte II
L’articolo di Graziamaria Albertini, completo della seconda parte, è disponibile sul nostro sito cliccando qui
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Ecco alcune freddure trovate in rete… buon Natale!
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